2010 - Cancro del seno


Pannello di Controllo Moderatore
admin
Site Admin
Messaggi: 494
Iscritto il: ven 28 apr 2006 6:19
Località: Berna
Contatta:

2010 - Cancro del seno

Messaggioda admin » mer 29 set 2010 23:40

La dott.ssa Katharina Buser, Clinica Engeried, Berna, risponde alle vostre domande:


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di shaila:
Buon giorno signora Buser,
ho 41 anni, da un mese abbondante so di avere il cancro, 5 giorni fa sono stata sottoposta a un intervento chirurgico conservativo del seno con asportazione di 2 linfonodi sentinella, la biopsia era ok. La mia domanda: 2 giorni prima dell’operazione ho dovuto sottopormi anche a una RMI, la qual cosa mi ha reso molto insicura. La sera prima dell’operazione mi è stato comunicato che a destra (seno malato) era stato individuato ancora un qualche cosa di 1-2 mm e a destra ancora 3 delle stesse dimensioni. Non si vede se si tratta di cancro o di che cosa? All’inizio i medici non sapevano se non fosse il caso di rimandare tutto, ma poi hanno detto che si guarderà di nuovo tra 4 mesi al momento del controllo, e questo mi ha sorpreso, perché io stessa avevo individuato apparentemente precocemente il nodulo di 7 mm circa. La paura della persona a cui viene diagnosticato il cancro è terribile. Si potrà continuare a vivere di nuovo normalmente? La ringrazio molto per il suo tempo! Shaila

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno shaila,
mi dispiace molto che lei abbia il cancro del seno. Un cancro è sempre un avvenimento radicale, causa di paura e insicurezza.

È difficile rispondere alla sua domanda. Da un’immagine RMI non è possibile vedere se si sia in presenza di cellule cancerose oppure no.

Scrive che è rimasta perplessa dal fatto di dovere aspettare quattro mesi per chiarire esattamente la situazione. La capisco perfettamente. Si rivolga ancora una volta al suo medico curante che è in condizione di consigliarla nel migliore dei modi in quanto è a perfetta conoscenza della situazione e dispone di tutti i documenti esatti. Gli spieghi che per lei è difficile dover aspettare così tanto tempo.
Ha anche la possibilità di chiedere un secondo parere presso un centro senologico. Questi centri esistono praticamente presso tutti gli ospedali universitari svizzeri.

Parla del suo costante stato di paura. Ha già pensato a entrare in un gruppo di autoaiuto? In questi gruppi potrà discutere con altre donne nella sua stessa situazione e potrà senz’altro ricevere anche buoni consigli su come affrontare la malattia. Per informazioni può rivolgersi alla
Lega cantonale contro il cancro della sua regione e, se abita nella Svizzera tedesca, all’associazione Leben wie zuvor (Vivere come prima) o, se abita in Ticino, al Gruppo Sostegno Pazienti del Centro di Senologia della Svizzera Italiana sostegno.senologia@gmail.com +41 (0)79 605 12 60).

In Svizzera sono numerose le donne che vivono con la diagnosi cancro del seno risp. che hanno imparato a vivere in questa situazione. Sono convinta che anche lei riuscirà a superare tutti i suoi timori e a vivere di nuovo una vita normale. In questo senso le auguro coraggio e ogni bene.



Domanda di oliboli:
Con quale frequenza si dovrebbe effettuare l’autoesame e quanto forte deve essere la pressione esercitata sul seno? Premendo forte con le dita sento dappertutto delle differenze e delle “cose”, come fare a capire che cosa potrebbe essere maligno?

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno,
Anche un seno sano può non essere dappertutto uniforme. In genere il seno è composto da un terzo di tessuto adiposo e da due terzi di tessuto mammario. Nel tessuto mammario si trovano le ghiandole mammarie, che dopo il parto producono il latte materno, e i dotti galattofori attraverso i quali il latte perviene al capezzolo. Al tatto, il tessuto mammario sembra essere più duro di quello adiposo. Un seno può essere sodo, molle oppure addirittura “granuloso”. Il tessuto mammario non è distribuito allo stesso modo in tutte le donne. Spesso queste differenze si sentono particolarmente bene in vicinanza delle ascelle. Subito dietro al seno ci sono le costole, dure e ossute.

Il seno, poi, cambia nel corso del ciclo mestruale e nel corso della vita.

Se si osservano delle alterazioni insolite dei seni, si consiglia di rivolgersi al medico per chiarimenti.

