2014 - Medicina complementare


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2014 - Medicina complementare

Messaggioda admin » mer 2 apr 2014 10:50

Il dott. med. Matthias Rostock dell'Istituto per medicina complementare e integrativa dell'Ospedale universitario di Zurigo e il dott. med. Stefan Obrist del Centro di competenza Palliative Care dell'Ospedale universitario di Zurigo rispondono alle vostre domande:


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di ankuri
Cosa e quale la medicina complementare può aiutare in caso di fatigue?

Risposta del dottor Rostock:
Buongiorno ankuri
Grazie della sua domanda! Non c'è una risposta standard, poiché i disturbi causati dalla fatigue possono essere di entità molto diverse e anche le cause possono essere diverse. Da un lato i disturbi possono essere provocati da una malattia maligna, dall'altro anche dai relativi trattamenti. Il medico curante chiarirà tramite diagnostica differenziale molti altri fattori che possono essere origine di sintomi o possono aggravarli. Di questi fattori fanno parte p.es. l'anemia oppure un'ipofunzione della tiroide. Anche la presenza di una depressione che forse non era stata percepita in precedenza può provocare sintomi simili a quelli della fatigue e dev'essere esclusa.
A secondo dei casi – per citare solo alcuni esempi di riferimento – i disturbi della fatigue possono essere curati con modalità molto diverse tra loro. Fondamentalmente si cercherà sempre di incitare il paziente a fare più moto, se possibile motivandolo anche a svolgere attività sportiva, poiché nella maggior parte degli studi scientifici effettuati finora, col moto si ottengono i migliori risultati. Una consulenza psico-oncologica può essere d'aiuto. Per quanto riguarda la medicina complementare si sono osservati effetti positivi con i trattamenti a base di agopuntura e con estratti fitoterapeutici, p.es. di ginseng oppure guarana sudamericana come anche con il vischio.
Vista la complessità della diagnostica differenziale e la varietà delle possibilità di intervento terapeutico con metodi della medicina complementare si raccomanda di farsi seguire da uno specialista. Ecco gli indirizzi di alcuni servizi di consulenza per la medicina complementare:

Istituto di medicina complementare Inselspital Berna
Istituto di medicina complementare ed integrativa, Ospedale Universitario Zurigo

Inoltre è importante chiarire la possibilità di combinare i trattamenti complementari con la terapia oncologica standard in corso ed escludere possibili interazioni indesiderate.



Domanda di Chinchilla
Sta per essermi effettuato un trapianto autologo di cellule staminali in seguito a recidiva di un linfoma primario mediastinico non Hodgkin. Cosa può aiutarmi durante questa dura terapia (p.es. anche contro la nausea … ecc.). Una volta terminata la terapia come si può influenzare positivamente la ripresa/la guarigione? Grazie mille.

Risposta del dottor Rostock:
Buongiorno Chinchilla
Lei si chiede cosa può fare personalmente per superare nel miglior modo possibile il periodo antecedente e successivo al trapianto di cellule staminali.
Se possibile è importante prepararsi bene al trapianto di cellule staminali. Un'alimentazione equilibrata può essere d'aiuto. Cerchi di assumere una quantità sufficiente di proteine, vitamine e sali minerali, prevalentemente sotto forma di alimenti vegetali. In tal modo si assicura che il suo stato di salute generale sia in eccellente forma. Anche la forma fisica può aiutarla a superare meglio la terapia cui sta per sottoporsi.

Di certo i medici le somministreranno medicine contro la nausea, che in genere sono molto efficaci. Può risultare utile anche l'applicazione di fasce di agopressione, le quali andranno posizionate un po' prima del polso. Sono comunemente reperibili in farmacia.

Durante il trattamento mangi spesso quantità di cibo moderate. È importante mangiare lentamente e masticare bene. Spesso si sopportano bene alimenti dal sapore delicato, che non abbiano un forte gusto o aroma, come per esempio fette biscottate, cracker, fette tostate, grissini ecc. La tisana di camomilla, di finocchio o di menta aiutano contro la nausea. Provi a trovare lei stessa ciò che le fa bene. Andranno bene anche bevande fredde, non gasate, da bere a piccoli sorsi durante tutto il giorno. Durante la fase acuta andrebbe evitata la tisana di zenzero. Può disturbare l'effetto dei medicinali che le vengono somministrati contro la nausea nella prima fase del trattamento. Tuttavia la tisana di zenzero può essere assunta contro la nausea dopo la fase acuta.
Durante la fase acuta è meglio essere cauti con l'impiego di fitoterapie, poiché è difficile escludere interazioni con la complessa somministrazione di medicinali. Una volta terminata la fase acuta si potrà di nuovo ricorrere alle terapie a base di fitofarmaci.
Per ulteriori informazioni specifiche per la sua situazione individuale può rivolgersi p.es. all'
Istituto di medicina complementare ed integrativa, Ospedale Universitario Zurigo .

