2010 - Cancro del collo dell'utero 2010


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2010 - Cancro del collo dell'utero 2010

Messaggioda admin » gio 7 gen 2010 15:40

La dott.ssa med. Monika Bénayat, ginecologa presso lo studio medico in via Gutenbergstrasse 21, 3011 Berna, risponde alle vostre domande:


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch




Domanda di Dana S.:
Gentile dottoressa Bénayat,
Se mi sottopongo ad asportazione laser del collo dell'utero quante probabilità avrò di dare alla luce un figlio sano? O non potrò più avere figli? Grazie della sua risposta, Dana S.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno cara Dana S.,
Alla domanda sulla possibilità di una gravidanza dopo il trattamento e su quali misure precauzionali è opportuno prendere, può rispondere nello specifico solo un medico che conosce nei dettagli particolarità ed estensione dell'intervento.

Di norma le donne possono rimanere incinte e portare a termine una gravidanza anche dopo un intervento al collo dell'utero.
Dopo un trattamento laser del collo dell'utero, in gravidanza può capitare che l'orifizio uterino (la «portio») non chiuda più come dovrebbe. Per evitare un'apertura prematura durante la gravidanza, l'orifizio uterino può essere rafforzato con un cerchiaggio.
Un trattamento laser del collo dell'utero può aumentare il rischio di parto prematuro. In casi isolati è stata riscontrata la nascita di bambini con un peso inferiore alla norma. Per evitare complicazioni e ridurre il rischio di parto prematuro, è bene programmare una gravidanza al più presto 3 mesi dopo l'intervento chirurgico al collo dell'utero. Un trattamento laser non comporta un aumento del rischio di malformazioni fetali.



Domanda di Marina, 50-59 anni:
faccio uno screening ogni 6 mesi, da 2 anni e non sono affatto tranquilla. Sembra quasi che il mio medico si aspetti che il cancro si manifesti, è normale? In caso contrario, cosa devo fare?

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Questa strategia, chiamata di "sorveglianza attiva", che consiste ad aspettare e osservare viene utilizzata in caso di stadio precanceroso o precoce poiché le lesioni possono talvolta regredire da sole.
Il suo medico non aspetta quindi che il cancro si manifesti, ma spera che le lesioni regrediscano. Gli strisci effettuati ogni 6 mesi gli permettono di controllare l’evoluzione delle lesioni, consentendogli eventualmente di intervenire se dovesse risultare necessario.
Per valutare con maggiore precisione la procedura da seguire nel suo caso, sarebbe importante sapere se il tipo di papilloma virus (HPV) responsabile della lesione cervicale è stato determinato, se è stata effettuata una biopsia e con quale risultato. Nel caso di un tipo di HPV ad elevato rischio (ad es. HPV 16 e 18), in una donna già in meno pausa la durata di controllo di due anni sarebbe troppo lunga. Se il risultato del test è normale, è sufficiente un controllo ogni 1-2 anni. In caso di alterazioni cellulari devono essere eseguiti ulteriori accertamenti.
Per maggiori informazioni consulti il nostro nuovo opuscolo
Il cancro del collo dell’utero e le lesioni precancerose


Domanda di ginger:
Buongiorno, io avrei due domande: in che misura ha senso per me farmi vaccinare? Finora durante i rapporti sessuali ho sempre fatto uso del preservativo. Ed ecco la mia seconda domanda: i preservativi offrono protezione dal cancro del collo dell’utero?

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Per assicurare una protezione ottimale, la vaccinazione dovrebbe essere effettuata possibilmente prima del primo rapporto sessuale. Fino all’anno 2012, la Commissione federale per le vaccinazioni raccomanda la vaccinazione contro le infezioni HPV come vaccinazione di base per tutte le ragazze di età compresa fra gli 11 e i 14 anni e in quanto «vaccinazione di recupero» per giovani donne fra i 15 e i 19 anni. Per le donne di età superiore ai 19 anni occorre chiarire in modo individuale con il ginecologo o con la ginecologa se sia opportuno farsi vaccinare. Attualmente sono in fase di studio 2 vaccini per donne di età inferiore ai 45, rispettivamente 55 anni. Dato però che entrambi gli studi sull'efficacia della protezione e sulla sicurezza della vaccinazione per donne di età superiore ai 26 anni non sono ancora conclusi, non esiste ancora una raccomandazione di vaccinazione per questa fascia di età.

