Avete domande sul cancro dell’intestino e la sua diagnosi precoce?
Da meta febbraio entro l’inizio di aprile 2024 tre esperti risponderanno per iscritto alle Sue domande sul Forumcancro:
Julia Schwarz è specializzata nell’accertamento diagnostico precoce presso della Lega svizzera contro il cancro.
Il Dr. med. Martin Wilhelmi è specialista in gastroenterologia. Lavora nel suo studio a Zurigo.
Jonas ha il cancro dell’intestino: piattaforma di scambio fra pari della Lega svizzera contro il cancro
Trovate maggiori informazioni e il link per il formulario sulla Pagina iniziale del forum.
Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mailhelpline@legacancro.ch
Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.
Ulteriori domande e risposte saranno pubblicate qui di seguito nei prossimi giorni.
Cordiali saluti,
le moderatrici.
2024 – Il cancro dell’intestino e la sua diagnosi precoce
Pannello di Controllo Moderatore
Screening per il cancro colorettale e del pancreas in caso di rischio familiare
Domanda di AC
Quando si consiglia lo screening annuale in presenza di una storia familiare di cancro colorettale e del pancreas? I nonni di entrambi i lati hanno avuto un cancro colorettale e mia madre è morta di cancro del pancreas all'età di 53 anni.
Cordiali saluti
Risposta di Julia Schwarz, specialista in accertamento diagnostico precoce e del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Grazie della Sua domanda.
Per alcuni tipi di cancro esistono esami di screening che possono individuare la malattia (o in alcuni casi le sue fasi iniziali) prima che si sviluppino dei sintomi. In genere, se il cancro viene riconosciuto precocemente, le possibilità di guarigione sono migliori. La Lega contro il cancro raccomanda lo screening del cancro colorettale per le persone di età compresa tra i 50 e i 74 anni. A questo scopo sono disponibili due diversi metodi di esame: si effettua un test del sangue occulto nelle feci (FIT) ogni due anni oppure una colonscopia ogni dieci anni.
Alcune persone hanno un rischio maggiore di cancro colorettale, per esempio se soffrono di una malattia infiammatoria cronica dell'intestino o se hanno una storia familiare di cancro all'intestino. In questi casi, può essere sensato iniziare gli accertamenti diagnostici precoci prima dei 50 anni.
Poiché la Sua famiglia ha già una storia di cancro colorettale, fa bene a domandarsi a partire da quando ha senso per Lei effettuare uno screening.
Entrambi i Suoi nonni, ma non i Suoi genitori, hanno avuto il cancro colorettale, cioè: cancro colorettale in seconda linea. Inoltre, sua madre è morta per un tumore del pancreas. Sarebbe importante scoprire se nella storia familiare estesa si sono verificati altri casi di cancro (anche della tiroide, dell’utero, ecc.). Se fossero note altre patologie tumorali, consiglierei una consulenza genetica per escludere sindromi genetiche (tra cui la FAP*). Se non si ricorda di altre patologie tumorali in famiglia, consiglierei una prima colonscopia adesso (cioè intorno ai 40 anni). L'ulteriore raccomandazione sugli intervalli di monitoraggio si basa sui risultati della prima colonscopia (presenza di polipi o meno). Questo esame potrebbe essere combinato con un'ecografia del pancreas e una gastroscopia per escludere alterazioni della papilla. Purtroppo, attualmente non esiste una vera e propria raccomandazione di screening per il carcinoma pancreatico.
* FAP: “poliposi adenomatosa coli familiare” è una rara malattia ereditaria in cui i polipi della mucosa si formano da centinaia a migliaia di volte nell'intestino crasso. I polipi sono protrusioni benigne della mucosa che possono presentarsi occasionalmente in tutte le persone.
Quando si consiglia lo screening annuale in presenza di una storia familiare di cancro colorettale e del pancreas? I nonni di entrambi i lati hanno avuto un cancro colorettale e mia madre è morta di cancro del pancreas all'età di 53 anni.
Cordiali saluti
Risposta di Julia Schwarz, specialista in accertamento diagnostico precoce e del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Grazie della Sua domanda.
Per alcuni tipi di cancro esistono esami di screening che possono individuare la malattia (o in alcuni casi le sue fasi iniziali) prima che si sviluppino dei sintomi. In genere, se il cancro viene riconosciuto precocemente, le possibilità di guarigione sono migliori. La Lega contro il cancro raccomanda lo screening del cancro colorettale per le persone di età compresa tra i 50 e i 74 anni. A questo scopo sono disponibili due diversi metodi di esame: si effettua un test del sangue occulto nelle feci (FIT) ogni due anni oppure una colonscopia ogni dieci anni.
