2025 - Domande relative alle assicurazioni sociali e ad aspetti giuridici


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2025 - Domande relative alle assicurazioni sociali e ad aspetti giuridici

Messaggioda admin » ven 27 dic 2024 17:09

Ha domande giuriche o inerenti alle assicurazioni sociali in relazione al cancro?

I nostri esperti risponderanno alle sue domande per iscritto dal 7 gennaio al 16 febbraio 2025.

Troverà ulteriori informazioni e il link al modulo per l’inoltro della sua domanda sul sito www.forumcancro.ch

Tutte le domande e le risposte dei nostri esperti saranno pubblicate qui in forma anonima.

Cordiali saluti.

Il team di moderazione

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Ho diritto alla rendita d’invalidità?

Messaggioda admin » gio 23 gen 2025 13:59

Domanda di DM:
In novembre mi è stato diagnosticato un cancro polmonare. Avrei una domanda sul pagamento continuato del salario o sulla rendita d’invalidità in caso di incapacità lavorativa dovuta a malattia.

In seguito alla mia anzianità di lavoro, ho diritto al pagamento continuato del salario al 100 % per 12 mesi. Nel secondo anno, l’IGM dell’assicurazione pari all’80 % sarà trasferita a me.
In primavera mi annuncerò all’AI. Ha senso allegare già adesso un referto medico che attesta il mio cancro polmonare, oppure quali altri referti medici sono richiesti?
Qual è la sua esperienza in merito alla concessione di una rendita d’invalidità a pazienti con cancro polmonare? Posso presupporre che in quanto malato di un tumore al polmone purtroppo inguaribile riceverò una rendita?

Risposta di Patricia Müller, specialista di consulenza giuridica presso la Lega svizzera contro il cancro

Desidera sapere se può essere utile inviare già referti medici al momento dell’annuncio all’AI.
Sì, è utile. L’ufficio AI controlla i referti medici che riceve e, se occorre, ne chiederà altri o incaricherà un medico di eseguire una perizia.
L’AI vuole soprattutto sapere se Lei può lavorare, che lavoro può fare e per quanto tempo si prevede che non potrà lavorare. L’aspetto importante, quindi, è la capacità lavorativa.

Desidera sapere anche quali sono le sue chance di ricevere una rendita d’invalidità.
La legge sull’AI esige, per la concessione di una rendita AI, un’incapacità lavorativa almeno del 40 % in media durante un anno, e in seguito l’incapacità lavorativa deve persistere.
Questo significa che una rendita AI sarà versata al più presto un anno dopo l’inizio dell’incapacità lavorativa (anno d’attesa).
Inoltre è necessario annunciarsi per tempo all’AI (nei primi 6 mesi dall’inizio dell’incapacità lavorativa) e collaborare alla procedura dell’AI. Per esempio, bisogna essere disposti a presentarsi da un perito, se lo richiede l’ufficio AI.

Se una diagnosi comporta chiaramente una limitazione almeno del 40 % della capacità lavorativa e questa limitazione è di lunga durata, dovrebbe essere concessa anche una rendita AI, e questo prima che si estinguano le indennità giornaliere per malattia dopo due anni.

Altre cose da sapere sulla procedura dell’AI:
- l’AI esamina anche la possibilità di svolgere un altro lavoro;
- l’AI concede anche rendite parziali. Per esempio, una rendita del 50 % se si può lavorare solo al 50 %. Una rendita inferiore al 40 % non esiste in caso di malattia;
- l’AI confronta il reddito che la persona potrebbe ottenere con il suo problema di salute e il reddito che percepirebbe da persona sana. La differenza corrisponde al grado di invalidità. Se non è più possibile lavorare del tutto, il grado di invalidità corrisponde al 100 % e si riceve la rendita AI completa;
- la procedura dell’AI spesso dura più di quanto dovrebbe.

La prognosi di una malattia non ha l’importanza che ci si potrebbe immaginare. Se si riesce ancora a lavorare malgrado una prognosi infausta, per definizione si è (ancora) abili al lavoro. Tuttavia, naturalmente, solo lo shock di una diagnosi del genere può causare un’incapacità lavorativa.

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«Pensionamento anticipato e cancro: drastica riduzione della rendita in pensione?»

