2021 - Le consulenti del servizio InfoCancro rispondono


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2021 - Le consulenti del servizio InfoCancro rispondono

Messaggioda admin » gio 27 mag 2021 10:49

Ha domande sul cancro?
Colga quest’opportunità: dal 14 giugno al 26 luglio 2021 le consulenti della Linea cancro risponderanno alle Sue domande.

Trovate maggiori informazioni e il link per il formulario sulla
Pagina iniziale del forum

Le vostre domande e le risposte saranno pubblicate qui.

Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch


Cordiali saluti dalle moderatrici.

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Perché per il cancro si parla di sopravvivenza a cinque anni?

Messaggioda admin » gio 24 giu 2021 14:44

Domanda di Ungläubig

Buongiorno,

perché la scienza medica fa riferimento a un periodo di cinque anni quando si tratta di guarigione dal cancro (o di una recidiva, nel caso sia sorta cinque anni prima)? Perché allora non quattro, sei, dieci o addirittura vent’anni? Questi cinque anni hanno solo un valore statistico e non medico? Se sì, quale? O è una tattica? Grazie per la vostra risposta.

Risposta di Cornelia Orelli, consulente Linea cancro

Buongiorno,
i progressi nella diagnosi precoce, nella diagnostica, nella terapia e nelle cure di follow-up hanno aumentato le probabilità di sopravvivenza delle persone affette da un cancro. Nel frattempo, tra gli esperti si parla anche di un tasso di sopravvivenza a 10 o 15 anni.

In oncologia, il tasso di sopravvivenza a cinque anni viene prescelto al fine di valutare le varie opzioni terapeutiche mettendole a confronto. Tale tasso serve principalmente come indicatore di risposta alla terapia.
Quando si parla di un tasso di sopravvivenza a cinque anni, ciò non significa presumere che il paziente vivrà ancora al massimo cinque anni. Tale tasso indica in quale percentuale un gruppo di pazienti affetto da un determinato tipo di cancro è ancora in vita cinque anni dopo la diagnosi. Esso non contempla le persone che muoiono di un’altra malattia.

In medicina, i periodi superiori a cinque anni sono paragonabili a un’era geologica: il progresso scientifico procede e periodi di osservazione troppo estesi relativizzano gli effetti sulle probabilità di sopravvivenza di nuovi metodi di diagnosi precoce, nuove procedure diagnostiche, terapie e protocolli di follow-up. Viceversa, con periodi di osservazione inferiori ai cinque anni è più difficile riconoscere una tendenza rispetto a periodi di osservazione più prolungati.

Il valore prognostico del tasso di sopravvivenza a cinque anni è limitato. Una valutazione lungimirante della situazione tiene conto caso per caso dei singoli fattori, come per esempio dello stadio della malattia al momento della diagnosi, delle caratteristiche biologiche del tumore, delle condizioni generali del paziente, di eventuali malattie concomitanti e dell’età.

Quando ci si riferisce al cancro, la parola “guarigione” corrisponde al termine “remissione”, che indica l’assenza di segni della malattia. In tal caso si parla di remissione “completa”. Se la terapia riduce o arresta il tumore e per il momento non sono necessari ulteriori trattamenti, si parla di remissione “parziale”. A volte permangono delle cellule cancerose che non possono ancora essere rilevate utilizzando gli strumenti diagnostici attualmente disponibili. Queste cellule possono causare una successiva ricomparsa del cancro. Se si verifica questa eventualità, si parla di “ricaduta” o di “recidiva”, indipendentemente dal momento in cui essa si verifica. I medici dichiarano i pazienti oncologici guariti o in remissione quando il tumore non è più rilevabile cinque anni dopo la diagnosi. È però possibile una ricaduta dopo cinque anni.

Specialmente per quanto riguarda il cancro, il tasso di sopravvivenza a cinque anni è un valore prognostico attribuito in epidemiologia e statistica medica. Tuttavia, il suo significato prognostico è limitato, poiché da esso non si può desumere quanti pazienti saranno ancora in vita dopo più di cinque anni (per es. dopo 6 o dopo 15 anni) e quanti moriranno successivamente a causa della malattia. Il periodo di sopravvivenza si calcola a partire dal giorno della diagnosi: oggi le persone affette da un cancro vivono più a lungo, anche perché sempre più persone scoprono tempestivamente di avere un cancro.