Alcune persone hanno un rischio maggiore di cancro colorettale, per esempio se soffrono di una malattia infiammatoria cronica dell'intestino o se hanno una storia familiare di cancro all'intestino. In questi casi, può essere sensato iniziare gli accertamenti diagnostici precoci prima dei 50 anni.
Poiché la Sua famiglia ha già una storia di cancro colorettale, fa bene a domandarsi a partire da quando ha senso per Lei effettuare uno screening.
Entrambi i Suoi nonni, ma non i Suoi genitori, hanno avuto il cancro colorettale, cioè: cancro colorettale in seconda linea. Inoltre, sua madre è morta per un tumore del pancreas. Sarebbe importante scoprire se nella storia familiare estesa si sono verificati altri casi di cancro (anche della tiroide, dell’utero, ecc.). Se fossero note altre patologie tumorali, consiglierei una consulenza genetica per escludere sindromi genetiche (tra cui la FAP*). Se non si ricorda di altre patologie tumorali in famiglia, consiglierei una prima colonscopia adesso (cioè intorno ai 40 anni). L'ulteriore raccomandazione sugli intervalli di monitoraggio si basa sui risultati della prima colonscopia (presenza di polipi o meno). Questo esame potrebbe essere combinato con un'ecografia del pancreas e una gastroscopia per escludere alterazioni della papilla. Purtroppo, attualmente non esiste una vera e propria raccomandazione di screening per il carcinoma pancreatico.
* FAP: “poliposi adenomatosa coli familiare” è una rara malattia ereditaria in cui i polipi della mucosa si formano da centinaia a migliaia di volte nell'intestino crasso. I polipi sono protrusioni benigne della mucosa che possono presentarsi occasionalmente in tutte le persone.
Aumento di CA 19.9: segno di una recidiva?
Domanda di RKO
Buongiorno,
mia madre è stata operata nel 2022 per un cancro colorettale T4N0M0 MSS.
Successivamente è stata sottoposta a un protocollo con 7 sedute di chemioterapia (inizialmente previste 12, ma interruzione anticipata a causa della tossicità della chemio).
Oggi sono stati eseguiti un’ecografia che non ha evidenziato particolarità e un prelievo di sangue che ha rivelato un aumento del livello di CA 19.9 (4 sei mesi fa, 7 tre mesi fa, 13 oggi).
ACE e CRP sono nella norma.
So che la soglia è 37, ma non capisco quest'aumento improvviso: si tratta di una recidiva?
Grazie in anticipo del suo aiuto, cordiali saluti
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Grazie della Sua domanda. Suppongo che Sua madre non presenti sintomi, giusto? L’ecografia è negativa e questa è una buona notizia.
Il livello di CA 19-9 non è molto specifico, per caso sa qual era il valore prima dell’operazione e della terapia?
In linea di principio, quest’aumento mi sembra una variazione «normale», tuttavia comprendo la Sua inquietudine di fronte a un lieve aumento che potrebbe essere il segno di una recidiva. Ritengo che in caso di dubbio sia opportuno discutere sull’utilità di ripetere gli esami di diagnostica per immagini (TC/RM e/o colonscopia).
In ogni caso questa decisione deve essere presa dall'oncologo curante insieme a Sua madre. Personalmente, io avrei sicuramente atteso un nuovo valore di CA 19-9 dopo 4-6 settimane. In caso di nuovo aumento, avrei raccomandato ulteriori analisi.
Spero di esserle stato d’aiuto e Le auguro ogni bene!
Buongiorno,
mia madre è stata operata nel 2022 per un cancro colorettale T4N0M0 MSS.
Successivamente è stata sottoposta a un protocollo con 7 sedute di chemioterapia (inizialmente previste 12, ma interruzione anticipata a causa della tossicità della chemio).
Oggi sono stati eseguiti un’ecografia che non ha evidenziato particolarità e un prelievo di sangue che ha rivelato un aumento del livello di CA 19.9 (4 sei mesi fa, 7 tre mesi fa, 13 oggi).
ACE e CRP sono nella norma.
So che la soglia è 37, ma non capisco quest'aumento improvviso: si tratta di una recidiva?
Grazie in anticipo del suo aiuto, cordiali saluti
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Grazie della Sua domanda. Suppongo che Sua madre non presenti sintomi, giusto? L’ecografia è negativa e questa è una buona notizia.
Il livello di CA 19-9 non è molto specifico, per caso sa qual era il valore prima dell’operazione e della terapia?
