2015 - Cancro del seno


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2015 - Cancro del seno

Messaggioda admin » mer 30 set 2015 13:41

La Prof. Dr. med. Monica Castiglione risponde a tutte le vostre domande sul cancro del seno.
Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.
Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di Buchi54:
Ho un cancro al seno (operata nel 1999, chemio, radiazioni, 5 anni trattamento con tamoxifene) con metastasi alle ossa dall’agosto del 2012, diffuse in tutto il corpo. Ho subito già 3 fratture del ramo pubico, senza essere caduta. Da allora sono stata sottoposta a 30 infusioni di Zometa e sotto forma di compressa ho assunto Tamec, Letrozolo e ora Aromasin con Infinitor. Qual è la mia speranza di vita? Come si presenta nella maggior parte dei casi l’ulteriore decorso della malattia? Durante gli ultimi due anni ho goduto di un’ottima qualità di vita. Tuttavia, il marcatore tumorale continua ad aumentare, per questo motivo sono passata ad Infinitor che finora però ho difficoltà a tollerare.

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno signora Buchi54
Sono lieta di apprendere che, nonostante la sua malattia tumorale al seno, le metastasi alle ossa e le fratture all’osso pubico, negli ultimi anni abbia goduto di un’ottima qualità di vita.
Purtroppo il valore del marcatore tumorale è aumentato, il che può significare che la malattia sta progredendo. Per questo motivo, l’oncologo Le ha consigliato di passare ad Aromasin e Afinitor (formulando la Sua domanda intendeva sicuramente questo farmaco). Ora è preoccupata e si pone interrogativi sull’ulteriore sviluppo della malattia. Inoltre, mi chiede quale sia la Sua speranza di vita. Una domanda più che comprensibile, ma alla quale è molto difficile, se non addirittura impossibile, dare una risposta.
Nella maggior parte dei casi, è impossibile fare previsioni sul decorso di un cancro al seno. Quest’ultimo dipende infatti da diversi fattori, come ad esempio dall’aggressività del tumore, dalla risposta al trattamento, ma anche dallo stato di salute della paziente e dalle interazioni con altre malattie. Inoltre, dal momento che le statistiche rispecchiano soltanto un valore generale e non possono essere applicate su una singola paziente, in base ai dati statistici molto probabilmente non sarebbe possibile trarre alcuna conclusione sulla Sua speranza di vita.
Per saperne di più sugli effetti collaterali di Afinitor, di cui Lei soffre, le consiglio di parlarne con la Sua oncologa o con il Suo oncologo che insieme a Lei provvederà a cercare soluzioni per ristabilire una buona qualità di vita, affinché possa riprendere a vivere con più serenità.



Domanda di Eichbüel:
Il Centro di Senologia dell’Ospedale Universitario di Zurigo mi offre la giusta assistenza? Dal 2 ottobre sono in possesso di un referto istologico e sto aspettando i risultati PET/TC-RM, nonché un appuntamento per un colloquio medico. L’attesa è sempre e ovunque così lunga e snervante? Ho un carcinoma duttale invasivo triplo-negativo G2. Molte grazie della risposta!

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno Eichbüel
Di recente Le è stato diagnosticato un cancro al seno, una notizia di grande impatto emotivo che può suscitare paure e incertezze. La reazione di adottare il più presto possibile misure per riacquistare la salute è condivisa dalla maggior parte degli interessati. L’attesa di appuntamenti, visite mediche e colloqui può diventare e insopportabile. Dal punto di vista medico, però, non è né pericolosa né comporta alcuno svantaggio, su questo posso rassicurarla.
Sì, il Centro di Senologia dell’Università di Zurigo è affidabile e competente. Qualora nel frattempo non abbia ancora ottenuto alcun appuntamento, Le consiglio di chiamare il Centro e di farsene dare uno in tempo utile per parlare con il medico competente.



Nuova domanda di Eichbüel:
La ringrazio. La Sua risposta mi ha aiutata molto e ora ho anche un appuntamento!
Ora le vorrei domandare:
quanto portei aspettare (al massimo) senza operazione dal punto di vista medico? Al momento mi sento ancora in forma.
Grazie della Sua risposta!

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno Eichbüel
Sono lieta che la mia risposta l'abbia aiutata.
Quasi per tutte le donne l'asportazione chirurgica del tumore costituisce il passo più significativo della terapia.
Poiché al momento si sente in forma, le consiglio di non attendere troppo con l'operazione.
La degenza all'ospedale dura nella maggior parte dei casi tra quattro e cinque giorni e le donne si riprendono rapidamente dall'operazione.