Il fatto di sentire delle alterazioni può riempire una donna di paura. Forse la tranquillizzerà sapere che la maggior parte delle alterazioni del seno, ovvero nove su dieci, sono benigne.

Anche per il medico non è possibile fare una diagnosi con una semplice palpazione. A seconda di quello che palpa, il medico può, tuttavia, decidere se ricorrere o no a un procedimento di formazione di immagini e – in caso positivo – quale sia il metodo più opportuno per il caso. In genere, se si sospetta un caso di cancro, viene effettuata come prima cosa una mammografia. Ma per una diagnosi sicura è sempre necessaria una biopsia, ovvero il prelievo e l’esame del tessuto.

L’autoesame regolare del seno non sostituisce l’esame medico. Negli studi sull’autoesame regolare non si è potuta costatare una riduzione dei casi di decessi per cancro del seno. Per questo motivo non si raccomanda più espressamente l‘autoesame del seno.

In queste pubblicazioni della Lega svizzera contro il cancro troverà le principali informazioni sulla
prevenzione e sulla la diagnosi precoce del cancro del seno


Domanda di AKI:
Il mio oncologo mi consiglia di prendere 3 volte alla settimana 100 mg di aspirina. Secondo uno studio la somministrazione di aspirina può ridurre notevolmente la percentuale di recidive. Esiste veramente questo studio? Sono a conoscenza di un altro studio effettuato negli Stati Uniti secondo il quale la somministrazione a lungo termine di aspirina fa aumentare notevolmente il rischio di cancro pancreatico! In marzo sono stata sottoposta a un intervento chirurgico conservativo del seno e in aprile a resezione ed asportazione di linfonodi.

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno Aki,
lo studio citato dal suo oncologo è stato pubblicato nel marzo 2010 nel Journal of Clinical Oncology con il titolo „Aspirin Intake and Survival after Breast Cancer“. Si tratta, tuttavia, di uno studio molto piccolo, dai cui risultati non è possibile trarre delle raccomandazioni definitive e generali. Poiché l’aspirina può avere anche effetti collaterali, attualmente per ogni singolo caso si devono ancora valutare a fondo i vantaggi e gli svantaggi di un trattamento del genere.

Sono attualmente in corso a tutto regime delle ricerche sulla chemoprevenzione, ovvero sulla prevenzione di malattie tumorali mediante sostanze chimiche: vengono sottoposti a test sia sostanze naturali che medicamenti. Nonostante i numerosi studi non è tuttavia ancora possibile dedurre una raccomandazione chiara e applicabile a tutte le situazioni.

Un esame condotto in Germania mirante a provare che grazie alla somministrazione di acido acetilsalicilico (aspirina) si prevengono le recidive, ha dovuto essere interrotto a causa degli effetti collaterali intollerabili.

Ma le ricerche con antireumatici non steroidei, ovvero con sostanze simili all’aspirina, è lungi sono lungi dall’essere concluse. Continuano le ricerche per trovare una compressa che protegga contro il cancro.



Domanda di mary:
Ho ormai alle spalle chemioterapia (Taxotere/Carboplatino) e radioterapia, per ancora un anno mi verrà somministrata ogni 3 settimane Erceptina e dai primi di agosto degli antiormoni (Lucrin/Tamoxifene) che continuerò a prendere per i prossimi 5 anni. Mi chiedo se non esista un’alternativa alla terapia antiormonale? Ho anche riflettuto sul fatto che se mi facessi asportare il tessuto mammario, diminuirebbero anche notevolmente le probabilità di recidiva ?! (sono stata sottoposta a un intervento chirurgico conservativo del seno). Grazie mille e cordiali saluti. Mary

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno Mary,
Il periodo dopo l’operazione con la chemioterapia è stato senz’altro molto stressante e faticoso per lei. Adesso le sarà somministrato per un anno Erceptina e per cinque altri anni seguirà una terapia antiormonale. È un periodo lungo.
Pensa quindi alla possibilità di un’alternativa alla terapia antiormonale, e come poter ridurre ulteriormente la probabilità di recidiva.
La terapia antiormonale che sta seguendo attualmente è una terapia standard. Viene usata per giovani donne il cui tumore è sensibile agli ormoni e in quelle che presentano un elevato tasso di anticorpi HER2/neu. Attualmente non esiste un’alternativa a questa terapia che, come anche la chemioterapia, è una terapia sistemica, cioè ha effetto su tutto l’organismo. Con queste terapie si vuole evitare che la malattia si possa propagare localmente nel seno, ma anche nell’organismo. Possono, inoltre, distruggere eventuali cellule tumorali ancora presenti.
Dopo l’intervento chirurgico conservativo, il seno restante è stato sottoposto a raggi. L’obiettivo di questo trattamento è evitare una recidiva locale nel seno colpito.
L‘asportazione di tutto il tessuto mammario sarebbe un intervento radicale che potrebbe avere gravi ripercussioni anche sulla sua psiche e sul modo di percepire il suo corpo, ma che non influirebbe sul decorso della malattia e quindi non rappresenta un’alternativa valida alla terapia antiormonale. Le sconsiglio quindi questo genere di intervento e le auguro di superare felicemente il periodo con l’Erceptina e la terapia antiormonale.