In linea di principio, quest’aumento mi sembra una variazione «normale», tuttavia comprendo la Sua inquietudine di fronte a un lieve aumento che potrebbe essere il segno di una recidiva. Ritengo che in caso di dubbio sia opportuno discutere sull’utilità di ripetere gli esami di diagnostica per immagini (TC/RM e/o colonscopia).
In ogni caso questa decisione deve essere presa dall'oncologo curante insieme a Sua madre. Personalmente, io avrei sicuramente atteso un nuovo valore di CA 19-9 dopo 4-6 settimane. In caso di nuovo aumento, avrei raccomandato ulteriori analisi.
Spero di esserle stato d’aiuto e Le auguro ogni bene!
Cancro colorettale in un parente di secondo grado: quali esami di diagnosi precoce?
Domanda di Ileana
Buongiorno,
mia nonna ha avuto un cancro colorettale. Nell’opuscolo sullo screening viene raccomandata una colonscopia se un parente di primo grado è stato colpito dal cancro colorettale. Siccome mia nonna è una parente di secondo grado, basterebbe il test del sangue occulto nelle feci, giusto?
Grazie mille.
Risposta di Julia Schwarz, specialista di diagnosi precoce
Buongiorno Ileana,
Grazie della Sua domanda. Come ha giustamente scritto, il rischio di cancro di una persona aumenta soprattutto quando i suoi parenti di primo grado sono colpiti dal cancro colorettale. Lei dice che Sua nonna, vale a dire un parente di secondo grado, era malata di cancro colorettale. Sono noti altri casi di questo tumore nella Sua famiglia? Ai Suoi genitori o fratelli sono stati diagnosticati molti polipi intestinali? Oppure Lei stessa soffre di una malattia infiammatoria cronica dell’intestino? Se nessuno di questi casi corrisponde alla Sua situazione, può partecipare a un regolare programma di screening basato sul test del sangue occulto nelle feci, a condizione che non abbia sintomi e che non Le siano mai stati diagnosticati polipi intestinali. In questi casi dovrà pianificare insieme al medico la Sua prevenzione individuale.
Le possibilità di diagnosi precoce a Sua disposizione dipendono dal Suo Cantone di residenza. Molti Cantoni offrono programmi di screening sistematici del cancro colorettale, cui sono invitate attivamente a partecipare le persone tra i 50 e i 69 anni d’età. In alcuni Cantoni si può scegliere liberamente tra il test del sangue occulto nelle feci e la colonscopia, in altri le persone che non hanno un rischio aumentato possono usufruire solo del test del sangue occulto nelle feci. Se abita in un Cantone senza un programma di screening sistematico può chiedere al Suo medico di famiglia o in farmacia in merito alle possibilità di diagnosi precoce del cancro colorettale. Sul sito web Swiss Cancer Screening può vedere se il Suo Cantone di residenza offre un programma di screening del cancro colorettale.
Se opta per il test del sangue occulto nelle feci, dovrebbe ripeterlo ogni due anni fino a 74 anni (raccomandazione della Lega contro il cancro, attualmente le casse malati rimborsano il test solo fino ai 69 anni di età). In caso di risultato positivo del test, viene prescritta una colonscopia per accertare l’origine del sanguinamento. Se nell’intervallo tra due test dovessero improvvisamente comparire sintomi, consulti subito il medico senza aspettare il successivo esame pianificato di diagnosi precoce.
Buongiorno,
mia nonna ha avuto un cancro colorettale. Nell’opuscolo sullo screening viene raccomandata una colonscopia se un parente di primo grado è stato colpito dal cancro colorettale. Siccome mia nonna è una parente di secondo grado, basterebbe il test del sangue occulto nelle feci, giusto?
Grazie mille.
Risposta di Julia Schwarz, specialista di diagnosi precoce
Buongiorno Ileana,
Grazie della Sua domanda. Come ha giustamente scritto, il rischio di cancro di una persona aumenta soprattutto quando i suoi parenti di primo grado sono colpiti dal cancro colorettale. Lei dice che Sua nonna, vale a dire un parente di secondo grado, era malata di cancro colorettale. Sono noti altri casi di questo tumore nella Sua famiglia? Ai Suoi genitori o fratelli sono stati diagnosticati molti polipi intestinali? Oppure Lei stessa soffre di una malattia infiammatoria cronica dell’intestino? Se nessuno di questi casi corrisponde alla Sua situazione, può partecipare a un regolare programma di screening basato sul test del sangue occulto nelle feci, a condizione che non abbia sintomi e che non Le siano mai stati diagnosticati polipi intestinali. In questi casi dovrà pianificare insieme al medico la Sua prevenzione individuale.