Domanda di Alice M. C.:
Buongiorno,
una mia zia paterna e sua figlia sono entrambe morte di cancro al seno. La mia domanda è quindi: ho una maggiore probabilità di ammalarmi di cancro?

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno,
Lei è preoccupata per il Suo rischio di cancro perché Sua zia e Sua cugina sono entrambe decedute di cancro al seno.
Per avere ulteriori informazioni su un eventuale rischio familiare di cancro ne parli con il Suo medico di famiglia o con uno specialista presso un centro di consulenza genetica. Per esempio, può rivolgersi alla
Società Svizzera di Genetica Medica o al Gruppo svizzero di ricerca clinica sul cancro
Nell’opuscolo «Rischio di cancro ereditario» troverà molte informazioni al riguardo.


Domanda di rt:
Buongiorno,
dall’età di 30 anni devo sottopormi ogni anno a una risonanza magnetica perché nella mia famiglia si sono verificati casi di cancro al seno. Attualmente allatto ancora due volte al giorno il mio bambino di 8 mesi. Pensa che dovrei interrompere l’allattamento per fare una nuova risonanza magnetica? L’ultima risale a più di due anni fa perché proprio quando avrei dovuto sottopormi all’esame mi sono accorta di essere incinta. A suo parere bisogna fare un test genetico o cercare prima di avere ancora un altro figlio? E come proteggersi dal cancro dell’ovaio? Le sarei molto grata se potesse darmi un ulteriore parere. E colgo l’occasione per ringraziarla del suo impegno.

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno,
i Suoi dubbi riguardano la risonanza magnetica durante l’allattamento, eseguire un test genetico o avere un altro figlio e la protezione dal carcinoma ovarico.
Il problema della risonanza magnetica è il passaggio nel latte materno del mezzo di contrasto impiegato per l’esame. Oggi esistono mezzi di contrasto che non richiedono l’interruzione dell’allattamento se non per poche ore. Si informi presso il centro in cui si è precedentemente sottoposta alla risonanza magnetica oppure ne parli con il Suo medico.
Il Suo rischio più elevato di cancro al seno è noto. Ne deduco che la Sua domanda a proposito di un test genetico si riferisca al pericolo di trasmissione di geni «a rischio» al Suo futuro figlio e all’eventualità che Lei sia portatrice di mutazioni dei geni BRCA1 o 2, in considerazione del fatto che in tal caso il rischio di cancro dell’ovaio va spesso di pari passo con il cancro al seno.
Contatti la
Società Svizzera di Genetica Medica o il Gruppo svizzero di ricerca clinica sul cancro , sapranno consigliarla e informarla.


Domanda di Pri:
Buongiorno,
ho 33 anni e soffro di un carcinoma mammario scoperto alla fine dell’allattamento. Ho subito una tumorectomia e ho terminato 6 cicli di chemioterapia. Sto proseguendo la cura con Herceptin, radioterapia e ormonoterapia. Il tumore si era esteso ai linfonodi, più di 20, ma per fortuna nessuna metastasi. Cerco di tenere alto il morale e ho 2 figli in tenera età... qual è la mia prognosi? Qual è il rischio di recidiva, vista la diffusione ai linfonodi? Non sarebbe saggio sottoporsi a mastectomia? Grazie per la sua risposta.

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno,
Lei si chiede qual è la Sua prognosi e il Suo rischio di recidiva in considerazione dei linfonodi colpiti e se non sarebbe più saggia una mastectomia.

I Suoi dubbi sono perfettamente legittimi e comprensibili! La maggior parte delle persone confrontate con un cancro vuole sapere cosa deve aspettarsi.

La prognosi dipende da molti fattori. La Sua équipe medica, composta da specialisti di diverse discipline, conosce al meglio la Sua anamnesi, il Suo tipo di cancro, lo stadio e le caratteristiche della Sua malattia e la Sua reazione alle terapie, e può esaminare tutti questi dati incrociandoli con le statistiche di sopravvivenza per formulare una prognosi.
In generale, la sopravvivenza si definisce come la percentuale di malati ancora in vita a distanza di un determinato numero di anni (per esempio 1, 3, 5 o 10) dal momento della diagnosi.
Le statistiche di sopravvivenza sono di natura molto generale, e benché siano utilizzate per stabilire una prognosi, devono essere interpretate con molta prudenza, poiché:
• sono approssimazioni molto generali
• possono variare considerevolmente a seconda dello stadio della malattia
• si basano su grandi numeri di persone affette dal cancro e non permettono di prevedere con precisione cosa accadrà a una specifica persona
• si basano su dati che possono risalire a molti anni prima e che dunque non riflettono necessariamente i recenti progressi terapeutici
• non tengono necessariamente conto della presenza di altre malattie, delle reazioni individuali a determinate cure o delle persone decedute per cause diverse dal cancro.

