2011 - Cancro del seno


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2011 - Cancro del seno

Messaggioda admin » gio 29 set 2011 15:54

La dott.ssa Katharina Buser, Clinica Engeried, Berna, risponde alle vostre domande:


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di wastun:
Gentile dottoressa Buser,
qualche mese fa ho ricevuto l'invito a sottopormi a una mammografia. Spesso ho sentito dire da conoscenti che la mammografia aveva dato esito positivo ma che poi il risultato si era rivelato infondato. È sensato sottoporsi a questa analisi se il ginecologo in occasione del controllo annuale di prevenzione del cancro non rileva anomalie? Nella mia famiglia ci sono casi di cancro del seno (mia nonna, mia zia). A partire da quale età è consigliabile sottoporsi alla mammografia?


Risposta della dottoressa Buser:
Buongiorno watsun,
la mammografia permette di riconoscere un eventuale tumore del seno prima che esso si possa notare alla palpazione. Grazie all'accertamento diagnostico precoce, di regola è possibile svolgere un intervento chirurgico non troppo invasivo. Inoltre se il tumore si trova in una fase di sviluppo iniziale può essere anche curato con una terapia.
Le donne di età compresa tra 50 e 69 anni dovrebbero sottoporsi alla mammografia ogni 2 anni. Infatti il cancro del seno insorge più frequentemente in questa fascia di età e dunque la mammografia risulta molto utile.
Alla luce di questi dati, alcuni cantoni hanno introdotto un programma di screening con la mammografia. L'obiettivo di questo programma di screening è l'accertamento diagnostico precoce sistematico di un eventuale cancro del seno nelle donne di età compresa tra 50 e 69 anni che non hanno disturbi o anomalie al seno. In questi cantoni le donne di età compresa tra 50 e 69 anni vengono invitate ogni due anni a sottoporsi alla mammografia. Naturalmente la partecipazione è facoltativa.
Vista la sua situazione familiare, per lei potrebbe essere sensato svolgere con maggiore frequenza accertamenti diagnostici precoci. Si faccia consigliare dalla sua ginecologa o dal suo ginecologo: le dirà cosa fare.
Come tutti i procedimenti diagnostici, anche la radiografia al seno può dare falsi risultati positivi. Questi "falsi risultati positivi" sono molto gravosi per la persona in questione. I "falsi allarmi" sono più frequenti presso donne giovani e diventano sempre più rari con l'avanzare dell'età. Se tutte le mammografie venissero effettuate in centri specializzati sul seno, il numero di falsi allarmi diminuirebbe di certo.
Questo
opuscolo può aiutarla a saperne di più e a prendere decisioni.


Domanda di LIna:
Gentile dottoressa Buser,
soffro di mastopatia cistica. Temo che dalle cisti possa svilupparsi un tumore maligno che nonostante la mammografia e l'ecografia non venga scoperto. È un pericolo reale? Grazie della risposta e cordiali saluti LIna

Risposta della dottoressa Buser:
Buongiorno LIna,
Di regola la mastopatia è un'affezione benigna del seno. Le alterazioni possono presentarsi sotto forma di gonfiori, noduli o cisti e possono essere dolorose. Alla palpazione si riconoscono noduli per lo più ben circoscritti e mobili. Il seno può risultare molto sensibile al contatto.
In presenza di mastopatia, qualora vi sia una crescita delle cellule glandolari, può darsi che venga prodotto del liquido. Di conseguenza, spesso si formano numerose piccole cisti. Questa forma di malattia è detta "mastopatia cistica".

A seconda dell'entità di queste formazioni nel seno, la mastopatia si suddivide in tre gradi:

Grado 1: presenza di numerose cellule di tessuto connettivo e di dotti galattofori dilatati, talvolta anche di cisti. Non vi è tendenza ad uno sviluppo maligno. Circa il 70% di tutte le mastopatie rientra in questa categoria.

Grado 2: presenza di tumori benigni nel sistema di dotti galattofori. Il rischio di cancro è leggermente superiore. Circa il 20% delle mastopatie rientra in questa categoria.