Le possibilità di diagnosi precoce a Sua disposizione dipendono dal Suo Cantone di residenza. Molti Cantoni offrono programmi di screening sistematici del cancro colorettale, cui sono invitate attivamente a partecipare le persone tra i 50 e i 69 anni d’età. In alcuni Cantoni si può scegliere liberamente tra il test del sangue occulto nelle feci e la colonscopia, in altri le persone che non hanno un rischio aumentato possono usufruire solo del test del sangue occulto nelle feci. Se abita in un Cantone senza un programma di screening sistematico può chiedere al Suo medico di famiglia o in farmacia in merito alle possibilità di diagnosi precoce del cancro colorettale. Sul sito web Swiss Cancer Screening può vedere se il Suo Cantone di residenza offre un programma di screening del cancro colorettale.
Se opta per il test del sangue occulto nelle feci, dovrebbe ripeterlo ogni due anni fino a 74 anni (raccomandazione della Lega contro il cancro, attualmente le casse malati rimborsano il test solo fino ai 69 anni di età). In caso di risultato positivo del test, viene prescritta una colonscopia per accertare l’origine del sanguinamento. Se nell’intervallo tra due test dovessero improvvisamente comparire sintomi, consulti subito il medico senza aspettare il successivo esame pianificato di diagnosi precoce.
Domanda sulla preparazione alla colonscopia
Domanda di Sun34678
Sono terrorizzato dalla purga da ingerire prima della colonscopia perché una fobia delle feci. Non so se avrò il coraggio di farlo se l’esame del sangue occulto nelle feci risulterà positivo. Quante ore dura la diarrea quando si beve questa purga?
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Buongiorno Sun,
è angosciato dall’idea di avere una diarrea causata dalla preparazione alla colonscopia e chiede quanto tempo potrà durare. È molto difficile indicare un tempo in ore. In linea molto generale, i lassativi utilizzati per la preparazione alla colonscopia sono relativamente efficaci e hanno un effetto che si instaura rapidamente e dura alcune ore. La preparazione è somministrata molto spesso il giorno prima dell’esame e va ripetuta il mattino se le feci non sono ancora sufficientemente chiare. Il gastroenterologo La informerà su quest’aspetto.
Potrebbe essere utile consumare la soluzione lassativa dopo averla raffreddata in frigorifero e alternarla con liquidi limpidi. Dopo un po’ di tempo, con l’assunzione del lassativo le feci non saranno più distinguibili e si trasformeranno in un liquido giallastro. La preparazione è cruciale per la colonscopia poiché permette al medico che esegue l'esame di osservare le strutture e valutarle con precisione.
Occorre qualche giorno per riprendere una defecazione normale, ma nella grande maggioranza dei casi non si verifica una diarrea dopo la colonscopia.
Lei sembra preferire il test FIT come esame di diagnosi precoce. Più del 90 % dei FIT effettuati ha esito negativo, per cui non è necessaria una successiva colonscopia.
Sono terrorizzato dalla purga da ingerire prima della colonscopia perché una fobia delle feci. Non so se avrò il coraggio di farlo se l’esame del sangue occulto nelle feci risulterà positivo. Quante ore dura la diarrea quando si beve questa purga?
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Buongiorno Sun,
è angosciato dall’idea di avere una diarrea causata dalla preparazione alla colonscopia e chiede quanto tempo potrà durare. È molto difficile indicare un tempo in ore. In linea molto generale, i lassativi utilizzati per la preparazione alla colonscopia sono relativamente efficaci e hanno un effetto che si instaura rapidamente e dura alcune ore. La preparazione è somministrata molto spesso il giorno prima dell’esame e va ripetuta il mattino se le feci non sono ancora sufficientemente chiare. Il gastroenterologo La informerà su quest’aspetto.
Potrebbe essere utile consumare la soluzione lassativa dopo averla raffreddata in frigorifero e alternarla con liquidi limpidi. Dopo un po’ di tempo, con l’assunzione del lassativo le feci non saranno più distinguibili e si trasformeranno in un liquido giallastro. La preparazione è cruciale per la colonscopia poiché permette al medico che esegue l'esame di osservare le strutture e valutarle con precisione.
Occorre qualche giorno per riprendere una defecazione normale, ma nella grande maggioranza dei casi non si verifica una diarrea dopo la colonscopia.
Lei sembra preferire il test FIT come esame di diagnosi precoce. Più del 90 % dei FIT effettuati ha esito negativo, per cui non è necessaria una successiva colonscopia.
Convocazione al programma di screening del tumore colorettale
Domanda di S.
