2013 – Le consulenti della linea cancro rispondono alle vostre domande


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2013 – Le consulenti della linea cancro rispondono alle vostre domande

Messaggioda admin » mar 6 ago 2013 9:19

Il team della Linea cancro e lieto di rispondere alle sue domande:


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di Ursi:
Alla fine del gennaio 2013 sono stata sottoposta a escissione mesorettale totale in laparoscopia (adenocarcinoma del retto prossimale, pT3, pN1a (1/26), LO, V+, G2, RO). Da allora sono stomizzata; dalla fine di febbraio al 12.8.13 ho seguito, inoltre, una chemioterapia adiuvante con oxaliplatino e Xeloda. È mia intenzione far chiudere la stomia – cosa che, stando ai chirurghi, dovrebbe essere possibile, premesso che la terapia abbia esito positivo, entro 3-4 giorni dalla fine della chemio. Quali problemi o fastidi devo mettere in conto dopo la chiusura della stomia? Potrò condurre una vita “normale”? Quanto ci vorrà prima che possa riprendere a lavorare? C'è qualcosa che posso fare per ridurre le eventuali conseguenze dopo l'intervento?

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Ursi,
è molto positivo che rifletta sull'opportunità di far chiudere la stomia e su cosa potrebbe fare per facilitare le cose. Presupposto fondamentale per la chiusura della stomia è che lo sfintere sia integro e funzionante. In presenza di una stomia questo muscolo rimane inattivo e, quindi, è necessario che cominci ad allenarlo prima che la stomia venga chiusa. A tale scopo Le raccomandiamo di rivolgersi a un fisioterapista.

Dopo la chiusura della stomia può essere utile mantenere le abitudini alimentari che si erano assunte in presenza della stomia; in particolare, è opportuno evitare i cibi che provocano flatulenza. In caso di dubbi o problemi Le suggeriamo di chiedere consiglio a un nutrizionista.

La durata e l'andamento della convalescenza dopo la chiusura della stomia variano da soggetto a soggetto. I primi tempi alcuni pazienti soffrono di stitichezza, altri di diarrea o di evacuazione più frequente. Molto dipende dalla porzione di intestino crasso che è stata asportata: se buona parte dell'intestino è stata rimossa, le feci non hanno più il tempo di addensarsi, per cui si presentano liquide e devono essere evacuate di frequente.
Per evitare infiammazioni allo sfintere e all'ano è opportuno utilizzare carta igienica morbida o salviettine umidificate, senza profumo, magari del tipo studiato per l'igiene del neonato.
I primi tempi, per maggior sicurezza, è utile indossare un salvaslip.
La durata della convalescenza e la ripresa del lavoro dipendono da vari fattori. Al riguardo Le conviene chiedere consiglio al chirurgo.
La chiusura della stomia mira a restituire integrità fisica al paziente e consentirgli di condurre una vita il più possibile normale.



Domanda di Bine:
Mi sto sottoponendo a radioterapia e chemioterapia nella regione testa-faringe. Il mio dubbio è: il trattamento può avere conseguenze sui denti? (Ho già fatto una visita dentistica). Domanda: per chi non ha un'assicurazione per le cure dentarie, i costi vengono coperti dall'assicurazione generale?

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Bine,
radioterapia e chemioterapia nella regione della mascella possono danneggiare le gengive e provocare parodontosi, problema che richiede l'intervento del dentista. Nel momento in cui si dimostra che il danno ai denti è una conseguenza della terapia anticancro, la cassa malati è tenuta ad accollarsi i costi delle cure dentistiche nel quadro delle prestazioni obbligatorie. Ciò vale anche nel caso in cui il problema sia dovuto a una patologia delle ghiandole salivari.

Lei ha fatto bene a farsi controllare i denti prima di cominciare la terapia, perché in questo modo può comprovarne le condizioni di partenza e, nel caso, porre preventivamente rimedio a eventuali danni già presenti.
Per ulteriori informazioni sulla copertura assicurativa La rimandiamo al nostro opuscolo
“Cancro – le prestazioni delle assicurazioni sociali” , che trova all'indirizzo.