Grado 3: presenza di una mastopatia proliferante. I tumori del tessuto presentano alterazioni cellulari patologiche (atipiche). Spesso ci sono diversi focolai nel seno, nel 30% dei casi sono colpiti entrambi i seni. Il rischio di cancro è elevato. Circa il 10% di tutte le mastopatie rientra in questa categoria.

Si rivolga alla sua ginecologa per sapere in quale stadio si trova la sua mastopatia, se sono necessari ulteriori chiarimenti e in quali intervalli di tempo debbano essere effettuate visite di controllo.

Non si può escludere l'eventualità che dietro una cisti venga a formarsi un tumore maligno. Tuttavia un radiologo esperto è in grado di riconoscere dalla mammografia o da un'ecografia se si tratta di cisti o di tumore. In caso di dubbio sarà necessario effettuare una biopsia. Anche in questo caso occorre concordare con lo specialista l'ulteriore procedimento.



Domanda di Ingeborg:
Nel mio referto istologico risulta tra l'altro la diagnosi "linfangiosi carcinomatosa focale" e "L1". Un oncologo e una chirurga mi hanno detto che la cosa è normale e insignificante, considerato che 2 dei 15 linfonodi eliminati chirurgicamente presentavano cellule tumorali. Tuttavia in un'enciclopedia in Internet ho letto che la linfangiosi carcinomatosa ha di regola una prognosi sfavorevole. E in diverse suddivisioni di gruppi di rischio la linfangiosi viene indicata talvolta come fattore che riduce le possibilità di guarigione, talvolta no.
Mi può dire se può essere che i linfonodi presentino cellule tumorali anche senza L1/linfangiosi carcinomatosa, se la L1/linfangiosi carcinomatosa è come un'invasione dei vasi e infine se devo considerare che la mia diagnosi di "linfangiosi carcinomatosa" abbia effettivamente una prognosi preoccupante? (49 a.) Grazie.

Risposta della dottoressa Buser:
Buongiorno Ingeborg,
spesso i testi in Internet sono difficili da capire e non sempre di facile interpretazione. Secondo me il termine corretto in relazione alla sua operazione di cancro del seno è "linfangiocarcinomatosi focale“ (L1) e designa un'invasione di cellule cancerose, visibile solo al microscopio, nei vasi linfatici immediatamente vicini al tumore principale del seno. La presenza di metastasi in 2/15 dei linfonodi ascellari operati costituisce un'informazione altrettanto importante per la valutazione della sua prognosi: tuttavia vi si aggiungono anche altri fattori come le dimensioni del tumore, il grading, i recettori ormonali, il risultato del test Hercep e naturalmente anche la sua età. La prognosi definitiva e l'indicazione per il trattamento successivo può essere stabilita soltanto conoscendo bene tutti i fattori rilevanti. Infatti è decisivo l'insieme dei fattori e non solo uno di essi. Spetta al suo oncologo parlarle di questi fattori, della loro importanza in relazione alla sua prognosi personale e delle relative raccomandazioni per la terapia.



Domanda di Luigi:
Buongiorno,
mi chiamo Luigi.
Mia moglie 12 anni fa è stata operata per un nodulo al seno (carcinoma con positività dei recettori per gli estrogeni e il progesterone a basso indice di replicazione, quadrantectomia sn con svuotamento ascellare sn di 22 linfonodi, 8 dei quali con metastasi). Prime cure con radio e chemio, poi tamoxifene per 5 anni. Dopo 10 anni di controlli l’oncologo conferma che mia moglie è completamente guarita e pertanto non servono ulteriori controlli periodici. Purtroppo dopo un anno i valori del Ca 15-3 cominciano a crescere (26 del 2007, 48 nel 2009, 107 nel 2010.…fino ai 254 attuali), mentre gli altri marcatori (ALFA 1 fetoprot., CA 19,9, CA125, CEA, CTX, PROT. C REATTIVA , TSH, FT4, VITAM. D3 (25OH) rimangono nella norma. Esami di approfondimento ecografico, radiologico, tac-pet, risonanza, scintigrafia escludono formazione di neoplasie. Da cosa può essere causato un aumento così forte? Quali ulteriori approfondimenti è necessario fare? Esiste una cura per abbassare quei valori e riportarli nella norma? Aggiungo: nel 2003 a mia moglie è stato asportato un neo (carcinoma basocellulare sottomammario sn, senza cure conseguenti) e nel 2008 è stata asportata la tiroide per iperplasia nodulare (senza cure conseguenti, a parte eutirox). Grazie.