I dati statistici sono difficili da trasferire alle singole persone. Farsi aiutare dal medico specialista a interpretare i dati statistici è un modo possibile per evitare conclusioni fuorvianti e per consentire all’interessato di prendere decisioni basate su informazioni.

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Trattamento del tumore della pelle

Messaggioda admin » gio 24 giu 2021 15:26

Domanda di V.W.

Buongiorno,
il padre di mio marito ha 78 anni ed è stato colpito ripetutamente dal tumore della pelle nero. Ha un’epidermide molto chiara e in passato si è esposto molto ai raggi del sole. Nell’estate del 2020, gli è stato scoperto il tumore della pelle bianco sul viso e qualche mese dopo il tumore della pelle nero sul naso. Quest’ultimo gli è stato asportato chirurgicamente in autunno, ma adesso è ricomparso e i medici vogliono incidere ancora più in profondità. Mio suocero non ci dice se il cancro ha metastatizzato, ma la sua ricomparsa mi preoccupa, specialmente perché è avvenuta in così poco tempo. Potrebbe prospettarmi alcune possibili terapie per lui, sia che si tratti di alimentazione o di qualche altro cambiamento nella vita quotidiana che potrebbe giovargli?


Risposta di Carine Neyens, consulente della Linea cancro

Buongiorno,
dopo un anno a Suo suocero è ricomparso il tumore della pelle nero (melanoma). La sua équipe di trattamento lo vorrebbe operare di nuovo, Lei è preoccupata e si chiede quali altre terapie potrebbero essere adatte a lui.

Per corroborare una guarigione definitiva o per ritardare la progressione della malattia, può essere utile, in aggiunta all’operazione, effettuare una terapia farmacologica e/o una radioterapia. Queste terapie di completamento non sono sempre indispensabili. L’opuscolo
«Il melanoma cutaneo» descrive con dovizia di particolari l’insorgenza, la diagnosi e le opzioni terapeutiche. Vi troverà informazioni su ulteriori trattamenti a pagina 26 e seguenti.

L’équipe curante di Suo suocero potrà rispondere nel migliore dei modi alle Sue domande. Una possibilità sarebbe quella di accompagnare Suo suocero a un consulto medico, sempre che egli lo desideri. Sul retro della scheda informativa
Scelta del trattamento: che cosa devo sapere? trova una lista di domande da porre al medico, che potrebbero essere interessanti anche dopo l’operazione.

Lei affronta un altro argomento importante, ovvero che cosa può fare Suo suocero nella vita di tutti i giorni per la propria salute adottando uno stile di vita consapevole, di cui
un’alimentazione equilibrata è un fattore essenziale. Trova altri aspetti importanti della prevenzione del cancro nella guida informativa Prevenzione del cancro.

Cordiali saluti

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Recidiva di sarcoma?

Messaggioda admin » gio 24 giu 2021 15:30

Domanda di: Bea1986

Buongiorno, nel 2015 ho avuto un sarcoma epitelioide del braccio sinistro. È stato asportato con resezione R0, poi ho ricevuto una radioterapia. Il follow-up si è concluso l’anno scorso (all’Ospedale universitario di Basilea). Da qualche giorno ho un rigonfiamento dello stesso braccio e della mano, non riesco più a indossare l’anello. Secondo il medico di famiglia è un linfedema, che attualmente viene trattato da un fisioterapista. Devo preoccuparmi, ossia, è possibile che l’edema si sia formato dopo 6 anni a causa di una recidiva? Non percepisco anomalie, il primo tumore sono riuscita a palparlo quando era grande 2,5 cm.

Grazie e cordiali saluti

Risposta di: Lilian Rey, consulente specializzata della Linea cancro

Buongiorno Bea,

Lei ha un linfedema e si chiede se la causa possa essere una recidiva del tumore. La Sua preoccupazione è comprensibile: il Suo trattamento è stato pesante.