I preservativi non possono offrire una protezione sicura al 100% dall’infezione HPV, poiché può essere infettata tutta l’area ano-genitale. Tuttavia, si è osservato che le coppie che utilizzano in modo rigoroso il preservativo presentano più raramente le infezioni dovute a virus.

Ulteriori informazioni sono reperibili al seguente
link oppure nel nuovo opuscolo della Lega contro il cancro
Il cancro del collo dell’utero e le lesioni precancerose.


Domanda di Anna:
Ho letto che i virus responsabili del cancro del collo dell’utero possono procurare anche delle verruche. Il mio compagno presenta alcune verruche alla mano, ad un piede e nell’area genitale. Esiste la possibilità che io venga contagiata? E se la risposta è sì, queste verruche possono farmi venire il cancro del collo dell'utero?

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Anna
Fondamentalmente vi sono diversi tipi di verruche. Purtroppo in questa sede non è possibile verificare di che genere di verruche presenti il suo ragazzo. Qualora dovesse trattarsi di verruche genitali, queste ultime in genere guariscono senza essere curate. Tuttavia, dato che si diffondono rapidamente, è importante farle controllare regolarmente ed eventualmente curarle. In base a quanto scrive, non si evince se il suo compagno si è fatto visitare da un medico. Se questo non è il caso, sarebbe opportuno sottoporsi ad una visita e mettersi in contatto con il proprio medico di famiglia.

Le verruche genitali (chiamate anche creste di gallo o condilomi acuminati) sono dovute ad un’infezione provocata dal virus del papilloma umano (HPV). Quest’ultimo si trasmette tramite i rapporti sessuali o altre forme di contatto intimo. Assieme alla clamidia e all’herpes genitale, le creste di gallo sono fra le malattie sessuali trasmissibili più frequenti. Particolarmente a rischio sono le donne giovani che cambiano spesso il proprio partner e che praticano rapporti sessuali non protetti. Esistono circa 100 diversi tipi di virus HP. La maggior parte di questi è innocua. Nelle cellule umane, tuttavia, alcuni tipi di virus possono tuttavia degenerare. Nella donna, queste cellule della mucosa degenerate possono provocare il cancro del collo dell’utero.

Per potere verificare se è stata infettata dai virus HP, esiste un test di routine, il Pap test, in cui il ginecologo o la ginecologa preleva con un bastoncino di ovatta dei campioni delle cellule dal collo dell’utero. Il campione di tessuto viene analizzato in laboratorio per verificare se si sono verificate eventuali mutazioni.

Di certo si chiederà come è possibile proteggersi dai virus HP: nei rapporti sessuali è importante utilizzare il preservativo poiché esso riduce considerevolmente il rischio di contagio, sebbene non la protegga al 100% da una infezione HPV.

La vaccinazione protegge da un contagio dovuto a determinati tipi di HPV. La vaccinazione offerta nei programmi cantonali di vaccinazione protegge dai virus HP 6, 11, 16 e 18. I virus con il numero 6 e 11 possono provocare delle verruche genitali. I virus HP 16 e 18 sono cancerogeni e responsabili nella misura del 70 percento del cancro del collo dell’utero. Per assicurare una protezione ottimale, la vaccinazione dovrebbe essere effettuata possibilmente prima del primo rapporto sessuale. Fino all’anno 2012 la Commissione federale per le vaccinazioni raccomanda la vaccinazione contro le infezioni HPV come vaccinazione di base per tutte le ragazze di età fra gli 11 e i 14 anni e in quanto «vaccinazione di recupero» per giovani donne fra i 15 e i 19 anni. Per le donne di età superiore ai 19 anni occorre chiarire in modo individuale se sia opportuno farsi vaccinare. Possono farsi vaccinare le donne di età inferiore ai 26 anni di età. Il suo ginecologo potrà offrirle la sua consulenza e decidere assieme a lei se nel suo caso una vaccinazione debba essere presa in considerazione.
Troverà ulteriori informazioni
qui oppure nel nuovo opuscolo della Lega contro il cancro Il cancro del collo dell’utero e le lesioni precancerose.