Risposta della dottoressa Buser:
Caro Luigi,
Il lento, ma costante innalzamento del marcatore tumorale Ca 15-3 sull’arco di 4 anni dà adito al sospetto di una tardiva recidiva del carcinoma mammario trattato 12 anni or sono. Tuttavia, visto l’aumento molto lento del marcatore tumorale, è possibile che le metastasi non siano ancora evidenziabili agli esami radiografici. Il follow up non avrebbe potuto essere effettuato più scrupolosamente. Purtroppo per il momento non si può fare di più. E’ consigliabile ripetere i controlli periodicamente, ogni 6-12 mesi ca. Inoltre, è opportuno che Sua moglie avvisi il medico qualora accusasse insoliti disturbi tra un controllo periodico e l’altro. E’ sconsigliabile iniziare qualsiasi terapia prima che la ripresa della malattia non sia conclamata e neppure palpabile e fintanto che Sua moglie si sente bene.



Domanda di AKI:
Salve signora Buser,
Da circa 15 mesi prendo l'Arimidex. Purtroppo mi fa aumentare il tasso del colesterolo. Attualmente ho un valore di 8.0mmol/l. Ora prendo anche 20mg al giorno di Statin. Anche la pressione è salita da valori normali a 140/100. In particolare il valore "inferiore" è salito molto. Il mio medico dice che sarebbe meglio prendere il Tamoxifen anziché l'Arimidex. Pensa che sarebbe giusto? A parte quanto sopra e un po' di stanchezza non ho altri effetti collaterali.

Risposta della dottoressa Buser:
Salve AKI,
Non so se nel suo caso a causa dell'aumento del tasso del colesterolo e della pressione sia sensato prendere il Tamoxifen al posto dell'Arimidex, non ho sufficienti informazioni per una valutazione. In particolare sarebbe importante sapere quali altre misure sono state prese per abbassare il colesterolo e la pressione e da quando. Il suo oncologo potrá valutare meglio la situazione.
Se sono state prese tutte le misure possibili ma senza risultato, consiglierei di fare una pausa con l'Arimidex per 4 - 8 settimane. Se il colesterolo e la pressione dovessero continuare ad essere alti, allora bisognerebbe cercare un'altra causa per questi problemi. Se invece dopo la pausa con l'Arimidex i valori si normalizzano, allora consiglierei anch'io di passare al Tamoxifen o eventualmente ad un altro inibitore dell'aromatasi (Femara, Aromasin). Tuttavia anche il Tamoxifen e gli altri inibitori dell'aromatasi hanno effetti collaterali.



Domanda di akinom:
Radioterapia nonostante ablazione

Gentile dottoressa Buser,
Il 5.7. mi è stato amputato il seno destro e dal 5.8. sono in un programma di chemioterapia di 24 settimane (parte 1: Doxorubicin e Cyclophosphamid; parte 2: Taxotere). A partire da metà gennaio mi viene raccomandata una radioterapia (probabilmente 30x) per lo stretto margine del taglio e perché 2 dei 16 linfonodi eliminati erano malati. Le mie dottoresse mi consigliano di fare subito tutto il possibile, per potere vivere il più a lungo possibile senza disturbi. Anche lei è favorevole a una radioterapia? È possibile effettuarla in modo molto differenziato? Ci vogliono sempre 30 giorni per ottenere dei risultati positivi? Grazie della sua cortese risposta e distinti saluti autunnali