Domanda di Andbern:
A mio cognato (46 anni) – vive in Asia Centrale – hanno trovato un tumore al cervello. Abbondante materiale diagnostico, fra cui immagini tomografiche, è disponibile in formato elettronico. Purtroppo, per inadeguatezza delle infrastrutture locali, i medici del posto non possono/vogliono operare – giudicano il rischio troppo elevato, e consigliano un intervento all'estero. La mia domanda riguarda appunto la possibilità e l'opportunità di eseguire l'intervento in Svizzera, e Vi sarei grato se poteste dirmi la Vostra opinione in proposito: se un'operazione in Svizzera è possibile, tanto per cominciare; se sì, a quali condizioni e in base a quali requisiti; se esistono servizi di contatto, resoconti di esperienze personali, ecc. cui fare riferimento; quali sarebbero i costi approssimativi; che cosa dovremmo fare e chiarire in concreto per prima cosa.

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Andbern,
diversi ospedali svizzeri offrono pacchetti di cura ai pazienti stranieri: forniscono un secondo parere e/o propongono un piano terapeutico, oltre a stilare un preventivo di spesa per l'eventuale trattamento presso la propria struttura. I pazienti stranieri che non godono di una copertura assicurativa devono pagare di tasca propria. Di norma l'ospedale richiede il pagamento anticipato o una garanzia della banca per l'assunzione delle spese. La invitiamo a chiamarci per discutere insieme sul modo migliore di procedere. Trova il nostro numero di telefono e gli orari d'ufficio all'indirizzo
“Linea cancro” .


Domanda di Argentina:
La radioterapia cui mi sono dovuta sottoporre dopo un intervento per il cancro al seno ha compromesso (anche se non visibilmente) la cute, con il risultato che la cicatrice lasciata dall'operazione si ritira sempre più e preme sull'impianto. Che cosa pensate dell'iniezione di grasso autologo nella cicatrice, o magari anche della ricostruzione del seno tramite innesto di grasso proprio?

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Argentina,
alla domanda se le iniezioni di grasso autologo possano risolvere il problema della cicatrice che si ritira può rispondere solo uno specialista in chirurgia plastica. Lo stesso vale per la ricostruzione della mammella tramite grasso proprio – un intervento di microchirurgia denominato in gergo tecnico “ricostruzione con lembo DIEP”, dove DIEP è un acronimo inglese che sta per “Deep Inferior Epigastric Perforator”. Per maggiori informazioni sulla tecnica chirurgica e sui rischi ad essa correlati La rimandiamo al nostro opuscolo
“Un nuovo seno? Ricostruzione chirurgica del seno” (da pagina 17).


Domanda di Meenzermeedche:
Salve! Abito a Magonza, in Germania, e ho visto un servizio alla tivù tedesca su una coppia di ricercatori svizzeri che avrebbero scoperto una cura contro il cancro efficace al 100%, ma che nessuna azienda farmaceutica vuole finanziare. Mi sapreste dire come fare per mettermi in contatto con loro? Nel 2008 mi hanno diagnosticato un cancro metastatizzante al seno, nel 2011 metastasi ossea alla pelvi destra, adesso (agosto 2013) risultano coinvolti anche il polmone e l'arco aortico. La settimana prossima mi sottoporrò a biopsia per accertare la diagnosi, effettuata sulla base di una TAC. Dato che la nuova metastasi polmonare non lascia sperare in bene, conto su qualunque aiuto – nuove scoperte mediche, ritrovati sperimentali, medicina complementare, sport e qualsiasi altra cosa possa darmi una speranza.