Per questo motivo solo la Sua équipe medica, che conosce bene tutti questi elementi, può esaminare i dati incrociandoli con le statistiche di sopravvivenza per giungere a una prognosi. Potendo studiare tutti gli aspetti della Sua malattia saprà valutare al meglio il Suo rischio di recidiva e raccomandarle o meno una mastectomia.
Tenga però sempre presente che una prognosi di sopravvivenza, con o senza conseguenze sulla salute, è una domanda alla quale è quasi impossibile rispondere con certezza in un caso specifico.



Domanda di Lyn:
Mia madre si è ammalata di cancro al seno nel 2008 e due anni fa le sono state diagnosticate delle metastasi alle clavicole. Un mese fa si è scoperto che le metastasi si sono ingrandite malgrado l’impiego di farmaci che avevano proprio l’obiettivo di arrestarne la crescita. Da allora prende un farmaco in più, che la rende stanca e nervosa. Io ho 20 anni e mia sorella ne ha 17, e per noi che viviamo con lei la situazione è molto difficile perché non sappiamo proprio come gestire i suoi sbalzi d’umore. Qual è il comportamento migliore da adottare con nostra madre? E come affrontare con lei questa problematica?

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno,
vi trovate a vivere una situazione molto difficile per tutte voi.
Lei e Sua sorella non sapete più come comportarvi con vostra madre. Oltre al tormento motivato dal suo stato di salute dovete gestire i suoi sbalzi d’umore.
Ciascuno reagisce in modo diverso al cancro. Tutto dipende dalla personalità, dal vissuto, dallo stato d’animo, dalla situazione di vita e dall’evoluzione della malattia.
Ammalarsi di cancro e sottoporsi a cure non è solo una sfida per il corpo. È anche una prova psicologica ed emotiva. Emergono sentimenti forti: paura, collera, tristezza, speranza, disperazione, delusione… Si pongono questioni che prima non ci avevano forse mai sfiorato. Sulla vita, la morte, l’amore... Sono emozioni e riflessioni che certamente preoccupano vostra madre. Sono assolutamente normali.
Il cancro suscita uno stress emotivo anche tra le persone care. Che lo voglia o no, l’ambiente familiare finisce per «essere colpito» a sua volta dalla malattia.
In questa situazione una buona comunicazione è fondamentale. Esprimere i propri sentimenti, qualsiasi siano, è un primo indispensabile passo per affrontare e gestire al meglio le difficoltà che state attraversando.
Accade però spesso che in questi momenti le emozioni siano talmente forti che è difficile comunicare «in maniera adeguata». È allora saggio, per tutti, farsi aiutare da figure professionali specificatamente formate per occuparsi delle ripercussioni della malattia. Queste persone sanno cosa state passando. Non esitate a rivolgervi a loro. La
Lega del vostro Cantone o la più vicina al vostro domicilio saprà indirizzarvi al meglio a uno specialista.
La
Linea cancro della Lega svizzera contro il cancro propone varie forme di sostegno, che troverete a questo indirizzo.


Domanda di Jeannine:
Buongiorno professoressa Castiglione
Sto scrivendo come lavoro di bachelor una Systematic Review sul cancro del seno. Vorrei sapere da Lei qual è lo stato attuale dell'evidenza in relazione alla terapia del movimento per le donne affette da cancro del seno e qual è il tema più sensato per una Systematic Review.
La ringrazio della Sua cortese risposta e la saluto cordialmente Jeanine Walder, psicoterapeuta in formazione

