2012 - Sessualità femminile


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2012 - Sessualità femminile

Messaggioda admin » mar 5 giu 2012 16:43

La dott.ssa med. Monika Bénayat, ginecologa presso lo studio medico in via Gutenbergstrasse 21, 3011 Berna, risponde alle vostre domande:


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di Schaila:
Soffro di cancro intestinale e attualmente vengo sottoposta a una chemioterapia. Al momento non provo alcun desiderio sessuale. Come posso dirlo a mio marito senza ferirlo? Potete darmi qualche consiglio? Molte grazie e cordiali saluti, Schaila

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Schaila
Posso capire benissimo che al momento non prova alcuna voglia di fare sesso. A causa della malattia è normale e frequente che il desiderio al rapporto sessuale diminuisca.
Rifletta in primo luogo sui propri sentimenti e sulle proprie esigenze. Forse Le farebbe piacere che Suo marito La abbracci amorosamente o forse preferisce soltanto passare una serata a lume di candela con lui. Sia sincera e gli spieghi come si sente momentaneamente e come preferirebbe vivere il sesso al momento. Cerchi di scoprire in ogni caso anche i suoi desideri e le sue esigenze sessuali le quali possono forse essere soddisfatte anche in maniera diversa che con il solo rapporto sessuale. L’amore e il rapporto di coppia vanno ben oltre la sessualità. Nell’opuscolo
Il cancro e la sessualità femminile trova numerose raccomandazioni e molti consigli su come vivere appieno la sessualità malgrado il cancro.
Se ha difficoltà di parlarne direttamente con Suo marito, non esiti a ricorrere ad assistenza professionale. In caso di bisogno i Suoi medici curanti o la
Lega contro il cancro nel Suo Cantone possono raccomandarle uno specialista (consulente sessuale, terapeuta di coppia, psico-oncologo ecc.).


Domanda di Saali:
Ho il cancro al seno e attualmente vengo sottoposta a una chemioterapia. Provo un forte desiderio di tenerezza e contatto fisico e il mio partner vorrebbe fare sesso. So che il cancro non è contagioso, ma non vi è il pericolo che i farmaci della chemioterapia possano essere trasmessi al mio partner, per esempio tramite le mucose?
Molte grazie della risposta. Cordiali saluti, Saali

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Saali,
Per il Suo benessere psichico e fisico è importante che tenga fede al Suo desiderio di tenerezza e che ne parli con il Suo compagno. Anche Lei è pronta a fare un ulteriore passo avanti e avere un rapporto sessuale con il Suo partner? La sessualità può essere vissuta e sentita in molti modi, tra cui anche tramite il rapporto sessuale.

Lei non ci ha indicato la Sua età. Per questo motivo vorrei affrontare brevemente anche l’argomento della prevenzione:
Durante il trattamento di chemioterapia deve evitare in ogni caso di rimanere in cinta perché i medicamenti possono danneggiare il feto e portare a malformazioni.
Ha perfettamente ragione quando scrive che il cancro non è contagioso, ma nel liquido vaginale possono rimanere tracce di farmaci chemioterapici che possono irritare le mucose del Suo compagno. Tuttavia, al momento si sa ancora pochissimo su questo argomento. Durante e fino a una settimana dopo il trattamento è in ogni caso opportuno che il Suo compagno utilizzi un profilattico per motivi precauzionali.



Domanda di Hüsli:
Mio marito ha un linfoma e attualmente viene sottoposto a una chemioterapia. Stavamo pensando a mettere su famiglia. Ora il sogno di avere un bambino sembra allontanarsi sempre di più. Siamo molto tristi. Quanto dobbiamo attendere ancora prima che io possa rimanere in cinta? Molte grazie della Sua risposta.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Hüsli,
Capisco perfettamente che questa situazione può essere molto opprimente per Lei e Suo marito. La maggior parte dei medicamenti utilizzati per la terapia contro il cancro possono causare malformazioni all’embrione e in seguito al feto anche dopo il trattamento. Per questo motivo, durante e dopo un trattamento con farmaci chemioterapici, si raccomanda di evitare assolutamente una gravidanza con metodi affidabili. La durata raccomandata di contraccezione varia da alcuni mesi a due anni, a seconda del medicamento somministrato. Consulti in ogni caso il medico curante di Suo marito.
I farmaci citostatici vengono eliminati dal corpo attraverso l’urina e le feci. Questo processo di eliminazione varia a seconda del medicamento somministrato. Piccole tracce di farmaci citostatici possono essere contenute anche nel liquido seminale e causare irritazioni della mucosa vaginale nonché dolori.
Per evitare il contatto del liquido vaginale con le mucose, agli uomini, durante una chemioterapia, oltre al metodo di contraccezione ormonale adottato dalla compagna, si raccomanda di utilizzare un profilattico.