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Meenzermeedche,
a noi della Lega svizzera contro il cancro non risulta nulla riguardo alla coppia di ricercatori svizzeri e alla cura che avrebbero messo a punto. Notizie del genere vanno sempre prese con le pinze, perché alimentano la speranza e promettono grandi cose, ma spesso si tratta purtroppo di bufale. Se veramente ci fosse un farmaco efficace al 100% contro il cancro, i finanziamenti non mancherebbero e ne avremmo sentito parlare. Per quanto riguarda, invece, i più recenti risultati della ricerca medica e gli ultimi sviluppi in materia di terapie anticancro (per esempio, gli studi in corso in Germania), può fare domande mirate
qui (il sito ha anche una versione inglese). Per ulteriori informazioni Le raccomandiamo anche di consultare il sito tedesco Krebsinformationsdienst .
Nell'opuscolo
Brustkrebs , realizzato dalla Lega tedesca contro il cancro in collaborazione con altri enti, troverà invece informazioni utili sul cancro al seno in fase avanzata e sul suo trattamento.
Venendo alla medicina complementare, in Svizzera esistono diversi servizi di contatto, quali il
Kikom di Berna (Istanza collegiale per la medicina complementare), il Centro di medicina integrativa di San Gallo e l'Istituto di medicina naturale presso l'ospedale universitario di Zurigo . Qui riceverà consulenza adeguata. Al contempo Le raccomando di parlare con l'oncologo che L'ha in cura, al fine di valutare possibili interazioni con i farmaci antitumorali che Le sono stati prescritti.


Domanda di Rosarot:
Mia figlia ha 15 anni. Sua madre si è ammalata di cancro al seno a 28 anni, sua nonna paterna a 26, ed entrambe ne sono morte – rispettivamente a 37 e 27 anni. Che tipo di prevenzione si può mettere in atto per mia figlia?

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Signora Rosarot,
se ho capito bene la sua domanda, Lei non è la madre biologica della quindicenne, e teme che sua figlia adottiva sia geneticamente predisposta al cancro al seno. In effetti, viste le premesse di cui parla, una consulenza genetica è più che consigliabile.
Qui trova i centri regionali specializzati cui rivolgersi. Il test di predisposizione genetica viene effettuato dopo un'approfondita anamnesi familiare e un colloquio informativo in cui vengono illustrate le ripercussioni psico-fisiche del test, affinché l'interessata possa prendere una decisione consapevole. Nel suo caso è opportuno coinvolgere la ginecologa della ragazza, che andrà in ogni caso informata dei risultati dei test genetici affinché provveda a mettere in atto tutte le misure di diagnosi precoce del caso.


Domanda di Italiano:
Buongiorno Dott.ssa,
ho svolto una ricerca da autodidatta per capire le cause e le cure per il cancro, e, apprezzerei una sua risposta che riguarda la pO2 Arteriosa. Gentile Dott.ssa, io sono certissimo che le cause del cancro NON sono le mutazioni genetiche le quali avvengono CONSEGUENTEMENTE alla malattia oncologica, ma, la VERA causa del cancro è la CARENZA di Ossigeno Libero e Paramagnetico nel sangue, osservabile tramite la diminuzione della pO2 arteriosa. La CARENZA di Ossigeno Libero-Paramagnetico nel sangue è causata dall'insufficiente Attività Fisica-Cardiorespiratoria. Gentile Dott.ssa la mia domanda è soprattutto questa: i Medici Oncologi solitamente verificano la pO2 arteriosa tramite Emogasanalisi ai Pazienti ammalati di cancro? Dott.ssa mi lasci dire che questo esame del sangue è importantissimo perchè osservando la pO2 inferiore alla norma, è sufficiente AUMENTARLA per ottenere la cura più efficace per il cancro.
Cordiali Saluti P. F.

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Italiano,
La risposta alla Sua domanda è: no.