Buongiorno,
ho più di 50 anni e non ho ancora ricevuto l’invito al programma di screening del cancro colorettale. Che cosa devo fare?
Risposta delle consulenti e dei consulenti della Linea cancro
Buongiorno,
i programmi di screening del cancro colorettale sono organizzati nei Cantoni che hanno deciso di offrirli alla loro popolazione. Talvolta può esserci un po’ di ritardo, talvolta può capitare che una convocazione sia dimenticata. Perciò Le consiglio di prendere contatto con l’organizzazione responsabile nel Suo Cantone per informarsi sul motivo di questo ritardo.
Trova i recapiti dell’organizzazione responsabile nel Suo Cantone sul sito di swiss cancer screening, l’associazione che coordina tutti i programmi di diagnosi precoce del cancro colorettale e del seno in Svizzera.
Buongiorno,
ho più di 50 anni e non ho ancora ricevuto l’invito al programma di screening del cancro colorettale. Che cosa devo fare?
Risposta delle consulenti e dei consulenti della Linea cancro
Buongiorno,
i programmi di screening del cancro colorettale sono organizzati nei Cantoni che hanno deciso di offrirli alla loro popolazione. Talvolta può esserci un po’ di ritardo, talvolta può capitare che una convocazione sia dimenticata. Perciò Le consiglio di prendere contatto con l’organizzazione responsabile nel Suo Cantone per informarsi sul motivo di questo ritardo.
Trova i recapiti dell’organizzazione responsabile nel Suo Cantone sul sito di swiss cancer screening, l’associazione che coordina tutti i programmi di diagnosi precoce del cancro colorettale e del seno in Svizzera.
Educazione, assistenza e supporto emotivo alla persona portatrice di stomia intestinale prima e dopo l'intervento
Domanda di S.
Buonasera,
a mio padre è stato diagnosticato un CA rettale nel dicembre 2023. Ha appena terminato la radioterapia e la chemioterapia. Dopo 1 mese di pausa sono previste una risonanza magnetica e una TC addominale. Durante le prime sedute di radioterapia è stata eseguita una PET-TC poiché in occasione di un tumor board si è sospettato l’interessamento di un linfonodo più in alto nel quadro colico, ma alla fine il bersaglio della radioterapia non è stato cambiato.
Inizialmente gli era stato comunicato uno stadio T2, che poi è diventato T3 perché alcuni linfonodi sospetti si sono rivelati positivi.
L’inizio è stato difficile perché il programma cambiava spesso.
Attualmente è previsto un intervento con stomia obbligata. Se è a sinistra è definitiva, se è a destra c’è la possibilità di ristabilire la continuità.
Mio padre ha paura della stomia. Oggi quali sono le sacche più affidabili? Con meno rischi di perdite? Facili da sostituire? I miei ricordi risalgono a circa 10-15 anni fa e non era così semplice: frequenti perdite, odore, arrossamenti...
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Grazie della Sua domanda, S,
Suo padre ha un cancro del retto. Il trattamento ha subito cambiamenti a causa dell’evoluzione dell’interessamento dei linfonodi. Prossimamente Suo padre riceverà una colostomia. La stomia gli fa paura e i Suoi ricordi personali non sono molto positivi.
Alla luce di quanto ha scritto, condivido la decisione dell’équipe medica che si occupa di Suo padre. In caso di sospetti linfonodi positivi è ragionevole supporre uno stadio tumorale più elevato e «rischiare» l’eventualità di un sovratrattamento. Riguardo a Suo padre, ritengo che la procedura debba essere considerata conforme alle norme vigenti in oncologia.
Il materiale per la stomia è progredito negli ultimi 10-15 anni. Gli inconvenienti che descrive sono ancora presenti, ma essenzialmente solo nella prima fase.
La scelta del materiale si basa si diversi criteri e spesso è necessario fare delle prove per sapere qual è la soluzione migliore per la persona colpita. Una volta superata la fase di prova, adattamento e apprendimento, gli inconvenienti si riducono o diventano persino solo un ricordo.
Dice che Suo padre ha paura della colostomia. Questo è sicuramente l’aspetto più importante su cui lavorare affinché possa meglio accettarla, gestirla e conviverci. Non è facile, poiché le feci sono un argomento tabù. Per questo motivo consiglio a Suo padre di parlare apertamente delle sue paure, delle sue esigenze e di porre tutte le sue domande ai professionisti del settore. Un colloquio con un/a stomaterapista è importante prima dell’intervento chirurgico. Suo padre potrebbe anche entrare in contatto con persone che hanno vissuto quest’esperienza per superare le difficoltà. Infine, per capire meglio cos’è una colostomia, può leggere l’opuscolo dedicato a questo tema nel sito della Lega svizzera contro il cancro. Un sostegno psiconcologico può essere d’aiuto per accettare il cambiamento.