Domanda di Signora S:
Buongiorno Signora Bénayat
Circa un anno fa mia madre ha dovuto farsi asportare il seno sinistro. Ora è guarita e oggi sta abbastanza bene. Ogni tanto però avverte dolori al seno sinistro, come se il seno fosse ancora lì. Cosa si può fare contro questi dolori? Può essere un effetto collaterale causato dai medicamenti che mia mamma deve ancora assumere contro il cancro? Cordiali saluti, E. S.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Signora S.
I dolori che descrive non sono tipici per medicamenti che vengono somministrati contro il cancro al seno. In base alla Sua descrizione presumo che si tratti di un dolore all’arto fantasma. Per essere del tutto sicura, Sua madre dovrebbe descrivere i dolori al proprio medico curante. Se si trattasse effettivamente di un dolore all’arto fantasma, ci sono diversi metodi per alleviare il dolore. Spesso aiuta una fisioterapia o l’agopuntura. Per alleviare questi forti dolori ricorrenti alcune persone rispondono bene alla stimolazione elettrica o ai farmaci antidepressivi.



Domanda di benjji:
Buongiorno,
Ho una sonda gastrica PEG che mi disturba quando faccio sesso. Cosa possiamo fare per evitare che questo "tubetto" ci infastidisca durante il rapporto? Molte grazie per la risposta.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno benjji,
Prima di tutto vorrei spiegare brevemente agli altri lettori cos'è una sonda gastrica PEG. La gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) è un collegamento diretto tra la parete addominale e lo stomaco a scopo di nutrizione artificiale. La sonda gastrica viene introdotta nello stomaco attraverso la parete addominale per mezzo di un endoscopio. Una piastra alla fine della sonda impedisce che il "tubetto" fuoriesca dalla parete addominale. Una seconda piastra all'esterno fa invece sì che la sonda non penetri nello stomaco. Dalla piastra esterna esce un tubo della lunghezza di ca. 15-20 cm.
Purtroppo non è da sola ad avere questo problema. Il "tubetto" può causare effetti fastidiosi di diverso tipo. Da una parte altera l'immagine corporea e dall'altra può ostacolare lo scambio di tenerezze.

Se non volete vedere la sonda, potete semplicemente coprirla. Ci sono vari modi per farlo, dia libero sfogo alla Sua creatività. Lo copra ad esempio con un bel foulard di stoffa stampata a disegni, con un pareo che può avvolgere intorno all'addome oppure con una cintura larga. Sono sicura che Le verranno in mente anche altre possibilità.

Nel corso degli anni, molte coppie iniziano ad abituarsi a una "posizione preferita". Se durante il rapporto il "tubetto" provoca fastidio o dolore, vale la pena provare un'altra posizione. In generale si può dire che va bene qualsiasi forma di contatto sessuale che soddisfa entrambi i partner, anche se può sembrare insolita.

La sessualità vissuta con il proprio partner non si limita soltanto al rapporto sessuale, ma può trasformarsi in qualsiasi altra forma di tenerezza e contatto fisico durante il quale il corpo prova il desiderio di essere accarezzato amorevolmente o in maniera da suscitare eccitazioni. Importante è di sperimentare tutti i sensi a nostra disposizione che possono contribuire a soddisfare i nostri desideri sessuali.



Domanda di Tom:
Con il mio compagno non abbiamo mai parlato di sesso perché è un argomento in cui ci siamo sempre capiti bene. Ora invece, dopo che il mio partner ha subito un intervento alla prostata, non siamo ancora riusciti a parlarne. Le terapie non sono ancora finite. Presumo perciò che non senta ancora il desiderio di avere un rapporto sessuale. Mi chiedo se rimarrà così anche in futuro. Non so quali effetti possano avere le terapie antitumorali sulla sessualità e non so nemmeno di cosa dobbiamo parlare. Invece di turbarlo con delle domande, preferirei aiutarlo. Può darmi un consiglio su come comportarmi e su cosa parlare? O è forse meglio aspettare che sia il mio compagno a cercare il dialogo? Molte grazie della Sua risposta!