Le consiglio di parlare con il suo medico su quello che potrebbe fare per trattare eventuali disturbi della menopausa.



Domanda di KonHys:
Dopo 2 settimane di raggi (33 sedute) ad ambo i seni, ho notato che sotto ai seni sono comparse numerose piccole macchie marroni (un po‘ simili alle lentiggini), una, però, si è ingrandita rapidamente, ha una superficie ruvida e i margini non sono netti. Scompariranno con il tempo oppure i raggi possono provocare un cancro della pelle? La ringrazio molto per la sua risposta.

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno KonHys,
Dopo la radioterapia il colore della pelle può cambiare colore, in genere diventa più scura. Si possono notare anche alterazioni della pelle (arrossamenti, macchie pigmentate marroni oppure squame).
Non sono noti casi di cancro in seguito a radioterapia. Ciò nonostante le consiglio di far vedere le macchie al suo medico in occasione della prossima visita. Se necessario il medico la manderà da un dermatologo oppure asporterà le macchie sospette.



Domanda di ALo:
Seguendo un’alimentazione variata e determinati cibi oppure prendendo delle vitamine ed oligoelementi posso far diminuire il rischio di ammalarmi di cancro del seno? Nella mia famiglia una zia (da parte paterna) ha avuto il cancro del seno ed a uno zio è stato diagnosticato 2 mesi fa un cancro della prostata. La ringrazio fin da ora per la sua risposta, ALo

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno ALo
Da numerosi studi risulta oggi che lo stile di vita, le abitudini alimentari e l’attività fisica possono influire molto positivamente sul rischio di cancro, ma anche sul rischio di ricadute dopo aver avuto il cancro, mentre sovrappeso, mancanza di esercizio fisico e alcool possono influire negativamente sul rischio di cancro e sul rischio di ricadute. Purtroppo ad oggi non è ancora possibile dare delle raccomandazioni generalmente valide e sicure per singoli componenti alimentari, singole vitamine oppure oligoelementi. Molto discussa è anche l’utilità o la nocività di prodotti a base di soia e di fitoestrogeni. Una dieta variata e più porzioni al giorno di frutta e verdura sono componenti estremamente importanti di un’alimentazione sana. Leggendo l’opuscolo della Lega svizzera contro il cancro
Un’alimentazione equilibrata rafforza la salute può informarsi su come è composta un’alimentazione sana e a che cosa bisogna fare attenzione.


Domanda di AKI (domanda 2):
Qual è esattamente la correlazione tra perdita di ferro e cancro del seno? Ogni 3 mesi mi viene fatta una flebo di ferro (Venofer), dopo di che il ferro sale a 135ug/l circa per abbassarsi di nuovo a 28ug/ml circa. Lo stresso succede con la vitamina D 25-OH. Ultimamente avevo 21,9ug/l, adesso soltanto 8,2ug/. Non sarebbe il caso di sostituire la vitamina D? Prendo poi come farmaci, una volta al giorno, Arimidex 1mg e Pantozol 20mg, ognuno. Non sarebbe opportuno prendere anche dei preparati multivitaminici?

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno AKI,
L’insorgenza di carenza di ferro può derivare da una diminuzione dell’assorbimento del ferro (per esempio: cattivo assorbimento del ferro nel tratto gastrointestinale) oppure a un aumento del fabbisogno di ferro (per esempio: emorragie croniche). Il suo medico curante le potrà spiegare qual è il suo problema. La somministrazione di Pantozol potrebbe far pensare a un problema cronico all’esofago o allo stomaco. Nella sua situazione non esiste probabilmente un nesso diretto tra il suo cancro del seno e la carenza di ferro. Penso anche che il cancro del seno sia sotto controllo con il trattamento con l’Arimidex.