Messaggioda admin » gio 23 gen 2025 14:30

Domanda di «siwi»:
Buongiorno
una mia amica desidera andare in pensione anticipatamente e ne ha parlato con il suo datore di lavoro. Adesso ha 57 anni. L’anno scorso si è ammalata e si prospetta una situazione in cui dovrà convivere a lungo con le conseguenze, che potrebbero limitare sempre più anche la sua attività lavorativa.

Una delle sue colleghe, affetta da un’altra malattia che le rende la vita sempre più difficile, le avrebbe detto che deve mantenere la massima percentuale lavorativa possibile fino alla normale età di pensionamento, per non subire una drastica riduzione della rendita quando sarà in pensione, anche in relazione alla sua malattia e alle assicurazioni sociali.

Potrei avere una spiegazione? Non è più il caso di pensare a un pensionamento anticipato?

Risposta di Patricia Müller, specialista di consulenza giuridica presso la Lega svizzera contro il cancro
Desidera sapere quali conseguenze negative può avere un pensionamento anticipato sull’entità della rendita di vecchiaia e di invalidità. E se il lavoro a tempo parziale può ridurre drasticamente queste due rendite.

Informazioni sulla rendita di vecchiaia:
La rendita di vecchiaia dell’AVS può essere percepita a partire dai 63 anni compiuti (per le donne nate dal 1961 al 1969 dai 62 anni compiuti). Se è anticipata di due anni, la rendita AVS viene ridotta del 13,6 %. Per le donne nate dal 1961 al 1969 si applicano tassi di riduzione leggermente inferiori.

Anche la rendita di vecchiaia della cassa pensioni viene ridotta in caso di pensionamento anticipato. La maggior parte delle casse pensioni permette di beneficiare delle prestazioni di vecchiaia già a partire dai 58 o dai 60 anni compiuti. L’avere di vecchiaia, che costituisce la base per il calcolo della rendita, è inferiore perché i contributi sono stati versati per un tempo più breve. Inoltre, viene abbassato anche il tasso di conversione.

Poiché la rendita AVS non viene pagata prima dei 63 anni, la realtà è che una persona può subire un drastico calo delle entrate se smette di lavorare già a 58 anni per percepire la rendita della cassa pensioni.

Lavoro a tempo parziale e rendita di vecchiaia
Una riduzione della percentuale lavorativa si ripercuote sul reddito e quindi può avere conseguenze anche sulla rendita di vecchiaia dell’AVS.

Anche la rendita della cassa pensioni si riduce lavorando a tempo parziale, perché l’avere di vecchiaia accumulato è inferiore.

In conclusione: la rendita di vecchiaia si riduce in caso di lavoro a tempo parziale.

Lavoro a tempo parziale e assicurazione per l’invalidità
Il lavoro a tempo parziale ha un grande influsso sul calcolo del grado d’invalidità e quindi sull’importo della rendita d’invalidità
Per determinare il grado d’invalidità vengono calcolate separatamente e sommate due forme di perdita di guadagno per motivi di salute: quella legata all’attività lavorativa e quella legata alle attività domestiche. La perdita di guadagno legata alle attività domestiche è quasi sempre molto inferiore. Di conseguenza, anche il grado d’invalidità complessivo risulta inferiore.

In conclusione:le persone che lavorano a tempo parziale devono fare i conti con una rendita d'invalidità nettamente inferiore sia dell’assicurazione per l’invalidità (AVS/AI) sia della cassa pensioni.

Che cosa fare quando si nota che la propria capacità lavorativa sta diminuendo per motivi di salute?

Se è necessario ridurre la percentuale lavorativa per motivi di salute, il medico curante deve attestare in un rapporto che il grado di occupazione deve essere ridotto per motivi di salute. Questa dichiarazione può essere importante per il calcolo del grado d’invalidità.

In conclusione:è importante che una persona che subisce un peggioramento progressivo dello stato di salute si rivolga a uno specialista per una consulenza approfondita prima di ridurre la percentuale lavorativa o di chiedere un pensionamento anticipato.