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Tom,
Durante le terapie il desiderio sessuale si riduce notevolmente. Questo è del tutto normale. Capisco che da una parte non vuole assillare il suo partner di domande e metterlo così sotto pressione. Dall'altra parte, il benessere del suo compagno Le sta però molto a cuore. Parlarne in maniera prudente ma aperta può contribuire a comprendere le reciproche esigenze. Spieghi al suo compagno come si sente in questo istante e cerchi di scoprire i suoi desideri e le sue fantasie sessuali. Forse ci sono altri modi, oltre che al rapporto sessuale, per soddisfare queste esigenze. L'amore e le relazioni vanno oltre la sessualità. La Lega svizzera contro il cancro mette a disposizione un opuscolo con consigli per un colloquio di questo genere dal titolo
Il cancro e la sessualità maschile.

Nel opuscolo
Cancro della prostata trova informazioni sulla malattia e sulle terapie. La lettura di questo opuscolo forse La aiuterà a capire meglio la situazione in cui si trova il Suo compagno momentaneamente.
Forse il Suo partner ha semplicemente bisogno di tempo per imparare ad affrontare la situazione.

In questo caso potrebbe essere d'aiuto anche un colloquio con uno specialista, come ad esempio un psicooncologo. Per nomi e indirizzi può rivolgersi al team curante o alla
Lega della sua regione.


Domanda di Johanna:
A nostra figlia è stato diagnosticato un cancro del collo dell'utero e la settimana prossima dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico. Mia figlia ha un figlio di tre anni e lei e suo marito desiderano avere ancora un bambino. Sarà ancora possibile dopo l'operazione? Posso dare speranza a mia figlia, qualora toccasse questo argomento? Abbiamo un ottimo rapporto madre-figlia e discutiamo molte cose insieme.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Johanna,
Mi rallegra il fatto che Sua figlia può contare su di Lei.
Suppongo che si tratti di una lesione precancerosa alla mucosa cervicale che può essere curata mediante una conizzazione.
La conizzazione comprende l'asportazione di un piccolo cono di tessuto dal collo dell'utero. Dopo una conizzazione una donna non perde la capacità riproduttiva e può ancora partorire. Il rischio di un parto prematuro è tuttavia elevato. L'entità del rischio dipende dalla tecnica utilizzata durante l'intervento. Determinante per la scelta del metodo d'intervento è se in futuro si intende ancora avere figli. Questo argomento è stato sicuramente discusso in occasione del colloquio informativo prima dell'intervento. Per Sua figlia è importante informarsi quale tecnica di intervento (conizzazione a lama, con ansa o laser) è prevista. La conizzazione con laser presenta l'incidenza minore di parti prematuri. Un fattore determinante è anche l'intervallo che intercorre tra l'intervento e la successiva gravidanza. Le gravidanze nei primi tre mesi dopo la conizzazione sono quelle più a rischio.

Qualora la conizzazione non fosse sufficiente per asportare il tessuto alterato, è opportuno prendere in considerazione un'asportazione parziale dell'utero, ossia una cosiddetta trachelectomia.



Domanda di Sternschnuppe75:
Buongiorno signora dott.ssa Bénayat,
A causa di un cancro del collo dell'utero un anno e mezzo fa mi è stata effettuata una conizzazione con asportazione dell'utero. Prima di riavere un rapporto sessuale con il mio compagno è passato un bel po' di tempo. Rispetto a prima dell'operazione, ora non riesco più a raggiungere l'orgasmo. Ci sono anche altre donne con il mio problema?

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Sternschnuppe75,
Dopo una malattia tumorale e la perdita di un organo genitale, può succedere che il dolore emozionale causato dalla malattia provochi un calo del desiderio sessuale. Anche altre pazienti affette da cancro ne sono interessate. Ci vuole tempo prima di riconquistare la fiducia nel proprio corpo e il desiderio di fare sesso. Nell'opuscolo della Lega svizzera contro il cancro trova informazioni relative al
Cancro e la sessualità femminile.
In rari casi, un danno ai nervi può causare una (passeggera) perdita o un disturbo alle zone erogene con effetti sulla consueta sensibilità.
Chieda al suo medico curante se ciò può verificarsi anche nel Suo caso. Tuttavia, i nervi hanno la straordinaria capacità di riprendersi, ricollegarsi tra loro o assumere le funzioni di quelli danneggiati. Ciò richiede però alcuni mesi di tempo.