Risposta della dottoressa Buser:
Buongiorno akinom,
Mi domanda se sono favorevole ad una radioterapia. Per potere rispondere adeguatamente a questa domanda, dovrei disporre dei risultati del patologo che ha analizzato il suo tumore.
La raccomandazione delle sue dottoresse deve avere sicuramente un motivo ben preciso (per esempio: tumore di grosse dimensioni, interessamento esteso delle ascelle, margini del taglio non per certo privi di tumore ed altro). La decisione se fare la radioterapia dopo un’amputazione di tutto il seno dipende dunque da tanti fattori. Una valutazione precisa può essere fornita solo dalla dottoressa che la cura.

In generale si può dire:
Oggi la radioterapia costituisce un trattamento standard. Si cerca di sottoporre la paziente al trattamento individuale più adeguato. Per ridurre al minimo gli effetti collaterali, la dose complessiva viene ripartita per lo più in dosi giornaliere (2 Gy per dose) e somministrata per un periodo di cinque - sei settimane. Temo che dopo l'operazione totale, come nel suo caso, non si possa ridurre la durata della radioterapia. Nell'opuscolo
La radioterapia della Lega contro il cancro troverà ulteriori informazioni. Comunque ne parli ancora con la sua dottoressa.


Domanda di Wüsten:
Ho 39 anni e sono stata operata al seno. La prossima settimana inizio la chemioterapia. Ho un partner fisso ma non voglio bambini. Quale anticoncezionale posso utilizzare? Devo continuare a prendere la pillola? Ho smesso di prenderla solo il giorno dell'operazione. Grazie della risposta.


Risposta della dottoressa Buser:
Buongiorno Wüsten,
Deve assolutamente concordare con il suo oncologo le misure anticoncezionali durante la chemioterapia che devono iniziare prima della chemioterapia. Nel periodo del trattamento non deve assolutamente rimanere incinta, poiché l'embrione può risultarne gravemente danneggiato. In presenza di un tumore del seno legato agli ormoni si dovrebbe evitare di prendere la pillola. Inoltre una parte del principio attivo della pillola potrebbe andare persa se la chemioterapia la fa rigettare. E in tal caso non vi è più una protezione al 100%. Durante la chemioterapia si raccomanda in genere l'uso della spirale (a base di rame). Non volendo più figli, si può pensare anche alla sterilizzazione propria o del partner.
La cosa migliore è parlarne con la ginecologa o il ginecologo che conosce esattamente la sua situazione e potrà raccomandarle il metodo più adeguato.



Domanda di Brustaufbau:
Chi sa qualcosa di ricostruzione del seno? Com'è dopo un'operazione? Ho due possibilità: col silicone o con tessuto proprio, tolto dall'addome, ma non riesco a decidermi e non conosco nessuno che abbia fatto una delle due cose. Nel marzo 2011 mi è stato amputato l'intero seno sinistro, non ho dovuto fare la chemioterapia, ma devo prendere medicine per 5 anni.

Risposta della dottoressa Buser:
Buongiorno Brustaufbau,
Lei è di fronte a una decisione molto difficile e cerca donne che sono disposte a comunicarle le proprie esperienze con la ricostruzione del seno.

Può domandare alla
Lega contro il cancro del suo cantone se ci sono organizzazioni di auto-aiuto per donne che hanno subito l'amputazione del seno e/o formulare la domanda sul Forum cancro.

Inoltre può richiedere un ulteriore colloquio con il chirurgo oncoplastico ed informarsi dettagliatamente sui pro ed i contro delle due operazioni.

Infine ha la possibilità di procurarsi un secondo parere.


L'opuscolo della Lega contro il cancro Un nuovo seno? e fornisce un panorama delle diverse tecniche per la ricostruzione del seno.