Il tumore è stato asportato con un margine di tessuto sano. Da un anno si sono conclusi i controlli sistematici dopo le terapie. Dopo un trattamento di successo, più passano gli anni dal momento della diagnosi meno diventa probabile una recidiva del tumore. Oltre a un tumore e ai suoi trattamenti ci sono altre possibili cause di un linfedema, per esempio una lesione traumatica o un'infiammazione della pelle e dei tessuti.

Ciò nonostante, una recidiva si può escludere con sicurezza solo con i necessari accertamenti. Pertanto è opportuno che chieda consiglio presso il centro che L’ha seguita dopo le terapie all’Ospedale universitario di Basilea.

Le auguro che il responso La tranquillizzi.

Cordiali saluti

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Viaggiare all’estero - servizi di supporto

Messaggioda admin » gio 24 giu 2021 15:36

Domanda di vajud

Buongiorno, una persona con un cancro vorrebbe recarsi in Inghilterra per due settimane durante la chemioterapia. La Lega contro il cancro può aiutare a organizzare la terapia nel Paese di destinazione, oppure esistono altri servizi che se ne possono occupare?

Grazie mille per la vostra risposta

Risposta di Fabiola In-Albon, consulente specialistica della Linea cancro

Buongiorno Vajud,

una persona che conosce desidererebbe andare in Inghilterra durante una chemioterapia. Lei vuole sapere da noi se la Lega contro il cancro può dare una mano a organizzare la terapia.

Il servizio di informazioni sul cancro della Lega svizzera contro il cancro e le Leghe regionali contro il cancro non sono servizi medici.

Inoltre, per un malato di cancro un viaggio all’estero è possibile solo se il suo stato di salute lo consente.
In ogni caso, un viaggio del genere deve essere pianificato per tempo e con cura. Consigliamo alla persona colpita di discutere con la sua équipe curante in Svizzera su come organizzare le terapie all’estero. L'oncologo responsabile saprà fornirle indicazioni utili.
Un altro aspetto da discutere prima di partire è quali medicinali portare con sé e premunirsi affinché siano in quantità sufficiente. Bisogna anche sapere se i farmaci debbano essere refrigerati per il trasporto.
Nei viaggi in aereo, le medicine e i rispettivi foglietti illustrativi sono trasportati nel bagaglio a mano. Se la persona colpita dovesse assumere farmaci che sottostanno alla legge sugli stupefacenti, è necessario un certificato medico.

È fondamentale chiarire in anticipo quali sono le condizioni nel luogo di destinazione, ossia se è garantita un’assistenza medica, a quanto ammontano i costi privati e se sono disponibili i trattamenti necessari. Anche in questo caso l’équipe curante è in grado di fornire un sostegno.

I malati di cancro che viaggiano all’estero devono chiarire preliminarmente con la loro cassa malati in che misura sono assicurati i disturbi associati al cancro e/o alla relativa terapia.
La copertura di emergenze o trattamenti all’estero da parte di un’assicurazione malattia di viaggio privata dipende dal contratto stipulato. Spesso sono previste clausole che limitano o persino escludono le prestazioni assicurative all’estero se la malattia era già nota prima di iniziare il viaggio.

Cordiali saluti

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la differenza da una neoplasia e un carcinoma a cellule renali

Messaggioda admin » lun 5 lug 2021 15:29

Domanda di Antonella

L'esito da le seguenti indicazioni:< Tutto il nodulo descritto è costituito da una neoplasia a pattern solido e a margini esapnsivi, che prende contatto con la capsula renale. In parte sostituita da neoplasia.Tumore è sostenuto da da una proliferazione da cellule eosinofile a citoplasma ampio e granuloso di aspetto oncocitico.Le cellule sono risultate positive a per pancitocheratina, CD117,CK7,PAX-8,Ciclina D-1.Difficile e dubbia diagnosi differenziale tra un carcinoma a cellule renali di tipo cromofobo o un oncocitoma renale. Qual è la differenza tra i due carcinomi?è possibile una cura o sono terminali? suggerisce approfondimenti presso un centro specializzato che disponga di di metodiche di diagnostica molecolare e citogenetica dove?