Domanda di Mila:
Ho appena compiuto 50 anni. Sono affetta da carcinoma intrauroteliale papilliforme T1-G3 (quindi di alto grado di malignità) multifocale e dopo due interventi endoscopoci (Turv e ReTURV a distanza di poco più di un mese uno dall'altro) ho iniziato un primo ciclo di 6 instillazioni di BCG. Volevo avere informazioni sul tasso di recidiva e sulla effettiva necessità (se le instillazioni non bloccassero una recidiva) di effettuare immediatamente una cistectomia.
Ringrazio per l'attenzione

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Mila,
per cortesia ponga la Sua domanda all’urologo o all’oncologo che La segue e che pertanto è a conoscenza dei dettagli che bisogna conoscere per poter valutare il Suo attuale rischio individuale di recidiva e per poterLe proporre l’opzione terapeutica piÙ indicata in caso di recidiva.



Domanda di Ireen:
Sei anni fa sono stata colpita da un cancro al seno, quattro anni dopo da un tumore dell'ovaio. Nel frattempo mi sono ripresa da entrambe le malattie. Ecco la mia domanda: ho una figlia di 30 anni che ora si chiede se si trattano di tumori ereditari. Non ho alcuna idea se sono portatrice di questi geni e sono la prima persona della nostra famiglia ad aver riscontrato questi tipi di tumori. Raccomandereste a mia figlia di sottoporsi a un test genetico? Molte grazie e cordiali saluti

Risposta del team della Linea cancro:
Dalla situazione da Lei descritta appare indicato che Sua figlia si sottoponga a una consulenza genetica. Qui di seguito un link dove può trovare gli indirizzi di centri specializzati regionali.
L'iscrizione a un centro specializzato non conduce necessariamente ad un esame genetico. L'indicazione per gli esami genetici viene accertata nel quadro di un approfondito colloquio anamnestico. La persona interessata viene inoltre informata in maniera dettagliata sui rispettivi effetti per permettergli di prendere una decisione consapevole.

L'ideale sarebbe che la Sua ginecologa trasmettesse la Sua anamnesi anche al centro specializzato per consulenze genetiche. Oltre a ciò, è consigliabile che Sua figlia informi la propria ginecologa sulle sue intenzioni o in ogni caso venga informata sul risultato di possibili esami genetici affinché a sua volta possa predisporre e prescrivere gli esami di diagnosi precoce raccomandati.

Per preparasi al colloquio di consulenza medica, Le consiglio la lettura dell'opuscolo
Rischio di cancro ereditario della Lega contro il cancro.


Domanda di shanaja:
Tre anni e mezzo fa ho subito un'amputazione del seno sinistro. Di seguito chemioterapia e inibitore dell’aromatasi Femara. Per fortuna mia, finora ho tollerato bene il medicamento Femara. Durante una visita medica nell'aprile di quest'anno mi è stata riscontrata una forte riduzione della densità ossea causata dal Femara. I valori, tuttavia, sono ancora nel limite del normale. Come misura profilattica mi è stato raccomandato il depot Prolia (bifosfonato). Per ora non so ancora se essere favorevole o contraria all'assunzione di questo medicinale. L'oncologo mi consiglia di prenderlo, mentre il medico curante e la ginecologa sono piuttosto contrari. A preoccuparmi sono soprattutto gli effetti collaterali e il fatto che si tratta di un depot. In caso di intolleranza, gli effetti perdureranno comunque per altri due anni dopo la sospensione. Mi sento insicura e abbandonata a me stessa nella decisione. Qualcuno conosce un medico competente che potrebbe aiutarmi? Molte grazie

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno shanaja,
La Sua incertezza è comprensibile: i numerosi effetti collaterali elencati sul foglietto illustrativo molto spesso destano preoccupazione e paura.
Uno degli effetti indesiderati più temuti di questo tipo di farmaci è la necrosi della mandibola che tuttavia è molto rara. Prima di un trattamento con Prolia è pertanto indicato un esame odontoiatrico al fine di curare possibili infezioni o danni ai denti già preesistenti. È importante inoltre che durante il trattamento si presti attenzione a una buona igiene orale.
In determinati pazienti sussiste un aumentato rischio di singoli effetti collaterali a seguito di trattamenti preliminari o in base allo stato di salute generale. In questo caso, Le raccomandiamo di parlare ancora una volta con il Suo oncologo del Suo rischio personale e di informarsi su eventuali farmaci alternativi, appartenenti allo stesso gruppo di medicamenti, con effetti di deposito di durata inferiore.



