2012 - Cancro della pelle e potezione solare


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2012 - Cancro della pelle e potezione solare

Messaggioda admin » mer 18 apr 2012 17:42

Il Prof. Reihard Dummer, vicedirettore del Reparto di dermatologia dell’Ospedale universitario di Zurigo risponde alle vostre domande:


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di Velotrikot:
Buongiorno signor Dummer,
Sono un patito della bici da corsa e della mountain bike. Ritengo tuttavia che sia quasi impossibile trovare un abbigliamento da ciclismo con protezione UV. Le chiedo pertanto se dispone di una lista di indumenti di tal genere?
Cordiali saluti F

Risposta del prof. Dummer:
Buongiorno Velotrikot,
Circolando in bici e in bike si è molto esposti ai raggi solari, sovente anche per parecchie ore. Il provvedimento principale in questo caso è di fare una pausa nelle ore del mezzogiorno quando la luce del sole è più intensa, in un luogo riparato dal sole, per esempio all’ombra di un albero per consumare un buon picnic. Il secondo provvedimento più importante è la scelta accurata dell’abbigliamento sportivo. A tal riguardo le consiglio di osservare i seguenti criteri:

- i tessili dall’ordito fitto proteggono meglio dei tessuti leggeri e più trasparenti
- le fibre sintetiche proteggono meglio di quelle naturali
- i colori intensi e scuri proteggono meglio delle tinte chiare o color pastello
- i vestiti asciutti e non aderenti proteggono meglio dai raggi UV rispetto ai tessuti bagnati o aderenti

Di regola, le maglie e i pantaloncini da ciclismo adempiono i primi tre requisiti.

Ai bambini e agli adulti di pelle chiara si consigliano tessili speciali con protezione UV. La funzione protettiva rimane pressoché inalterata anche se l’indumento è bagnato, ma può essere compromessa dalla dilatazione e dall’usura del tessuto. I tessili con protezione UV sono ottenibili nel commercio specializzato o per ordinazione online. Se le servono dei consigli per l’acquisto del suo abbigliamento sportivo, si rivolga a
Linea cancro.
Per ulteriori informazioni sulla protezione solare consulti il rispettivo opuscolo pubblicato dalla Lega svizzera contro il cancro.


Domanda di Hirsch:
Che rischi corro se mi spalmo giornalmente sulla pelle la crema daylong 50+? Perché bisogna applicare la protezione solare 20 minuti prima di esporsi al sole? Forse perché l’effetto protettivo inizia solo in tale momento o perché l’esposizione è particolarmente pericolosa nei primi 20 minuti dopo la spalmatura?

Risposta del prof. Dummer:
Buongiorno Hirsch,
In merito alla sua prima domanda:
Secondo lo stato attuale della scienza, i benefici dei prodotti solari sono superiori ai loro potenziali rischi. I dermatologi, l’Ufficio federale della sanità pubblica e la Lega contro il cancro raccomandano un’applicazione coerente di prodotti solari come integrazione alla permanenza all’ombra e al porto di indumenti.

I filtri UV come quelli presenti nei prodotti solari, sono utilizzati anche in prodotti cosmetici come creme da giorno, lozioni per la pelle, rossetti, tinture e lacche per i capelli, perché ne
aumentano la conservabilità e la stabilità.
Nelle analisi di laboratorio alcuni filtri UV organici (chimici) hanno evidenziato effetti analoghi a quelli ormonali. Oggi essi non vengono praticamente più utilizzati. Sinora non sono stati accertati effetti negativi di tali filtri su l’uomo e l’ambiente.

I prodotti per la protezione solare dotati di filtri minerali (fisici) contengono le cosiddette nanoparticelle (più piccole di 1⁄10 000 mm). Secondo le conoscenze sinora acquisite, la penetrazione di nanoparticelle nella pelle può essere esclusa in ampia misura.

Ma attenzione, anche le creme solari ad alto fattore protettivo non costituiscono un lasciapassare incondizionato per un’esposizione illimitata al sole.

In merito alla sua seconda domanda:
I prodotti solari con filtri chimici non offrono una protezione immediata dopo l’applicazione. Prima di esporsi al sole osservi le istruzioni per l’uso del fabbricante del prodotto.

I filtri chimici sono delle sostanze che assorbono in gran parte i raggi UV e li convertono in una forma energetica più debole, p.es. in raggi termici che vengono in seguito liberati. Per poter agire in modo ottimale, tali sostanze chimiche devono penetrare negli strati cutanei superiori, ciò che richiede circa 30 minuti.