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Cancro durante congedo sabbatico non retribuito

Messaggioda admin » mar 28 gen 2025 13:06

Domanda di S.L.:
Avendo interrotto la sua attività professionale, oggi Lei è casalinga, ma fino a poco tempo fa lavorava nel settore delle cure. Durante questo periodo di interruzione dell’attività professionale si è ammalata di cancro. Poiché non vede alcuna possibilità di tornare a svolgere un'attività lucrativa nel prossimo futuro, si chiede come andare avanti. Lei scrive: «Così, all'età di 52 anni, mi ritrovo in un buco previdenziale».

Risposta di Patricia Müller, specialista in consulenza legale della Lega svizzera contro il cancro:
È davvero brutto ammalarsi gravemente durante un'interruzione dell’attività professionale.

Tuttavia è assicurata come casalinga presso l'assicurazione per l'invalidità, anche se non esercita un'attività lavorativa. Poiché Lei presume che per un lungo periodo di tempo non potrà essere in grado di lavorare, deve iscriversi all'assicurazione per l'invalidità e farsi rilasciare dei referti medici a tale scopo. L'assicurazione per l'invalidità sostiene anche il reinserimento nel mondo del lavoro dopo una grave malattia. Le rendite dell'AI possono essere versate anche a chi fa la casalinga.
Prima di iscriversi all’AI, Le raccomando di chiedere consiglio alla lega cantonale o regionale contro il cancro.

Negli ultimi due anni ha lavorato per almeno 12 mesi. Ciò significa che probabilmente soddisfa i requisiti per ricevere l'indennità giornaliera di disoccupazione. Non è necessario essere idonei al lavoro al 100% per ricevere l'indennità giornaliera di disoccupazione. Dato che Lei non è in ospedale o in un centro di riabilitazione, presumo che sia ancora in grado di lavorare almeno al 20%. Per le persone iscritte all'AI, l’assicurazione contro la disoccupazione è tenuta ad un anticipo delle prestazioni. Ciò significa che per ricevere l'intera indennità giornaliera di disoccupazione è sufficiente poter fare domanda per un lavoro con grado di occupazione del 20%. Inoltre, non è necessario essere in grado di lavorare al 20% nella propria professione abituale, ma solo di svolgere qualsiasi attività semplice e leggera.

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Vale la pena registrarsi all'AI dall'estero?

Messaggioda admin » mer 26 feb 2025 16:58

Domanda di Bruno
Sono emigrato in Thailandia con la mia famiglia tre anni fa. Ho 52 anni, mia moglie 47 e mia figlia 7. Non ho più un rapporto di lavoro in Svizzera da due anni. Un anno fa mi è stato diagnosticato un raro tipo di cancro. Da allora ho subito due cicli di chemioterapia e radioterapia, con interventi alle corde vocali. La cassa malati si è fatta carico delle spese presso il Bangkok International Hospital.
Se possibile, vorrei tornare a lavorare in Svizzera. Secondo voi, conviene inoltrare una richiesta per una rendita AI dalla Tailandia? L’ufficio AI non potrebbe verificare se siano adempiute le condizioni per il diritto a prestazioni dell’AI fintanto che mi trovo in Tailandia e non ho un certificato di inabilità al lavoro. Credo che per me, al momento, non conviene candidarmi in Svizzera, anche considerata la riserva della CP per la parte sovraobbligatoria. Ho sempre pagato volontariamente i contributi AVS/AI.

Risposta di M. Yves Hochuli, giurista, direttore aggiunto della Lega vodese contro il cancro
Buongiorno Bruno,
la ringraziamo per la sua domanda.

Lei vive attualmente in Thailandia e continua a versare i contributi volontari AVS/AI. Vorrebbe lavorare nuovamente in Svizzera, se possibile.

In qualità di affiliato volontario, per legge è anche assicurato contro il rischio di invalidità. Questa copertura assicurativa comprende, in particolare, il diritto di beneficiare di provvedimenti d'integrazione professionale che, in linea di principio, sono concessi solo in Svizzera. Tali provvediementi di'integrazione professionale potrebbero consentirle di tornare a lavorare in Svizzera - e persino di richiedere una rendita dell'AI all'estero se l'incapacità lavorativa è almeno del 50%.

A nostro avviso, sarebbe quindi opportuno richiedere al più presto le prestazioni dell'assicurazione per l'invalidità, in quanto probabilmente ne potrebbe beneficiare. Le consigliamo di contattare la rappresentanza svizzera in Thailandia (ambasciata), che potrà fornirle ulteriori informazioni e i moduli necessari.


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