Buonasera,
a mio padre è stato diagnosticato un CA rettale nel dicembre 2023. Ha appena terminato la radioterapia e la chemioterapia. Dopo 1 mese di pausa sono previste una risonanza magnetica e una TC addominale. Durante le prime sedute di radioterapia è stata eseguita una PET-TC poiché in occasione di un tumor board si è sospettato l’interessamento di un linfonodo più in alto nel quadro colico, ma alla fine il bersaglio della radioterapia non è stato cambiato.
Inizialmente gli era stato comunicato uno stadio T2, che poi è diventato T3 perché alcuni linfonodi sospetti si sono rivelati positivi.
L’inizio è stato difficile perché il programma cambiava spesso.
Attualmente è previsto un intervento con stomia obbligata. Se è a sinistra è definitiva, se è a destra c’è la possibilità di ristabilire la continuità.
Mio padre ha paura della stomia. Oggi quali sono le sacche più affidabili? Con meno rischi di perdite? Facili da sostituire? I miei ricordi risalgono a circa 10-15 anni fa e non era così semplice: frequenti perdite, odore, arrossamenti...
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Grazie della Sua domanda, S,
Suo padre ha un cancro del retto. Il trattamento ha subito cambiamenti a causa dell’evoluzione dell’interessamento dei linfonodi. Prossimamente Suo padre riceverà una colostomia. La stomia gli fa paura e i Suoi ricordi personali non sono molto positivi.
Alla luce di quanto ha scritto, condivido la decisione dell’équipe medica che si occupa di Suo padre. In caso di sospetti linfonodi positivi è ragionevole supporre uno stadio tumorale più elevato e «rischiare» l’eventualità di un sovratrattamento. Riguardo a Suo padre, ritengo che la procedura debba essere considerata conforme alle norme vigenti in oncologia.
Il materiale per la stomia è progredito negli ultimi 10-15 anni. Gli inconvenienti che descrive sono ancora presenti, ma essenzialmente solo nella prima fase.
La scelta del materiale si basa si diversi criteri e spesso è necessario fare delle prove per sapere qual è la soluzione migliore per la persona colpita. Una volta superata la fase di prova, adattamento e apprendimento, gli inconvenienti si riducono o diventano persino solo un ricordo.
Dice che Suo padre ha paura della colostomia. Questo è sicuramente l’aspetto più importante su cui lavorare affinché possa meglio accettarla, gestirla e conviverci. Non è facile, poiché le feci sono un argomento tabù. Per questo motivo consiglio a Suo padre di parlare apertamente delle sue paure, delle sue esigenze e di porre tutte le sue domande ai professionisti del settore. Un colloquio con un/a stomaterapista è importante prima dell’intervento chirurgico. Suo padre potrebbe anche entrare in contatto con persone che hanno vissuto quest’esperienza per superare le difficoltà. Infine, per capire meglio cos’è una colostomia, può leggere l’opuscolo dedicato a questo tema nel sito della Lega svizzera contro il cancro. Un sostegno psiconcologico può essere d’aiuto per accettare il cambiamento.
Rimozione dello stoma: Cosa devo tener presente?
Domanda di Sena
Caro Jonas
Tra qualche settimana ho un appuntamento per la rimozione dello stoma. Come sono le prime settimane dopo l'intervento? Funziona di nuovo tutto? Subito? E per quanto riguarda il dolore e l'alimentazione? Grazie per la risposta e cordiali saluti, Sena
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Salve Sena
Ha posto la Sua domanda al peer Jonas. Ma lui non può risponderle in base alla sua esperienza personale.
Anche se l'intestino torna nella sua posizione originale dopo la rimozione dello stoma, ha bisogno di un certo tempo per regolarsi. In questa fase possono verificarsi diversi disturbi funzionali del tratto intestinale. A seconda del tipo di intervento chirurgico precedente e della quantità di intestino conservato, si possono manifestare sintomi come per esempio:
- maggiore frequenza e urgenza dell’evacuazione intestinale;
- svuotamento incompleto;
- diarrea o costipazione.
Il centro di consulenza per stomie e l'équipe curante possono indicare quali sono i disturbi che può aspettarsi e quanto possono durare. Di solito, i centri di consulenza per stomie sono all'interno dell'ospedale. Può anche cercare i centri di consulenza nelle Sue vicinanze sul sito web dell'Associazione svizzera delle/degli stomaterapiste/ti (svs)
Per uno scambio con altri portatori di stomia, consiglio di contattare Ilco Svizzera. L'associazione svizzera dei gruppi regionali di portatori di stomia è un'organizzazione di auto-aiuto. Ora anche pazienti giovani che hanno avuto il cancro del colon partecipano allo scambio nel gruppo Young Ilco young ilco | ilco Schweiz.