Domanda di kadoc:
Gentili Signore,
sono un paziente tumorale con "mieloma multiplo" e vorrei sapere se nella medicina alternativa sono state fatte nuove scoperte o se sono disponibili nuove forme di terapia. Attualmente bevo la tisana "Flor Essence" e il succo di Noni. Ho anche fatto uso di prodotti di Horvi. Dal 2009 sono stato sottoposto a svariate chemioterapie e ad una terapia con cellule staminali, senza riscontrare però il successo desiderato. A causa di un significativo aumento dei valori è previsto un nuovo ciclo di chemioterapia che però, se possibile, vorrei evitare.
Cordiali saluti, kadoc

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno kadoc,
Lei è alla ricerca di trattamenti alternativi contro il Suo mieloma multiplo al fine di evitare nel limite del possibile un nuovo ciclo di chemioterapia. In base allo stato delle conoscenze attuale non esiste alcuna alternativa sicura al trattamento chemioterapico della Sua malattia. Offerte della medicina complementare o terapie mediche scientifiche possono invece fungere da sostegno, dare sollievo in caso di effetti collaterali e migliorare il benessere.
Durante la malattia ha già avuto modo di conoscere e sperimentare diverse offerte della medicina complementare. Per ulteriori informazioni può farsi prescrivere dal Suo medico curante una visita in uno dei seguenti istituti:
Institut für Naturheilkunde (Istituto per medicina naturopatica), affiliato all'Ospedale universitario di Zurigo,
Kollegiale Instanz für Komplementärmedizin (Kikom) (Istanza collegiale per la medicina complementare) della Facoltà di medicina dell'Università di Berna, Zentrum für Integrative Medizin (Centro per medicina integrativa) dell'Ospedale cantonale di San Gallo.


Domanda di P.Pasquier:
Il Tamoxifene può provocare depressione?

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno P.Pasquier,
La depressione non rientra nella lista degli effetti collaterali indesiderati che si manifestano durante l'assunzione di Tamoxifene.
Questa sostanza attiva è prescritta come terapia complementare o cura palliativa in caso di tumore della mammella.



Domanda di Barbara :
Buongiorno, ho saputo di avere un tumore al polmone nel mese di ottobre 2012; dopo un intervento, radioterapia e chemioterapia il cancro ha continuato a svilupparsi. Non ne posso più, sono aumentata di 23 chili, il mio corpo è cambiato talmente tanto che non mi riconosco più. Vorrei sapere se un giorno potrò tornare alla mia vita di prima, o perlomeno a condurre una vita attiva, sono inchiodata sul divano a causa della capacità polmonare. Me la sono sempre cavata da sola, ma credo di avere bisogno di aiuto. Faccio fatica a chiederlo. È per questo motivo che ho deciso di farlo per iscritto.

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Barbara
Non è l'unica ad avere difficoltà nel chiedere aiuto. La maggior parte delle persone soffre enormemente per avere perso la propria autosufficienza a causa della malattia. Lei tuttavia ha osato fare il primo passo, e ciò è estremamente positivo. Ora non esiti a fare il secondo passo: telefoni alla
Sua Lega cantonale contro il cancro per essere informata sulle offerte di sostegno che la regione offre ai malati di cancro. È molto importante che abbia delle possibilità di scambio.

Le consiglio inoltre di consultare gli opuscoli della Lega contro il cancro sulla stanchezza e sui
cambiamenti nell'aspetto fisico

Cerchi il dialogo con altre persone affette dal cancro al polmone nel sito .

Le consulenti specializzate della Linea cancro (numero gratuito 0800 11 88 11) sono a Sua disposizione dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 19.