Contrariamente ai filtri chimici, i filtri fisici hanno effetto protettivo subito dopo la loro applicazione. Essi contengono sostanze minerali che vengono spalmate sulla pelle con il prodotto solare, formando così una specie di barriera. Agiscono come piccoli specchi che riflettono in gran parte la radiazione UV impedendone la penetrazione nella pelle.

Questo
link più dettagliato potrebbe interessarle.


Domanda di Antoinette:
Ho la pelle chiara. Sinora ho sempre utilizzato diligentemente una buona crema solare quando uscivo all’aperto. Il mio medico ha ora accertato una carenza acuta di vitamina D. Al momento prendo le gocce Vi-De. Devo ora stare più spesso all’aperto senza protezione solare (a causa della carenza di vitamina D) o è pericoloso per la pelle?

Risposta del prof. Dummer:
Buongiorno Antoinette,
I bassi livelli di vitamina D nel sangue vengono accertati molto frequentemente; spesso non hanno alcun carattere patologico.

Prenda le sue gocce secondo indicazione del medico. L’irradiazione solare non può garantire in modo affidabile il fabbisogno di vitamina D.



Domanda di Pinguin:
Egregio professore,
In primavera 2008 mi è stato accertato un basalioma sulla nuca, che fu in seguito asportato chirurgicamente dal medico di famiglia. Da allora mi sottopongo annualmente a un controllo. Mi proteggo con una crema solare fattore 50 e porto il cappello. Indosso inoltre delle camicie dotate di protezione solare. Le mie domande: I raggi UV (A + B) attraversano i vetri delle finestre di casa e quelli dell’autovettura? Se sì, in quale misura? Quali sono i raggi più pericolosi per la formazione del cancro della pelle? Per quanto tempo la protezione UV nei tessili mantiene la sua efficacia in seguito ai ripetuti lavaggi? Posso rinnovare io stesso la protezione di tanto in tanto? O si ricorre anche qui alla nanotecnica? Facendo jogging, posso espormi al (probabile) debole irraggiamento del sole (1-2 ore dopo la levata del sole o prima del tramonto) senza applicare una crema solare? Grazie delle sue premure e risposte.
Cordiali saluti
Pinguin

Risposta del prof. Dummer:
Buongiorno Pinguin,
I raggi UVA attraversano i vetri delle finestre, mentre i raggi UVB li attraversano solo parzialmente.

Sia i raggi UVB sia i raggi UVA fanno parte delle cause principali che portano alla formazione del cancro della pelle.

Con il tempo, la funzione protettiva dei tessili dotati di protezione UV può alterarsi in seguito all’usura del tessuto. L’indebolimento di questa funzione è direttamente proporzionale al grado dell’usura.

Ci sono dei prodotti che lavano la protezione UV come la biancheria. Essi dovrebbero ridurre segnatamente la permeabilità ai raggi UVA/UVB dei capi d’abbigliamento di colore chiaro. Utilizzandoli regolarmente si ottiene in vero solo un basso fattore di protezione solare. Inoltre, i dubbi riguardo all’innocuità per la salute di tali prodotti sono giustificati. È molto più importante che, svolgendo le sue attività sportive all’aperto, porti un cappello da sole, occhiali da sole, tessili dall’ordito fitto, di fibre sintetiche, colori intensi e scuri, non aderenti. Così facendo è già ben protetta.

Fuori dalle ore di intensa radiazione del sole e con un abbigliamento opportuno può praticare lo sport all’aperto anche senza prodotti solari.



Domanda di Aline:
Quale crema solare consigliate per i bambini? Pare preferibile utilizzare delle creme minerali, ma raramente il fattore di protezione supera 30 e inoltre pare che una parte di queste creme contenga nanoparticelle, cosa dalle conseguenze incalcolabili... È davvero così? Ci sono delle marche che voi raccomandate per i bambini? È difficile districarsi in questa marea di informazioni!

Risposta del prof. Dummer:
Buongiorno Aline,
Siccome lei non indica l'età dei bambini le darò delle indicazioni per le diverse categorie di età.
I bebè e i bambini piccoli sono particolarmente vulnerabili e devono essere protetti di conseguenza. Vale a dire che un bambino di meno di un anno di età non dev'essere mai esposto direttamente al sole ed è consigliabile non utilizzare creme solari, per evitare reazioni allergiche.
Inoltre i bebè e i bambini piccoli presentano il rischio di disidratazione. Pertanto si raccomanda di tenerli all'ombra tra le 11 e le 15 e di mettergli occhiali, cappello e vestiti.
Per i bambini più grandi valgono le stesse regole che per gli adulti. Le trova al seguente
opuscolo.