In linea di massima, quando si segue una terapia antiestrogeni - e l’Armidex fa parte di questa categoria di farmaci - si raccomanda di prendere in più un preparato di calcio/vitamina D come profilassi contro l’osteoporosi. La vitamina D fa parte di un gruppo di vitamine liposolubili che regolano il metabolismo del calcio e partecipa alla mineralizzazione delle ossa. L’organismo assorbe la vitamina D dall’alimentazione, ma può anche produrla direttamente sotto l’influsso della luce solare. Nel suo caso i valori di vitamina D sembrano essere piuttosto al limite inferiore, cosa che giustificherebbe la presa di vitamina D, tranne se ci fossero motivi medici contro una sostituzione del genere. Chieda al suo medico, che la potrà dire qual è il trattamento più opportuno per lei.



Domanda di Patricia:
Ho un seno pieno di noduli. Corro quindi un maggior rischio di ammalarmi di cancro del seno? Grazie della sua risposta.

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno Patricia,
Un seno con molti noduli, o un seno con un tessuto mammario irregolare, non significa automaticamente che la donna corra un maggior rischio di ammalarsi di cancro del seno.
In un seno con un tessuto mammario irregolare o duro può essere difficile riuscire a identificare per tempo un’alterazione maligna. Per questo motivo si consiglia a queste donne di farsi fare regolarmente una mammografia e un’ecografia. Nel suo caso potrebbe essere utile la nuova tecnica della mammografia digitale, perché questa tecnica si caratterizza per la sua alta risoluzione e quindi è possibile rappresentare l’80% delle alterazioni maligne. In caso di dubbio si ricorrerà alla più complessa e più onerosa tomografia a risonanza magnetica (RMT).

Nella mia risposta a „oliboli“ troverà ulteriori spiegazioni in merito al tessuto mammario irregolare.



Domanda di KonHys (domanda 2):
Su mia richiesta il mio medico di famiglia mi ha prescritto l’Iscador P c.Hg. Mi è stata iniettata la serie 0 senza alcun effetto collaterale. Nella serie seguente 1 (a partire dalla terza iniezione) sento già al momento dell’iniezione un forte bruciore, poco dopo si forma un arrossamento di 5 cm, che fa male e prude. Ad ogni passo sento ora l’iniezione di oggi, la terza … Lo si può ancora „accettare“ … o sarebbe meglio fare una pausa? Il mio medico non conosce questo farmaco e deve spesso informarsi in proposito. Può dirmi se la cosa è normale, se devo smettere oppure se devo tornare alla serie 0? Grazie mille!

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno KonHys,
Anche dalla somministrazione di farmaci su basi naturali o vegetali possono risultare degli effetti collaterali più o meno forti. Gli effetti collaterali di Iscador, da lei descritti più su, sono noti e in parte anche auspicati. Secondo il produttore indicano che lei reagisce al medicamento. Non posso giudicare se l’arrossamento e il bruciore superino gli effetti collaterali auspicati e siano ancora accettabili. Preghi il suo medico di mandarla direttamente da un medico con orientamento antroposofico, che in questo modo potrà valutare l’arrossamento locale causato dall’iniezione e le reazioni generali del suo organismo e discutere con lei sul modo di procedere. Non dimentichi di informare il suo oncologo di aver deciso di seguire un trattamento complementare con Iscador.



Domanda di suske:
Nel 2007 mi è stato diagnosticato il cancro del seno. Il tumore era triplo negativo, con grado istologico G3, due linfonodi colpiti. Sono stata sottoposta a un intervento chirurgico conservativo e sono stati asportati tutti i gangli linfatici di destra. Sono seguite chemioterapia e radioterapia. Poiché mi trovavo in postmenopausa, ero soggetta in parte a forti vampe di calore e soprattutto i miei capelli si sono rarefatti. La caduta dei capelli seguita alla chemioterapia ha rappresentato un grave problema. Ho allora chiesto alla mia ginecologa se la sostituzione estrogena fosse dannosa, considerando che il mio tumore era negativo per i ricettori dell’estrogeno. Mi rispose che è „accettabile“ prendere dell’estrogeno in più. Dal luglio 2010 prendo Estradot 75mg. Ma non sono per niente tranquilla, visto che sembra che il tipo di tumore possa cambiare. Sarei felice di avere il suo parere in proposito. Grazi mille e cordiali saluti, Brigit

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno Brigit,
La terapia ormonale con estrogeni come monoterapia o combinata con progesterone viene impiegata da decenni per alleviare i sintomi della menopausa e prevenire l’osteoporosi. Oggi questi medicamenti vengono raccomandati al massimo solo per una somministrazione di breve durata, se altre misure per trattare i disturbi della menopausa non fanno effetto o se la menopausa è stata precoce.