Caro Jonas
Tra qualche settimana ho un appuntamento per la rimozione dello stoma. Come sono le prime settimane dopo l'intervento? Funziona di nuovo tutto? Subito? E per quanto riguarda il dolore e l'alimentazione? Grazie per la risposta e cordiali saluti, Sena
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Salve Sena
Ha posto la Sua domanda al peer Jonas. Ma lui non può risponderle in base alla sua esperienza personale.
Anche se l'intestino torna nella sua posizione originale dopo la rimozione dello stoma, ha bisogno di un certo tempo per regolarsi. In questa fase possono verificarsi diversi disturbi funzionali del tratto intestinale. A seconda del tipo di intervento chirurgico precedente e della quantità di intestino conservato, si possono manifestare sintomi come per esempio:
- maggiore frequenza e urgenza dell’evacuazione intestinale;
- svuotamento incompleto;
- diarrea o costipazione.
Il centro di consulenza per stomie e l'équipe curante possono indicare quali sono i disturbi che può aspettarsi e quanto possono durare. Di solito, i centri di consulenza per stomie sono all'interno dell'ospedale. Può anche cercare i centri di consulenza nelle Sue vicinanze sul sito web dell'Associazione svizzera delle/degli stomaterapiste/ti (svs)
Per uno scambio con altri portatori di stomia, consiglio di contattare Ilco Svizzera. L'associazione svizzera dei gruppi regionali di portatori di stomia è un'organizzazione di auto-aiuto. Ora anche pazienti giovani che hanno avuto il cancro del colon partecipano allo scambio nel gruppo Young Ilco young ilco | ilco Schweiz.
Come posso sostenere la mia amica affetta da cancro colorettale?
Domanda di Lina
Caro Jonas
A una mia cara amica è stato diagnosticato un cancro colorettale. Ha marito e due figli piccoli. Attualmente è all'inizio della chemio.
Vorremmo sostenerla, ma in modo non invadente e utile per lei. La accompagniamo alla chemio e ogni tanto le portiamo delle vivande.
La mia domanda è: quali sono le esperienze che tu hai fatto nel periodo della chemio, hai qualche consiglio da darci su come sostenere la nostra amica e la sua famiglia? Cosa ti ha aiutato di più nella vita di tutti i giorni?
Risposta di Jonas, piattaforma di scambio fra pari
Cara Lina,
Grazie per la sua preziosa domanda. Ho fatto la chemio tra dicembre 2019 e maggio 2020, a metà della prima ondata di coronavirus. Ho sempre trovato molto bello poter fare passeggiate e parlare con i miei amici. All'epoca non avevo ancora un figlio e quindi avevo tutto il tempo per farlo. La comunicazione e l'esercizio fisico mi hanno sicuramente aiutato.
Ma con due bambini piccoli le esigenze sono forse diverse. E non è facile capirle. Tuttavia, può domandare quale sostegno supplementare sarebbe utile. Se formula proposte di aiuto concrete, la decisione potrebbe essere più facile. Che ne dice di: badare ai bambini, riordinare la cucina, fare le pulizie?
Un'altra cosa: a me ha aiutato moltissimo e mi ha sostenuto emotivamente quando gli amici mi hanno offerto il loro aiuto, indipendentemente dal fatto che io ne abbia effettivamente approfittato.
Cordiali saluti
Jonas
Caro Jonas
A una mia cara amica è stato diagnosticato un cancro colorettale. Ha marito e due figli piccoli. Attualmente è all'inizio della chemio.
Vorremmo sostenerla, ma in modo non invadente e utile per lei. La accompagniamo alla chemio e ogni tanto le portiamo delle vivande.
La mia domanda è: quali sono le esperienze che tu hai fatto nel periodo della chemio, hai qualche consiglio da darci su come sostenere la nostra amica e la sua famiglia? Cosa ti ha aiutato di più nella vita di tutti i giorni?
Risposta di Jonas, piattaforma di scambio fra pari
Cara Lina,
Grazie per la sua preziosa domanda. Ho fatto la chemio tra dicembre 2019 e maggio 2020, a metà della prima ondata di coronavirus. Ho sempre trovato molto bello poter fare passeggiate e parlare con i miei amici. All'epoca non avevo ancora un figlio e quindi avevo tutto il tempo per farlo. La comunicazione e l'esercizio fisico mi hanno sicuramente aiutato.