I prodotti di protezione solare con filtri minerali (fisici) contengono nanoparticelle di diametro inferiore a 1⁄10 000 mm. Secondo le conoscenze attuali si può escludere che queste nanoparticelle penetrino nella pelle.

La Lega svizzera contro il cancro fornisce
consigli interessanti di protezione solare.

L’Ufficio federale della sanità pubblica fornisce informazioni sulla protezione solare in generale.
Purtroppo non possiamo raccomandarle delle marche di creme solari.



Domanda di MaDo53:
Mi è stato asportato un carcinoma planoepiteliale di circa 3 cm a una gamba. Secondo il rapporto istopatologico il carcinoma è stato completamente eliminato. Tuttavia sono molto preoccupato, viste le dimensioni del carcinoma. Secondo Lei quali esami sono ancora necessari? Da molti anni soffro di lichen rubber verrucosus. Grazie delle informazioni.

Risposta del prof. Dummer:
La sua preoccupazione è comprensibile, poiché in rari casi è possibile che dalle alterazioni cutanee provocate dal lichen rubber verrucosus si sviluppi un tumore maligno.

Il carcinoma planoepiteliale, detto anche spinalioma, appartiene ai cosiddetti tumori bianchi della pelle. Di regola una volta che il tumore è completamente eliminato per via chirurgica i pazienti sono guariti. Tuttavia gli spinaliomi tendono a ricomparire, nello stesso posto e/o in altri.

In linea di principio occorre svolgere visite di controllo per 5 anni. Ai cosiddetti pazienti a rischio (p.es. i pazienti con un elevato rischio di formazione di metastasi oppure i pazienti con sistema immunitario soppresso) si raccomanda nei primi 2 anni di sottoporsi a visite di controllo ogni tre mesi, e in seguito ogni sei mesi.
Queste visite di controllo comprendono anche i linfonodi adiacenti e se necessario possono essere integrate da un'ecografia. Per il riconoscimento precoce di nuovi spinaliomi è importante controllare personalmente la propria pelle.
Inoltre è bene concordare con il proprio dermatologo i controlli e le analisi da svolgere.



Domanda di Mariannel:
Buongiorno!
Una conoscente mi ha raccontato che qualche anno fa aveva il tumore della pelle nero. Il suo dermatologo le aveva asportato un neo e vi aveva trovato una cellula inattiva che prima o poi avrebbe provocato il cancro. Ma esistono cellule cancerose inattive? E solo per il tumore della pelle nero o per tutti i tumori? Non ne ho mai sentito parlare. Grazie della risposta. Marianne I.

Risposta del prof. Dummer:
Buongiorno Mariannel,
Il concetto di "cellula cancerosa inattiva" in relazione al melanoma è sconosciuto. Probabilmente il medico ha eliminato cellule mutate alla radice del neo. Circa nella metà dei casi di melanoma, il tumore della pelle nero si sviluppa nell'ambito di un neo o di una macchia cutanea esistenti già da lungo tempo. Di regola i nei sono innocui. Tuttavia talvolta possono svilupparsi in cosiddette formazioni neviche displastiche. Queste macchie pigmentate con struttura appariscente presentano un elevato rischio di svilupparsi in un melanoma maligno. Si possono riconoscere con l'analisi al microscopio.



Domanda di Sesam:
Quest'anno a entrambi i miei genitori, 76 anni e 87 anni, è stato diagnosticato un basalioma, ovvero uno spinalioma. Mi chiedo se anch'io ho ereditato questa alterazione genetica...

Risposta del prof. Dummer:
Buongiorno Sesam,
Le alterazioni delle cellule cutanee che possono condurre alla formazione del basalioma o dello spinalioma in età avanzata sono acquisite nel corso della vita e non sono congenite.

Le modifiche del patrimonio genetico delle cellule cutanee (mutazioni) avvengono principalmente a causa dei raggi UV (esposizione solare). Se queste cellule "difettose" riescono a svilupparsi si forma un tumore.

Invece ha carattere principalmente ereditario il tumore della pelle bianco.

Nell'opuscolo
Protezione solare scoprirà della Lega contro il cancro come prevenire il cancro della pelle.

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