Risponda di Cornelia Orelli Fachberaterin Krebstelefon

InfoCancro non è un servizio medico. Esula dalle nostre competenze consigliare quale iter sia più opportuno seguire, valutare le opzioni terapeutiche o esprimere giudizi prognostici. Lo stadio della malattia non emerge dal referto che ci sottopone. Voglia per cortesia consultare il medico curante per informazioni affidabili e precise, riferite al o alla paziente per la quale Lei sta raccogliendo informazioni.

Il carcinoma cromofobo a cellule renali è una variante istologica di tumore del rene che costituisce il 5 per cento dei casi di tumore del rene. Si tratta di un tumore maligno del rene.

L’oncocitoma renale è un tumore benigno del rene.

La differenza sostanziale tra un carcinoma cromofobo renale e un oncocitoma renale consiste nella capacità del primo di formare focolai di malattia a distanza dal suo luogo d’insorgenza (metastasi), in altre parole di propagarsi ad altri organi attraverso le vie sanguigne e/o linfatiche. I tumori benigni – al contrario – non metastatizzano.

Per un
secondo parerepuò rivolgersi a un istituto oncologico. In Svizzera, per esempio all’Istituto oncologico della Svizzera italiana ,(IOSI) visto che si esprime in lingua italiana.

Se il o la paziente risiede in Italia, può rivolgersi all’Associazione italiana malati di cancro, parenti e amici
AIMaC per essere indirizzata a una struttura sanitaria dedicata in Italia.

Con i migliori saluti.

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Dolori, problemi intestinali

Messaggioda admin » lun 5 lug 2021 15:57

Domanda di Fiorella

Buonasera, mi chiamo Gasparini Fiorella esiste un farmaco contro dolori da sarcoma che non mi faccia avere paresi intestinali, secchezza fauci, problemi intestinali

Risposta di Cornelia Orelli, consulente del servizio InfoCancro

I farmaci oppioidi rappresentano la classe di farmaci principale per il trattamento del dolore da cancro. Appartengono a questa classe la buprenorfina, il fentanyl, la morfina solfato, l’idromorfone, il metadone, l’ossicodone e il tapentadolo.

La stitichezza è l’effetto indesiderato più frequente, spesso aggravato da una scarsa alimentazione e idratazione nonché dall’immobilità o dallo scarso movimento. Se non trattata, può determinare l’occlusione intestinale. Per questo motivo, gli oppioidi vanno somministrati in associazione con lassativi per tutta la durata del trattamento e con una dieta ricca di fibre. Se dopo un paio di giorni di trattamento l’intestino non ha ripreso a funzionare normalmente, è opportuno incrementare l’assunzione di lassativi ed effettuare clisteri.

È opportuno rivolgersi al medico curante per un adeguamento della terapia antalgica e lassativa. InfoCancro non è un servizio medico. Esula pertanto dalle nostre competenze consigliare terapie.

I farmaci oppiodi possono essere una concausa della secchezza delle fauci. Altri fattori che determinano la secchezza delle fauci possono essere la disidratazione, la respirazione orale dovuta ad affanno respiratorio, la somministrazione di ossigeno, la radioterapia della zona testa collo. La secchezza delle fauci può essere molto invalidante e contribuire all’isolamento sociale. La comunicazione può risultare difficoltosa quando la bocca è secca, la lingua rimane attaccata al palato, le labbra sono fissurate e tese, parlare e deglutire provoca dolori. La secchezza delle fauci può favorire l’insorgenza della candidosi orale. Di norma la secchezza delle fauci non è considerata un’indicazione medica per un adeguamento della terapia antalgica. Le misure più efficaci per contrastare la secchezza delle fauci sono le seguenti:
- sorseggiare dell’acqua naturale in continuazione
- igiene orale e pulizia dei denti
- sostituto della saliva in forma di spray o di gel
- adeguamento della dieta (cibi morbidi accompagnati da tanta salsa)
- umidificatore

Per ulteriori informazioni generali La invito a consultare il nostro opuscolo

Dolori da cancro e loro cura

Per facilitare il dialogo con il medico curante, può essere utile tenere un
Diario del dolore e misurare l’intensità del dolore mediante un dolometro


Con i migliori saluti.