Ma con due bambini piccoli le esigenze sono forse diverse. E non è facile capirle. Tuttavia, può domandare quale sostegno supplementare sarebbe utile. Se formula proposte di aiuto concrete, la decisione potrebbe essere più facile. Che ne dice di: badare ai bambini, riordinare la cucina, fare le pulizie?
Un'altra cosa: a me ha aiutato moltissimo e mi ha sostenuto emotivamente quando gli amici mi hanno offerto il loro aiuto, indipendentemente dal fatto che io ne abbia effettivamente approfittato.
Cordiali saluti
Jonas
Strategie per gestire la diarrea dopo un intervento al colon
Domanda di cat.mai:
15 giorni fa mi hanno operata per un cancro del colon ascendente a destra e mi hanno asportato anche una porzione dell’intestino tenue (ileo).
Il trattamento che mi è stato prescritto: Imodium 3x/giorno e Quantalan 2x/giorno non mi libera dagli attacchi improvvisi di diarrea, circa 4 o 5 al giorno, con feci il mattino poco formate, il pomeriggio e la sera ancora liquide.
Ho l’impressione che non ci sia nessun miglioramento da una settimana, sebbene ora riesca di nuovo ad alimentarmi normalmente.
Mi piacerebbe sapere quali sono le alternative.
Potrei ricorrere a:
- un trattamento con argilla?
- probiotici per ricostituire la flora intestinale?
- massaggi?
- agopuntura?
Grazie in anticipo per la risposta.
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Cara Cat mai,
grazie della Sua domanda. Sfortunatamente, l’asportazione (anche parziale) dell’intestino tenue o del colon è spesso seguita da diarrea. In quasi tutti i casi la diarrea migliora lentamente, persino molto lentamente, talvolta nell’arco di mesi. Di sicuro può utilizzare regolarmente Imodium® e Quantalan®. Anche l’argilla e le preparazioni a base di carbone attivo possono essere d’aiuto. Certamente è possibile provare con i probiotici, ma possono provocare meteorismo. I massaggi e l’agopuntura probabilmente non recheranno un grande beneficio. Lo psillio (Metamucil®) assunto con POCO liquido può aiutare ad addensare le feci. Anche prodotti vegetali come la berberina possono essere efficaci. In caso di dubbio, sarebbe importante analizzare nuovamente le feci per escludere un’infezione (p. es. da Clostridium difficile). Tuttavia ritengo che bisogna lasciare tempo all’intestino per adattarsi e ridurre la diarrea.
Cordiali saluti e auguri di un pieno recupero
15 giorni fa mi hanno operata per un cancro del colon ascendente a destra e mi hanno asportato anche una porzione dell’intestino tenue (ileo).
Il trattamento che mi è stato prescritto: Imodium 3x/giorno e Quantalan 2x/giorno non mi libera dagli attacchi improvvisi di diarrea, circa 4 o 5 al giorno, con feci il mattino poco formate, il pomeriggio e la sera ancora liquide.
Ho l’impressione che non ci sia nessun miglioramento da una settimana, sebbene ora riesca di nuovo ad alimentarmi normalmente.
Mi piacerebbe sapere quali sono le alternative.
Potrei ricorrere a:
- un trattamento con argilla?
- probiotici per ricostituire la flora intestinale?
- massaggi?
- agopuntura?
Grazie in anticipo per la risposta.
Risposta del Dr. med. Martin Wilhelmi, specialista in gastroenterologia ed epatologia
Cara Cat mai,
grazie della Sua domanda. Sfortunatamente, l’asportazione (anche parziale) dell’intestino tenue o del colon è spesso seguita da diarrea. In quasi tutti i casi la diarrea migliora lentamente, persino molto lentamente, talvolta nell’arco di mesi. Di sicuro può utilizzare regolarmente Imodium® e Quantalan®. Anche l’argilla e le preparazioni a base di carbone attivo possono essere d’aiuto. Certamente è possibile provare con i probiotici, ma possono provocare meteorismo. I massaggi e l’agopuntura probabilmente non recheranno un grande beneficio. Lo psillio (Metamucil®) assunto con POCO liquido può aiutare ad addensare le feci. Anche prodotti vegetali come la berberina possono essere efficaci. In caso di dubbio, sarebbe importante analizzare nuovamente le feci per escludere un’infezione (p. es. da Clostridium difficile). Tuttavia ritengo che bisogna lasciare tempo all’intestino per adattarsi e ridurre la diarrea.
Cordiali saluti e auguri di un pieno recupero
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