Domanda di Susanne:
Buongiorno,
Il mio desiderio di tenerezza e contatto fisico è diminuito da quando mi è stato diagnosticato il cancro dell'ovaio. Anzi, evito tutto ciò che è legato al contatto fisico e alla sessualità. Dopo l'operazione e gli interventi che ho subito, mio marito è stato molto comprensivo, ora però litighiamo sempre perché io mi tiro indietro. La perdita del desiderio è da ricondurre ai cambiamenti ormonali?

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Susanne,
Una malattia tumorale sconvolge l'anima e il corpo e suscita numerose esperienze dolorose che possono avere effetti su tutti gli ambiti della nostra vita. Spesso le pazienti vivono la sessualità in maniera limitata come Lei ora, soprattutto dopo un intervento chirurgico o durante le terapie. Questa situazione è causata dalla perdita dell'ovaia e pertanto degli ormoni che vengono prodotti in quest'ultima. La regolazione degli ormoni, i nostri sentimenti e il nostro pensiero sono legati alle nostre sensazioni sessuali. Ci vuole tempo prima di superare dolori emozionali e recuperare la fiducia nel proprio corpo. Le consiglio di non mettersi sotto pressione. Forse aiuterebbe parlarne apertamente con il Suo partner. Tentando di scoprire le esigenze del Suo compagno e spiegando i Suoi desideri forse si aprono nuove vie di vivere la sessualità. Se Le riesce difficile parlarne, Le consiglio di rivolgersi a uno specialista. Nell'opuscolo della Lega svizzera contro il cancro
Il cancro e la sessualità femminile trova informazioni utili su questo argomento.


Domanda di Michel:
Buongiorno, la mia compagna ha un cancro alla vulva. Mi ha detto che il chirurgo deve toglierle "tutto". Cosa vuol dire? Riuscirà ancora a provare qualcosa quando faremo l'amore? Quale sarà il suo aspetto fisico? Grazie delle vostre spiegazioni!

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Michel,
Un cancro alla vulva con ablazione totale della stessa rappresenta un’esperienza molto difficile per una donna. È possibile effettuare una ricostruzione, ma l'innervamento non è più lo stesso.
Se la sua compagna è d'accordo, vada con lei al prossimo appuntamento dal medico, il quale saprà spiegarle meglio qual è il tipo di operazione più indicata nel caso specifico. Con l'aiuto di schemi, foto, descrizioni, potrà illustrarle le conseguenze fisiche dell'operazione.
La Lega contro il cancro ha pubblicato un opuscolo intitolato
Il cancro e la sessualità femminile dove potrete trovare alcune riflessioni e degli indirizzi cui rivolgervi per ricevere supporto e consigli.
La sua compagna ha bisogno di tutto il suo sostegno durante questa fase assai pesante, che la sottoporrà a prove molto dure, sia fisicamente che moralmente. Per gestire al meglio tale difficile periodo, è necessario che lei le presti attenzione. L’opuscolo
Accompagnare un malato di cancro le fornisce alcune informazioni utili sull'accompagnamento e le difficoltà da affrontare.
Nel Forum francese della Lega contro il cancro, alla voce
Cancer de la vulve,«Loulou49», troverà una testimonianza molto interessante.


Domanda di Maya:
Buongiorno, non sono interessata da cancro, ma soffro di incontinenza. Durante il rapporto sessuale, ho emissioni di urina molto fastidiose che hanno effetti negativi anche sulla mia vita sessuale. C'è un rimedio? Ringrazio fin d'ora per una risposta.
Maya


Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Maya,
l'emissione involontaria di urina può avere effetti negativi sulla vita sessuale.
L'incontinenza può essere imbarazzante. Ci si sente poco attraente come donna e provoca sensazioni di vergogna che può addirittura portare ad evitare il rapporto sessuale.
Anche nel caso di un'incontinenza da stress, può capitare che, nel momento in cui il pene tocca e fa allungare la parete vaginale, subentri una perdita involontaria di urina durante il rapporto sessuale. Anche durante l'orgasmo può uscire urina. Ciò avviene per lo più a causa di una perdita di controllo in seguito all'attivazione del muscolo della vescica di cui possono essere interessate anche giovani donne senza problemi di incontinenza.
In casi non gravi di indebolimento del diaframma pelvico è possibile ottenere discreti risultati tramite trattamenti conservativi. Grazie a esercizi mirati, può essere rafforzato il diaframma pelvico e di conseguenza possono essere migliorate anche le funzioni sessuali. Per far fronte all'incontinenza, esistono infine anche metodi che prevedono la somministrazione di medicamenti o l'intervento chirurgico. Al fine di identificare il metodo adatto al caso Suo, Le consiglio di discuterne con il Suo ginecologo.