Domanda di PSD :
Un aumento moderato del marker CA 15-3 significa necessariamente una recidiva del tumore? Il tasso di CA 15-3 di mia madre è passato da 60 nel marzo 2012 a 37 due settimane più tardi, poi è risalito a 70 ai primi di settembre e siamo molto preoccupati. Da un'ecografia del fegato, della milza e dell'addome non è risultato nulla di anormale e mia madre si sottoporrà a esami più approfonditi. Mille grazie

Risposta del team della Linea cancro:
Buon giorno PSD
Il tasso «normale» di CA 15-3 è di 25-30 U/ml. È difficile sapere perché il tasso di CA 15-3 di sua madre fluttui in questo modo.

Anche in presenza di malattie non tumorali si può riscontrare un aumento del tasso di CA 15-3. Tra queste si annoverano: l'endometriosi, malattie infiammatorie pelviche, malattie benigne del seno o dell'ovaia, malattie del fegato come la cirrosi o l'epatite.

Per Sua madre i valori di CA 15-3 servono a controllare se è riapparso il cancro dopo/durante il trattamento (recidiva). L'aumento del tasso di CA 15-3 potrebbe quindi significare che il cancro continua a svilupparsi o che è riapparso (metastasi). Un leggero aumento non è necessariamente grave. Per i medici è importante piuttosto una tendenza ad aumentare nel corso del tempo. Siccome l'aumento del CA 15-3 precede di diversi mesi l'apparizione di segni clinici di metastasi, è molto importante che sua madre si faccia controllare regolarmente (tasso di CA 15-3 ed esami per rilevare la presenza di eventuali metastasi o di una recidiva locale).



Domanda di Julie :
Vi sono gruppi di autoaiuto per mesotelioma causato dall'amianto nella Svizzera nordoccidentale?

Risposta del team della Linea cancro:
Buongiorno Julie,
Abbiamo svolto accurate ricerche ma nella Svizzera nordoccidentale o nella Sua regione non ci sono gruppi di autoaiuto per pazienti con mesotelioma. Le consigliamo di rivolgersi alla
Sua Lega cantonale . È possibile che Le comunichi indirizzi di altri pazienti con mesotelioma. Naturalmente solo se essi acconsentono.

In Germania c'è il
Bundesverband der Asbestose Selbsthilfegruppen e.V.

Se desidera fondare un gruppo di autoaiuto, può rivolgersi ad Autoaiuto Svizzera , l'associazione mantello per l'autoaiuto regionale. Troverà il servizio di contatto sotto «Centri di sostegno».
Anche Proraris,
l'Alleanza malattie rare eventualmente potrà aiutarla.


Domanda di AMJM :
Mio marito (LLC da 9 anni) ha forte sudorazione notturna: avete suggerimenti per la biancheria del letto?

Risposta del team della Linea cancro:
Salve AMJM,
la sudorazione notturna nelle persone colpite da LLC è un sintomo frequente che può presentarsi con diversa intensità: da un leggero inumidimento della pelle alla biancheria completamente bagnata. Una forte sudorazione notturna può disturbare notevolmente il sonno, poiché il paziente può svegliarsi per il sudore stesso o per la conseguente sensazione di freddo.

La biancheria se possibile non dovrebbe essere sintetica. Il cotone, il lino o il satin assorbono meglio il sudore. Ciò vale anche per il pigiama, che inoltre non dovrebbe essere troppo stretto.

Altri suggerimenti contro la sudorazione notturna:

• bere a sufficienza, distribuendo l’apporto di liquidi su tutta la giornata
• non bere bevande alcoliche specialmente la sera
• evitare bevande contenenti caffeina
• la sera, evitare pietanze piccanti e grasse
• predisporre pigiama e lenzuola di ricambio
• la temperatura ideale in camera da letto è 18 gradi
• provare a bere una tazza di tisana di salvia prima di coricarsi

Gli esperti raccomandano l'impiego di un coprimaterasso per ottimizzare il clima del sonno. Un coprimaterasso di qualità evita che troppa umidità penetri nel materasso, assorbe il calore e l’umidità e li disperde nell'aria. Anche in questo caso vanno preferite le fibre naturali, che favoriscono il trasferimento di umidità. Per una consulenza specialistica si rivolga a un negozio specializzato di materassi.