Domanda di Kahira:
Buongiorno, io avevo un pap sospetto, probabilmente dovuto ad un’infezione virale. La mia ginecologa era dell'avviso di ripetere lo striscio 6 mesi più tardi, poiché a quanto pare nella maggior parte dei casi il problema si risolve da solo. Inoltre, pensava che vi fosse una grande possibilità che anche il mo partner si fosse infettato. Non è possibile curare i virus del mio partner e i miei? Altrimenti continueremo a contagiarci a vicenda, giusto? Grazie per la sua risposta. Sono molto preoccupata.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Kahira,
La sua preoccupazione nel caso di un pap sospetto è comprensibile.
Di regola un’infezione da HPV (virus del papilloma umano) ha un carattere temporaneo e nella maggior parte dei casi guarisce spontaneamente nel giro di 8-14 mesi. Il rischio che si verifichino delle lesioni precancerose o che si sviluppi il cancro del collo dell'utero esiste soltanto nei casi in cui l'infezione si protragga a lungo con lo stesso rischio elevato del tipo HPV.
Esistono oltre cento tipi di virus del papilloma umano. Solo alcuni tipi rientrano fra i tipi a rischio elevato.

Le affezioni HPV genitali sono molto diffuse. Si tratta di una delle affezioni virali sessuali contagiose più diffuse e probabilmente la malattia venerea più frequente. In base a molte valutazioni è risultato che la possibilità di infettarsi almeno una volta nella propria vita con un HPV genitale si situa attorno al 75-90%. Per le donne di età inferiore ai 30 anni, la percentuale di infezione da HPV si aggira attorno al 10-25%, mentre per quelle che hanno superato tale età la percentuale è del 5-8%.

Se uno dei partner presenta delle lesioni associate all’HPV è probabile che l’altro partner si sia infettato a sua volta con l’HPV, per quanto ciò sia spesso difficile da provare. Diversi studi provano che un’infezione HPV "condivisa” non provoca un effetto ping pong. Il contatto duraturo con lo stesso virus (dello stesso tipo HPV) non sembra ritardare la guarigione di lesioni. Questo è dovuto al fatto che la guarigione di verruche o di malattie cervicali avviene principalmente attraverso il proprio sistema immunitario contro l'HPV e non dipende dal contatto duraturo con lo stesso tipo HPV. Questa informazione è importante per le coppie, per liberarle dalla paura di avere rapporti sessuali tra loro. Tuttavia, se non sono guarite tutte le lesioni, nel caso si cambi il partner, esiste il rischio di infezioni per il nuovo partner.
Sebbene il preservativo non offra una protezione sicura al 100%, l’uso di un profilattico può ridurre notevolmente il rischio di contagio.

Qualora nel caso di un’infezione HPV si rendesse necessaria una terapia, esistono diverse terapie medicamentose e cure basate su interventi chirurgici.



Domanda di namuunaa:
salve
ho tumori vaginali. Ho 22 anni. Attualmente sono sottoposta a irradiazioni e chemioterapia presso l’Inselspital di Berna. Volevo chiedere qual è la frequenza e quali sono le cause di questa malattia. Dopo la terapia potrò avere bambini? I tumori scompariranno o saranno presenti nella vagina per sempre? Grazie, cordiali saluti, namuunaa.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Cara namuunaa,
Il cancro della vagina nelle giovani donne è una malattia rara ed è per lo più legata all’infezione da papilloma virus umano (HPV). Capisco la sua esigenza di porre molte domande riguardanti il suo futuro. Non conoscendo tutti i dettagli della sua malattia, posso soltanto fornirle informazioni di carattere generale e le raccomando vivamente di consultare i suoi medici dell’Inselspital di Berna.

Il trattamento cui lei è sottoposta è molto probabilmente di tipo standard e a scopo terapeutico. Pertanto, una volta completato, non dovrebbero rimanere cellule cancerogene.
La possibilità di gravidanza dipende dall’entità dell’irradiazione.
Laddove possibile, nelle giovani donne con cancro vaginale che desiderano avere figli, si asportano le ovaie per proteggerle dall’irradiazione mediante un piccolo intervento chirurgico che precede la radioterapia; terminata quest’ultima, le ovaie possono essere reimpiantate. A seconda dell’entità dell’irradiazione e della possibilità di proteggere o meno le ovaie, la gravidanza può diventare difficoltosa o anche impossibile. Le suggerisco nuovamente di parlare con i medici dell’ospedale, che saranno in grado di rispondere alle sue domande con maggior precisione.



Domanda di kevin:
Una mia conoscente ha il cancro del collo dell'utero (me l'ha detto un'amica comune). Sei mesi fa ho avuto un rapporto sessuale non protetto con lei: sono stato contagiato e ora posso contagiare a mia volta altre donne?

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Kevin,
un cancro del collo dell'utero presuppone in quasi tutti i casi un'infezione cronica da virus del papilloma umano, abbreviato HPV. Si stima che nelle nazioni industrializzate circa il 70-80 per cento della popolazione sessualmente attiva (donne e uomini) contragga il virus HPV nel corso della propria vita. L'HPV è trasmesso prevalentemente attraverso i rapporti sessuali, più raramente per contatto cutaneo diretto.