Domanda di madi:
Nel marzo 2011 una mia conoscente si è sottoposta ad una mammografia e le è stata rilevata un'alterazione nel tessuto al seno sinistro. Il ginecologo le ha fatto un'ecografia e ha riscontrato un ispessimento del tessuto. Secondo il ginecologo nulla di maligno, le ha consigliato di sottoporsi una volta all'anno ad un controllo.
Poiché il seno della mia conoscente di quando in quando è molto sensibile e addirittura dolorante, in ottobre si è decisa a ripetere le analisi. E ha ricevuto la stessa risposta della prima volta. La mia domanda è: questo ispessimento del tessuto può trasformarsi in futuro in cancro? Ora i controlli vengono svolti ogni 6 mesi. Lei cosa pensa di questo argomento?
Grazie della risposta. madi

Risposta della dottoressa Buser:
Buongiorno madi,
La maggior parte delle alterazioni del tessuto del seno sono benigne. Il tumore del seno più frequente e di origine benigna, è il fibroadenoma esso insorge più che altro nelle donne giovani. Nelle donne meno giovani si riscontra più spesso una cosiddetta mastopatia, vale dire un'alterazione nodosa diffusa, che spesso comporta numerosi indurimenti in entrambi i seni.

Anche in caso di mastopatia si osservano alterazioni delle ghiandole e del tessuto simili a quelle del fibroadenoma, ma il più delle volte esse sono diffuse in tutto il seno.

In base a quello che lei mi descrive non sono in grado di giudicare se si tratti di una delle due alterazioni descritte. Dica alla sua conoscente di chiedere al suo ginecologo / alla sua ginecologa se si tratta di una di queste due alterazioni e se non sia il caso di effettuare una biopsia.
Il ginecologo / la ginecologa saprà consigliarla se sia indicato sottoporsi a controlli ogni sei mesi. Il ginecologo può sempre effettuare una biopsia se l'alterazione del tessuto dovesse modificarsi. Solo prelevando un campione di tessuto (biopsia) si può verificare se l'alterazione è di origine benigna o maligna. Il metodo standard per prelevare del tessuto è la biopsia tramite ago a scatto.



Domanda di AnKa:
Ho 49 anni. 7 mesi fa mi è stato diagnosticato un cancro al seno. Oltre alle altre terapie devo prendere anche un antiestrogeno. Pur non avendo cambiato niente nelle mie abitudini alimentari, questa medicina mi ha fatto aumentare di 7 chili in 7 mesi,. Certo, nella mia situazione attuale, l'aumento del peso non è il problema principale. Tuttavia mi chiedo: devo accettare questo effetto collaterale della terapia oppure devo cambiare la mia alimentazione per cercare di non ingrassare più? Se mi consiglia la seconda soluzione cosa posso fare, a parte molto movimento, molta frutta e verdura e pochi zuccheri? Oppure nei prossimi 4 anni e mezzo dovrò accettare di ingrassare ancora?
Cordiali saluti e grazie della risposta, AnKA

Risposta della dottoressa Buser:
Cara AnKA,
In ogni situazione della vita è importante sentirsi bene nella propria pelle. Ingrassare non fa piacere a nessuno.
Anche un aumento di peso dovuto a misure mediche – come la prescrizione di antiestrogeni – può essere efficacemente contrastato facendo regolarmente moto e modificando le abitudini alimentari. Su questo tema le consiglio di leggere i seguenti opuscoli della Lega contro il cancro:

Attività fisica e cancro
Un'alimentazione equilibrata rafforza la salute

Lei conosce i principi di un'alimentazione sana. Tuttavia una consulente nutrizionale le potrà indicare come alimentarsi in modo ancora più equilibrato.
Un diario dell'alimentazione è un utile strumento per riconoscere eventuali possibilità di ottimizzazione delle sue abitudini alimentari. Prenda nota per una settimana di tutto ciò che mangia e beve e dei relativi orari. E prenda nota anche delle bevande contenenti calorie. In questo modo si potrà preparare adeguatamente al primo colloquio con la consulente nutrizionale.
Chieda al suo medico curante di prescriverle una consulenza nutrizionale.
L'associazione svizzera dietiste-i diplomate-i SSS/SUP fornisce gli indirizzi delle specialiste nella sua zona.

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