Una vita sessuale gratificante è in ogni caso possibile anche per chi soffre di incontinenza urinaria. Per questo bastano alcuni preparativi insieme al Suo partner:
• applicare le protezioni per il materasso e le lenzuola;
• tenere pronti degli asciugamani per aumentare il senso di sicurezza.
• Svuotare la vescia prima dell'atto sessuale.
• Le posizioni in cui viene esercitata la minore pressione possibile sulla vescica sono più idonee e aiutano a prevenire perdite involontarie di urina.

È inoltre tranquillizzante sapere che l'urina è praticamente priva di germi e che pertanto non può provocare infezioni.
Ancora un consiglio per evitare infezioni delle vie urinarie: andare al gabinetto dopo il rapporto sessuale può avere un effetto preventivo. Poiché l'uretra della donna è piuttosto corta, i patogeni, che durante il rapporto sessuale vi sono penetrati attraverso la mucosa, possono salire più facilmente. Chi dopo l'atto va al gabinetto, se ne libera attraverso la minzione, evitando in tal modo che si infiammi la vescica.



Domanda di sonnenblume:
Buongiorno dottoressa,
nel 2006 mi è stata asportata la mammella sinistra a causa di un carcinoma. In seguito sono stata sottoposta a una chemioterapia e a una terapia antiormonale con Zoladex. Poiché non sopportavo questo farmaco, nel 2008 mi sono stati asportati sia l'utero che l'ovaio. Da allora soffro di notevoli disturbi sessuali, come ad esempio una vagina molto asciutta e strappi della pelle, che provocano di continuo infiammazioni (cosiddette atrofie nella zona vaginale). Dal 2008 ho provato varie pomate e supposte, ma nessuno di questi rimedi sembra funzionare. Il mio ginecologo dice che devo farmene una ragione. Ma è possibile che alla mia età (48) debba proprio rinunciare al sesso e mettere a repentaglio anche il rapporto con mio marito? Sono molto avvilita e spero che possa darmi qualche buon consiglio. Ringrazio fin d'ora della Sua risposta. Cordiali saluti

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno sonnenblume,
l'attuale situazione La deprime e La rende triste.

L'asportazione di entrambe le ovaie causa una carenza di estrogeno. Questo è il motivo per cui la Sua mucosa vaginale si è assottigliata ed è diventata più vulnerabile. Durante il rapporto sessuale, la mancanza di questo ormone causa secchezza vaginale e prurito. In questi casi possono dare sollievo determinate pomate e supposte. Nel Suo caso purtroppo non hanno alcun effetto. Comprendo benissimo che non riesca a farsene una ragione.
Può essere che nel Suo caso la secchezza vaginale sia dovuta a una ragione più specifica?
Forse la penetrazione La intimorisce a causa dei dolori? La sessualità vissuta insieme non si limita solo al rapporto sessuale. Il coito non è l'unica forma per manifestare l'amore tra due persone. Tutto il corpo è sensibile a carezze amorevoli ed eccitanti. La sperimentazione deve comprendere tutti i sensi che abbiamo a nostra disposizione (vedere, sentire, annusare, assaggiare, tastare, ecc.).

Ammalarsi di cancro e i rispettivi trattamenti possono cambiare molte cose che finora erano sinonimi di sicurezza.

Come si sente come donna oggi rispetto al passato? Ha l'impressione di non essere più perfetta/desiderabile? Potrebbe questa essere anche una ragione per la reazione attuale del Suo corpo?
Ci sono situazioni in cui si sente eccitata e la Sua vagina e vulva si inumidiscono? In caso affermativo, pensa che sia possibile ristabilire questa situazione quando vuole avere un rapporto sessuale con Suo marito?
Scopra da sola se certe carezze nella zona intima sono in grado di provocarle eccitazioni. In seguito può condividire le esperienze fatte con Suo marito. Un'altra possibilità è che Lei e Suo marito vi accarezziate a vicenda senza che avvenga una penetrazione.

Un sessuologo può illustrarle altre possibilità per tornare a una vita sessuale soddisfacente. Per trovare indirizzi di sessuologi, può rivolgersi a un ginecologo.

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