La maggior parte delle infezioni da HPV hanno un decorso asintomatico e guariscono entro pochi mesi. In alcuni casi però l'infezione diventa cronica, vale a dire che i virus si annidano nelle cellule del collo dell'utero e le stimolano a dividersi. In caso di infezione cronica la donna corre un rischio maggiore di sviluppare una precancerosi (lesione che precorre il tumore) o un cancro del collo dell'utero.


Nel suo caso specifico, solo una visita medica può chiarire se lei è stato contagiato dalla sua conoscente. Le consiglio di recarsi da un urologo o dal suo medico di famiglia per farsi esaminare i genitali ed escludere alterazioni dei tessuti.
Se l'urologo dovesse riscontrare anomalie, è possibile eseguire uno striscio alla ricerca del DNA virale.
In caso di alterazioni sospette vi è il rischio che lei sia portatore di HPV e quindi possa contagiare altre donne.
Può proteggere, ma non completamente, il partner dal contagio con HPV indossando un preservativo. Va però detto che il preservativo non offre una protezione assolutamente sicura dall'infezione, perché i virus possono insediarsi dappertutto nella regione genitale.



Domanda di Bine:
Ho la seguente domanda: quanto è sicuro il vaccino contro il cancro del collo dell'utero? Ho letto sui giornali di 2 casi di decesso legati alla vaccinazione. Mia figlia ha 12 anni e io desidero A) prendere una decisione pro o contro la vaccinazione e B) discutere con lei sulla vaccinazione. Grazie della sua risposta! Bine

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Bine,
in generale il vaccino è molto ben tollerato. Spesso, vale a dire in 1-2 persone su 4, compaiono reazioni locali (arrossamento, dolore, gonfiore) nella sede dell'iniezione, che però sono del tutto innocue. 1 persona su 10 può lamentare mal di testa, stanchezza o febbre. Tutte queste manifestazioni scompaiono spontaneamente entro 1-3 giorni. Reazioni allergiche gravi a un componente del vaccino sono molto rare. In tal caso, comparirebbero entro pochi minuti o ore dalla somministrazione del vaccino. I casi di decesso riportati dai mass-media non erano inequivocabilmente associabili alla vaccinazione anti HPV.

I vaccini contro i virus HPV contengono solo l'involucro esterno del virus: non possono né trasmettere l'infezione né causare un cancro. Siccome si tratta di vaccini nuovi, non è ancora possibile escludere un rischio raro (da 1 a 10 casi su 1 milione) di effetti collaterali inusuali o gravi. È comunque un rischio molto inferiore a quello di sviluppare precancerosi o il cancro del collo dell'utero. È importante ricordare che la vaccinazione anti HPV protegge solo dalle infezioni provocate dai virus contenuti nel vaccino. La maggior parte dei problemi di salute delle donne adolescenti e giovani quindi possono ancora presentarsi, talvolta subito prima, talvolta subito dopo la vaccinazione, senza che ciò significhi che siano stati causati dal vaccino.

In linea di principio tutte le donne sessualmente attive corrono il rischio di contrarre un'infezione da HPV. La vaccinazione anti HPV protegge dal contagio con alcuni tipi specifici di HPV. La vaccinazione proposta nei programmi cantonali di vaccinazione protegge dai tipi HPV 6, 11, 16 e 18. I tipi HPV 6 e 11 possono provocare verruche genitali (condilomi). I tipi HPV 16 e 18 sono cancerogeni e responsabili di più del 70 per cento dei casi di cancro del collo dell'utero.
La vaccinazione deve avvenire idealmente prima del primo rapporto sessuale per garantire una protezione ottimale.
È importante anche che le ragazze e le giovani donne vaccinate si sottopongano regolarmente a striscio vaginale, perché il vaccino non copre tutti i tipi di HPV che possono causare il cancro.
Discuta apertamente con sua figlia di sessualità, misure di prevenzione, rischi, ecc. Le mostri come proteggersi: utilizzare il preservativo, mantenere una buona igiene intima di entrambi i partner e farsi vaccinare contro i tipi HPV più pericolosi. Auguro a lei e a sua figlia ogni bene.