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Rialzo del PSA dopo l’operazione alla prostata

Messaggioda admin » gio 15 lug 2021 16:04

Domanda di Lodda
Buongiorno,
nel 2016 sono stato operato alla prostata. Mi è stata tolta completamente, perché era interamente invasa dal cancro.
Dopo l’intervento il PSA era 0,03. In seguito è cresciuto costantemente di 0,01 e oggi è arrivato a 0,15.
È necessaria una radioterapia adesso, o da quando?
Saluti

Risposta di Cornelia Orelli, consulente specializzata della Linea cancro
Lei si trova nella fase dei controlli periodici dopo una prostatectomia radicale (PR). L’innalzamento lento e costante del marcatore tumorale PSA (antigene specifico della prostata) L’ha spinta a domandarci se nel Suo caso, e da che momento, sia indicata una radioterapia. Presumibilmente, da una radioterapia si aspetta che il valore di PSA ridiscenda vicino allo zero.

Noi non siamo un servizio medico. Non siamo autorizzati a fornire un'indicazione per una radioterapia. Le raccomandazioni terapeutiche oltrepassano il nostro ambito di competenza. Pertanto La incoraggiamo a chiedere un colloquio con il Suo urologo per discutere di ciò che La preoccupa.

Per contro, quello che facciamo volentieri è aiutarla a preparare il colloquio con l'urologo, consigliandole di leggere il seguente materiale informativo:
- PSA dopo prostatectomia radicale
: Linee guida CARCINOMA DELLA PROSTATA Associazione Italiana di Oncologia Medica pagina 106 capitolo 6.2.1.
-
Scelta del trattamento:che cosa devo sapere?
-
Il cancro della prostata

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Gruppo di discussione e buona consulenzarispondono

Messaggioda admin » mer 21 lug 2021 15:29

Domanda di Bea:
Ho la micosi fungoide (linfoma cutaneo a cellule T). Dove posso trovare persone che soffrono di questo tipo di cancro e dove trovo una buona consulenza per questo tumore molto raro.


Risposta di Gabriella Pidoux, consulente Linea cancro:
Autoaiuto Svizzera propone sul suo sito Internet diversi gruppi di discussione, ma purtroppo per la Sua malattia non esistono gruppi di autoaiuto specifici. Poiché la micosi fungoide si manifesta con eruzioni cutanee, che influenzano sia l’immagine corporea (come si percepisce il proprio corpo) sia l’autostima (come ci si sente o come ci si vede), ho cercato gruppi con problemi di pelle. E ho trovano una rete che tratta “temi rari” a livello svizzero. La prego di rivolgersi al seguente indirizzo:
Zentrum Selbsthilfe
Feldbergstrasse 55
4057 Basel
061 689 90 90
mail@zentrumselbsthilfe.ch

A livello nazionale c’è il sito dell’associazione di autoaiuto Lymphome; consulti la rubrica “Supporto”.

Un’altra possibilità è quella di verificare presso il centro medico che La cura se ci sono altre persone con una malattia simile, che sarebbero disposte a confrontarsi con Lei.
Dalla Sua domanda non è chiaro riguardo a cosa vorrebbe scambiare opinioni: ad esempio, desidera saperne di più sul trattamento e lo sviluppo della malattia oppure sui disagi che provoca e come gli altri li affrontano? La prego di precisare la Sua richiesta, in modo da consentirci di capire meglio le Sue esigenze e magari di trovare un gruppo di discussione che corrisponda alle Sue aspettative. Lei ci chiede anche “una buona consulenza”, ma anche in questo caso non saprei cosa cercare: trattamento, gestione quotidiana dei sintomi, equilibrio emozionale?
Se per «buona consulenza» intende un centro medico, troverà un elenco dei centri oncologici a questo link.

Restiamo a Sua disposizione, non esiti a contattarci al numero gratuito 0800 11 88 11 da lunedì a venerdì, dalle ore 9 alle 19, o per e-mail helpline@legacancro.ch oppure sulla nostra chat. Forse potremo identificare meglio le Sue esigenze e proporle soluzioni appropriate.

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Influenza del microbioma sul trattamento contro il cancro?

Messaggioda admin » lun 26 lug 2021 10:19

Domanda di Mikrobiom

Buongiorno, potrebbe dirmi in quali ospedali della Svizzera viene preso in considerazione il microbioma per effettuare una terapia (chemio o immunoterapia) con le migliori probabilità di successo? In linea di massima, spesso voi consigliate solo gli ospedali universitari, ma sapete se i medici di questi nosocomi lo utilizzano? In caso negativo, dove ci si può rivolgere? Grazie!