Probabilmente
nella piattaforma online di scambio per pazienti con cancro e familiari avrà la possibilità di mettersi in contatto con persone confrontate con lo stesso problema e che possono darle ulteriori consigli utili.


Domanda di Chris82:
Salve, ho 31 anni e non ho figli. Negli ultimi due anni a causa del virus HPV avevo cattivi valori PAP. 3x PAP III e in maggio la biopsia ha rivelato anche PAP IV (High Risk). Pertanto il mio ginecologo mi ha consigliato di fare una conizzazione quest'anno. Gli ultimi tre mesi ho provato a fare qualcosa contro il PAP preoccupantecon metodi alternativi (omeopatia, agopuntura, erbe cinesi, sali Schüssler). Oggi sono stata dal ginecologo per una ulteriore biopsia. I risultati li avremo tra due settimane. Tuttavia si sa già che probabilmente la situazione non è migliorata perche una parte delle cellule respinge lo iodio. Dunque deve trattarsi di cellule malate. Potrebbe essere che un PAP II o III respinga lo iodio?? Non ho abbandonato del tutto la speranza che i valori siano migliorati. Altrimenti dovrò sottopormi alla conizzazione. Quanto costa la conizzazione? Grazie!

Risposta del team della Linea cancro:
Salve Chris82
Per prima cosa, i costi della conizzazione: l'assicurazione di base della cassa malati assume i costi della conizzazione, meno l’aliquota percentuale a carico della paziente e la franchigia annuale che lei ha scelto. Dunque non deve preoccuparsi.
La Lega svizzera contro il cancro offre informazioni sul virus HPV
al sito . Magari vi troverà informazioni che L'aiuteranno a decidere.
Nella visita ginecologica viene osservato con una lente il collo dell’utero. Per poter meglio valutare la superficie, nel procedimento si usano acido acetico e iodio. Il collo dell’utero viene cosparso prima di aceto e poi di iodio. Il tessuto sano assume una colorazione scura mentre le parti malate rimangono chiare. Ciò è dovuto alla reazione chimica del glicogeno contenuto nei tessuti sani, che assume una colorazione scura, mentre il tessuto malato, che contiene poco glicogeno, rimane chiaro. Tuttavia questo test non sostituisce l'analisi citologica mediante striscio e non informa sul grado del PAP.
A seconda della situazione specifica, oltre alla conizzazione sono disponibili anche altre terapie, come la vaporizzazione con laser e l'escissione elettrochirurgica. Se un intervento dovesse risultare inevitabile, domandi al suo ginecologo quale metodo è il più adeguato.




Domanda di iiamanurse:
Una mia familiare ha il cancro del seno. IMi chiedo: qual è la probabilità che sia ereditario? E poi vorrei sapere: come posso gestire la mia paura di vederla morire?


Risposta del team della Linea cancro:
La probabilità che il cancro del seno sia ereditario è del 5-10 %. Per una valutazione più precisa del Suo rischio personale di ammalarsi di cancro del seno nel corso della vita può rivolgersi ad un servizio specializzato di consulenza genetic

È normale e assolutamente comprensibile che Lei abbia paura di perdere una persona cara. La Sua lega regionale contro il cancro o l’équipe che cura la Sua parente malata di cancro del seno La potranno indirizzare a uno specialista che L'aiuterà a superare la paura della morte della persona cara.

Su questo tema Le consiglio di leggere i seguenti opuscoli della Lega contro il cancro:

Il cancro coinvolge anche i familiari

Rischio familiare di cancro

Le specialiste della Linea cancro sono a vostra disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 per consigliarvi e sostenervi: 0800 11 88 11

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