Domanda di Melanie:
Buongiorno
Mia sorella, che ha 23 anni, è stata sottoposta a striscio vaginale e le è stato diagnosticato un PAP 3. Da ulteriori accertamenti è emerso che lei ospita un HPV cancerogeno. Ora, pare che ci siano moltissime donne contagiate con questo virus, ma molte di loro presentano uno striscio del tutto normale. Il virus quindi si lascia individuare solo quando c'è un'infiammazione attiva? A mia sorella hanno spiegato che le sue cellule si sono alterate. Possono tornare allo stato normale, ossia Pap 1 o 2? Oppure rimarranno alterate per tutta la vita? Che significato ha per lei se il Pap non può migliorare? Le cellule alterate sono circoscritte a una zona che si può asportare? Grazie mille della sua risposta.

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Melanie,
È comprensibile che si preoccupi di sua sorella e desideri saperne di più sul cancro del collo dell'utero e dei suoi precursori. Fa bene ad informarsi il più possibile, perché sapere aiuta a sconfiggere le paure.

Il virus del papilloma umano (HPV) è teoricamente individuabile anche nel sangue di donne e uomini che non presentano disturbi o malattie.

A sua sorella sono state diagnosticate alterazioni che precorrono il cancro del collo dell'utero, vale a dire alterazioni patologiche delle cellule dello strato superficiale della mucosa, molto probabilmente causate da HPV.

Questi precursori del cancro del collo dell'utero devono essere controllati perché possono degenerare in cancro.

PAP 3 significa precursore di grado moderato. Più il grado dell'alterazione è elevato, maggiore è il rischio che si sviluppi un cancro del collo dell'utero.

Di solito con un PAP 3 si eseguono ulteriori accertamenti: una tipizzazione HPV, una colposcopia e un biopsia mirata. A seconda del risultato si può aspettare ed eseguire dei controlli a distanza di 3, 6 o 12 mesi, oppure fare una conizzazione, ossia asportare lo strato superficiale dell'estremità del collo dell'utero.
Spero di esserle stata utile.



Domanda di Nicky:
Buongiorno. La mia ginecologa ha riscontrato qualche giorno fa dei condilomi all’entrata della vagina. Nel frattempo mi sono sorte parecchie domande: ora devo fare uno striscio ogni anno? Sarò per sempre una persona a rischio? Magari non si tratta degli HPV pericolosi, o no? Il mio partner finora non ha sviluppato condilomi. Quando da me saranno scomparsi, potremo ricominciare ad avere rapporti sessuali non protetti? Posso trasmettere i condilomi al mio partner finché ce li ho? Cosa «fanno» i condilomi, a parte il fatto che possono infiammarsi (al momento non mi danno alcun fastidio)? E ci sono problemi se desidero una gravidanza? Come faccio a liberarmi il più in fretta possibile dei condilomi? Assumendo che noi due siamo già portatori di HPV e che entrambi possiamo sviluppare condilomi in ogni momento, c’è qualche tipo di prevenzione che possiamo adottare? Grazie della sua risposta!

Risposta della dottoressa Monika Bénayat:
Buongiorno Nicky,
Succede alla maggior parte della gente di avere la testa piena di domande dopo una visita medica. Ci fa molto piacere che abbia scelto il servizio di consultazione specialistica online della Lega contro il cancro per chiarire i suoi dubbi.
Lo striscio vaginale preventivo, in ogni caso, è un esame che è bene ripetere ogni anno.
Un cancro del collo dell'utero presuppone in quasi tutti i casi un'infezione cronica da virus del papilloma umano, abbreviato HPV. Si distinguono gli HPV «high risk» da quelli «low risk»: Sono gli HPV low risk (tra cui i tipi 6 e 11) che provocano le verruche genitali (condilomi). Se lei pratica del sesso non protetto può trasmettere il virus che ha causato i condilomi.

Il suo partner al momento non presenta condilomi visibili. Tuttavia, la probabilità che non abbia ancora contratto il virus è minima. La maggior parte degli uomini e delle donne sessualmente attivi ospita virus HPV, ma solo una piccola parte sviluppa un’infezione cronica.

Le infezioni possono manifestarsi quando il sistema immunitario è indebolito: per rafforzarlo si raccomanda di condurre uno stile di vita sano (rinuncia al fumo e all’eccessivo consumo di alcool, alimentazione equilibrata e movimento).

I condilomi all’entrata della vagina non hanno alcun influsso sulla fertilità e non provocano malformazioni del bambino. Se sono piccoli non ostacolano nemmeno il parto.

I condilomi possono essere trattati con un crema o asportati mediante laser. Per le opzioni di trattamento più adatte al suo caso si rivolga alla sua ginecologa.

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