Una monoterapia a base di estrogeni fa aumentare il rischio di cancro della cervice, per cui le donne che hanno ancora il loro utero dovrebbero essere sempre trattate anche con del progesterone.
Se gli estrogeni vengono somministrati soltanto per un breve periodo di tempo, il rischio di cancro del seno non aumenta. Se gli estrogeni da soli o combinati con progesterone vengono presi per più di 5 anni, ci si deve attendere un maggiore rischio di cancro del seno. Secondo alcuni studi, la monoterapia a base di estrogeno fa aumentare anche il rischio di cancro dell'ovaia. La somministrazione di estrogeno aumenta inoltre il rischio di ictus.

Il decorso di un cancro del seno triplo negativo non viene probabilmente influenzato dalla somministrazione di estrogeno. Deve però ricordare che le donne che nel corso della loro vita sono state colpite da cancro del seno, hanno in generale un maggior rischio di esserne colpite una seconda volta. Per mantenere il più possibile basso questo rischio, si raccomandano dosi minime di estrogeni e somministrazioni limitate nel tempo.



Domanda di fmaxou:
4 anni dopo aver avuto il cancro del seno (ablazione completa e nessun trattamento), mi hanno trovato delle metastasi in una costola. Ho appena terminato una radioterapia e prendo attualmente il Tamossifene. Pensa che la cosa sia finita qui oppure che ci siano molti rischi che altre ossa siano colpite prossimamente? Sono molto positiva e sono sempre su di morale. La ringrazio molto per le sue risposte.

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno fmaxou,
Secondo la sua descrizione, quattro anni dopo un’ablazione totale del seno sono apparse delle metastasi in una costola. La sua preoccupazione è sapere se la cosa si fermerà lì. Lo scopo della somministrazione di Tamossifene è appunto quello di evitare/impedire una ricaduta, quindi è il trattamento giusto nel suo caso. Ma siccome ogni individuo è diverso, anche la reazione di ogni persona a un trattamento contro il cancro è diversa.
Dice di essere molto positiva e su di morale. Questo è un atout prezioso per gestire nel migliore dei modi questi momenti difficili.
Sperando di aver risposto nel migliore dei modi alla sua domanda, restiamo a sua disposizione per rispondere ad ulteriori eventuali domande.



Domanda di Romaine:
Buon giorno a tutti!
7 mesi dopo essermi sposata mi è stato diagnosticato un cancro del seno (HER2 3+) all’età di 29 anni (nessun precedente familiare noto). Ho già terminato le mie 6 sedute di chemioterapia (FEC + Taxotere) e sto per iniziare 36 sedute di radioterapia. Dopo di che seguirà un anno di trattamento con Herceptin. Desideravamo avere un bambino quando la diagnosi del cancro ha mandato a monte il nostro sogno … Per avere più probabilità in futuro (eventuale sterilità), ci siamo decisi per la crioconservazione di embrioni. 12 ovociti fecondati si trovano ora presso lo CHUV.
Siccome i medici non sono concordi su questo argomento, potrebbe dirmi quando pensa che potremo avviare questo progetto di gravidanza, senza nuocere alla buona crescita del nostro bambino? E prima di tutto … crede che siamo folli a pensare a una gravidanza con il mio tipo di cancro?? Fin da ora la ringrazio molto per il suo aiuto e la saluto cordialmente.

Risposta della dott.ssa Buser:
Buon giorno Romaine,
il cancro del seno ha sconvolto la vostra vita e i vostri progetti per il futuro e ha messo a dura prova il vostro sogno di diventare genitori.

Ad oggi non ci sono indicazioni secondo cui una gravidanza, una volta terminati i trattamenti, influisca negativamente sul cancro del seno.
Per pensare a una gravidanza si raccomanda di attendere che il trattamento del cancro sia concluso. A seconda della terapia, soprattutto dopo un trattamento antiormonale, si consiglia di attendere dai tre ai sei mesi prima di pensare a una gravidanza. Questo per evitare delle malformazioni del vostro futuro bambino.

Lei spiega dettagliatamente il suo trattamento. Ma forse dovrà seguire ancora una terapia antiormonale dopo il trattamento con l'Herceptin? Questo ritarderà l’inizio della gravidanza da lei tanto desiderata.

Torna a “Cancro del seno: esperti rispondono”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Google [Bot] e 7 ospiti