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
La ringrazio della domanda Jeanine.
In merito all'evidenza dell'utilità dell'attività fisica regolare in caso di cancro del seno: lo sport può influenzare positivamente il decorso della malattia. Già 30 minuti di walking al giorno migliora la prognosi, allevia la stanchezza dovuta alla terapia, facilita il controllo del peso e rasserena l'umore. Inoltre il moto ostacola l'osteoporosi, un effetto collaterale indesiderato delle terapie antiormonali con inibitori dell'aromatasi. L'effetto positivo si manifesta anche se la paziente inizia ad allenarsi regolarmente solo dopo la diagnosi. Dunque, non è mai troppo tardi. E mezz'ora di walking, yoga o aqua-fit è alla portata anche delle persone poco sportive. Anche nella vita di tutti i giorni si possono modificare piccole abitudini per fare più moto: per esempio salire e scendere le scale anziché utilizzare le scale mobili o l'ascensore oppure andare alla posta in bicicletta anziché in macchina.
Non mi è chiaro se Lei scrive una review sul cancro del seno e la terapia del movimento oppure se cerca altre proposte di questioni da analizzare. Nel secondo caso:
La mia esperienza insegna che le pazienti affette da cancro del seno spesso pongono le seguenti domande, alle quali una fisioterapista dovrebbe essere in grado di rispondere fondatamente:
- È vero che la terapia ficisa può contribuire a trasportare cellule maligne in altri organi?
- È fondato il timore che l'attività sportiva possa condurre alla formazione di un linfoedema in seguito all'asportazione chirurgica di linfonodi in caso di cancro del seno?
Magari deciderà di fare una di queste domande oggetto della Sua systematic review.



Domanda di Maugli:
10 anni fa ho avuto un DCIS con cellule her2neu di grado 3. Fu fatta un'operazione conservativa del seno con radioterapia. Quest'anno in luglio ho sentito una ghiandola linfatica sotto il braccio. La biopsia ha rilevato cellule her2neu. In base all'IRM e all'ecografia non è risultato un tumore al seno!!!
Nel PETscan non sono state trovate metastasi. Ora ogni 3 settimane mi viene somministrato Docetaxel con Herceptin e Perjeta in 4 cicli e inseguito Epirubicin con Cyclophosphamid. In seguito, operazione con asportazione del seno e poi radioterapia all'ascella. La mia domanda: quale terapia applichereste in Svizzera e quali sono secondo Lei le mie opportunità? La ringrazio in anticipo e la saluto cordialmente
R. K. Lussemburgo

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Salve
le sono state trovate cellule Her2neu nei linfonodi dell'ascella. Ora Lei vorrebbe sapere se il trattamento in Svizzera è lo stesso che in Lussemburgo.
In Lussemburgo e in Svizzera le affezioni tumorali vengono trattate in base a linee guida internazionali. La terapia che le viene prospettata corrisponde alle linee guida internazionali per il trattamento del tumore del seno.
La domanda relativa alla prognosi è comprensibile, ma è difficile rispondervi. Tuttavia Lei dovrebbe avere buone opportunità, visto che le metastasi si sono formate solo all'ascella.



Domanda di Margarette:
20 anni fa sono stata operata per un cancro del seno, con asportazione della mammella destra. Il mio medico non ha ritenuto necessario procedere a una radioterapia dopo l'intervento, poiché aveva rimosso 26 linfonodi e tutti erano sani. Purtroppo adesso ho un tumore al polmone e 4 metastasi di cancro del seno. Da quasi un anno prendo il Femara. L’ultima volta, il marcatore CA15-3 aveva un valore di 31,7. Mi ha visitata anche un chirurgo toracico. Secondo lui sarebbe possibile rimuovere il tumore e le 4 metastasi senza complicazioni. Il mio oncologo però ritiene che l'intervento al polmone sia SPERIMENTALE, poiché nel mio caso si tratta di metastasi di cancro del seno. Lei cosa ne pensa?

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione:
Buongiorno Margarette,
per prima cosa vorrei dirle che mi dispiace molto che abbia subito una recidiva dopo 20 anni.
Non mi è chiaro se il tumore del polmone sia anch'esso una metastasi, come le altre quattro. Se si tratta di un tumore indipendente dal cancro del seno, un intervento chirurgico potrebbe costituire un'opzione di trattamento. In questo caso, il Suo specialista di riferimento è giustamente un esperto di malattie polmonari.
Da un anno riceve un trattamento con Femara. Si tratta di una decisione corretta, poiché il cancro del seno metastatico non è più una malattia locale ma sistemica, ossia che concerne tutto il corpo. L'asportazione chirurgica di una metastasi è un intervento che si effettua solo in situazioni molto rare e senza intento curativo, ma solo per alleviare i disturbi locali.
Il marcatore tumorale CA15-3 viene impiegato prevalentemente per il controllo del decorso. Attualmente è solo lievemente aumentato, praticamente normale. Ma per valutare correttamente questo parametro è necessario conoscere il suo andamento nel tempo. Inoltre, l'andamento dei valori di questo marcatore può essere modificato da svariati altri fattori, anche indipendenti da un cancro.
Le consiglio di rivolgersi a un centro di senologia certificato, dove potrà ricevere un'esaustiva consulenza da un team di specialisti interdisciplinari.
Le consulenti della Linea cancro Le forniranno i recapiti dei centri di senologia in Svizzera.

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