Risposta di Lilian Rey, specialista della Linea cancro

Il servizio d’informazione della Lega Svizzera contro il cancro non è un servizio medico. A chi ci richiede consigli, inviamo una lista di indirizzi dei centri oncologici in Svizzera, ma non diamo alcun consiglio aggiuntivo.

Il microbioma (l’insieme dei microrganismi) è oggetto degli studi più recenti. La presenza di microrganismi non è circoscritta all’intestino, sebbene spesso con questo termine ci si riferisca al microbioma dell’intestino.

Ci sono evidenze che la colonizzazione batterica dell’intestino potrebbe influenzare il sistema immunitario e certe malattie. Uno
studio pilota dell’Università di Pittsburgh, in Pennsylvania, ha dimostrato una correlazione tra il microbioma intestinale e l’efficacia dell’ immunoterapia dopo un trapianto fecale in alcuni pazienti con melanoma avanzato:

Tuttavia, un singolo studio non rappresenta una base sufficiente per nuovi standard terapeutici e attualmente l’integrazione del microbioma non è ancora una componente scientifica delle terapie antitumorali. Per questo motivo, non possiamo menzionarle alcun centro di cura specializzato in materia.

Attualmente, le correlazioni tra microbioma e sistema immunitario sono studiate intensivamente anche in diverse univeristà e ospedali universitari della Svizzera. Trova alcune informazioni ai seguenti link:


Televisione svizzero-tedesca (SRF)

Ospedale universitario di Zurigo (in tedesco)

Televisione Romanda (RTS) (in francese)
Reportage sulla ricerca del microbioma all’università e all’ospedale universitario di Ginevra:

Tra gli studi clinici in corso della SAKK (Comunità di lavoro svizzera per la ricerca clinica) non c’è niente che riguardi il microbioma. In singoli casi giustificati, i centri di ricerca possono anche condurre terapie del genere nell’ambito di studi sperimentali. Se fosse interessato, è meglio che si rivolga ad un ospedale già attivo nella ricerca sul microbioma.

Cordiali saluti

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Leucemia: aiuto per un bambino ammalato di cancro all'estero

Messaggioda admin » ven 30 lug 2021 14:14

Domanda di Valentin
Il figlio di nostri amici ha la leucemia, ma la famiglia non abita in Svizzera.
Sostenete anche bambini malati di cancro all'estero?
Per favore, rispondete rapidamente.
Cordiali saluti

Risposta di Rita Lang, consulente specializzata della Linea cancro
Salve Valentin
Il figlio dei vostri amici all'estero si è ammalato di leucemia. Lei vorrebbe aiutare la famiglia e perciò ci domanda come possiamo aiutare i bambini malati di cancro all'estero.

Il nostro
servizio di informazioni e consulenza telefonica (Linea cancro) ] è un'offerta della Lega svizzera contro il cancro. Non siamo un servizio medico e non possiamo fare diagnosi né raccomandare terapie. La nostra organizzazione nazionale, caritatevole e senza scopo di lucro è finanziata da donazioni. Il suo scopo è quello di aiutare persone ammalate di cancro che vivono in Svizzera. Pertanto non possiamo fornire aiuti finanziari all'estero.

Questo è ciò che offriamo:
  • informazioni sulla malattia e su come affrontarla
  • indirizzi in Svizzera, per esempio per un secondo parere medico
  • consulenza online e telefonica in tedesco, francese, italiano e inglese

Le malattie maligne del sistema ematopoietico (leucemie) costituiscono i tumori più comuni nell'infanzia e nell'adolescenza. Le cause sono per lo più sconosciute. Il loro trattamento dipende dai diversi sottotipi di leucemia. Le possibilità di guarigione (prognosi) sono notevolmente aumentate negli ultimi decenni, grazie ai progressi della terapia.
Per una famiglia
avere un figlio ammalato di leucemia (storia di Maxime) rappresenta una grossa sfida. Ogni sostegno, anche da parte degli amici, è prezioso.


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