È molto importante anche fare frequenti sciacqui della bocca per proteggere le mucose della cavità orale. Sicuramente anche all'ospedale le daranno informazioni in merito.

In seguito al trapianto di cellule staminali è importante recuperare lentamente ma continuamente la forma fisica. Le attività fisiche, come passeggiare, fare una ginnastica adeguata, andare in bicicletta, contribuiscono in misura determinante a risviluppare la muscolatura e accelerare la guarigione. Per informazioni in merito consulti l'opuscolo
«Attività fisica e cancro» della Lega svizzera contro il cancro oppure si rivolga alla lega della sua regione .


Per il sostegno psicologico-spirituale si possono impiegare metodi di rilassamento della medicina Mind-Body, come per esempio la meditazione dell'attenzione, lo yoga o terapie del movimento concentrato come Tai Chi o Chi Gong.



Domanda di Clae
Mio padre (76) ha il cancro dell'intestino e gli è stato applicato uno stoma. Purtroppo il tumore si è esteso al fegato ed ora gli viene fatta una chemioterapia che lui sopporta male. Ogni 2 settimane deve fare 12 chemio, ma spesso l'applicazione è stata rimandata di una settimana ed ora anche il dosaggio viene ridotto. Mio padre sopporta meglio questa dose ridotta, ma ora deve fare delle iniezioni per stimolare la produzione di globuli rossi. Ora è stanco della chemio e non ce la fa più. Ho pensato che forse si potrebbero sostituire le due ultime chemio con una terapia a base di vischio. Lei che cosa ne pensa? Sarebbe un'alternativa valida?

Risposta del dottor Rostock:
Gentile Clae,
Attualmente a suo padre viene fatta una chemioterapia per contrastare un tumore dell'intestino che ha sviluppato delle metastasi nel fegato. Il trattamento a base di chemioterapia in situazioni di questo tipo negli ultimi anni è stato molto migliorato e di conseguenza la terapia è divenuta più efficace e - se la risposta individuale è positiva - aumentano le opportunità di sopravvivenza. Tuttavia è sempre problematico stabilire quanta chemioterapia il malato possa sopportare e quanto è disposto ad accettare. Il fatto che la dose sia stata già ridotta mostra che l'oncologo curante è ben consapevole delle esigenze di suo padre e tiene conto del fatto che non sopporti bene la chemio. Suo padre dovrebbe parlare con l'oncologo del fatto che è stanco di fare questa terapia e l'oncologo, in qualità di medico curante potrà valutare se è necessario fare qualcosa per aumentare la tollerabilità oppure se si possa interrompere il trattamento senza gravi conseguenze.
Anche una terapia a base di vischio, se la persona che vi viene sottoposta reagisce bene, può portare un miglioramento della situazione e se suo padre volesse sottoporvisi, potrebbe essere un'opzione di trattamento di accompagnamento della chemioterapia o da svolgere una volta che essa è terminata. Molti medici di famiglia conoscono la terapia e se suo padre lo desidera può parlarne con il suo medico di fiducia.



Domanda di sara
Ho un tumore delle ovaie in stadio iniziale, 6 settimane fa mi sono stati tolti le ovaie e l'utero (ed entrambi i linfonodi in questa regione). La dottoressa mi consiglia una chemioterapia (6 volte ogni 3 settimane). Tuttavia il mio medico di famiglia dice che posso curarmi anche con una terapia ormonale, la quale avrebbe il vantaggio di evitarmi gli effetti collaterali della chemioterapia. Siccome purtroppo negli ospedali non si tiene seriamente conto della medicina alternativa, anzi, la si considera inutile, non so quale decisione prendere. Può consigliarmi? Quali terapie alternative ci sono? O sarebbe meglio addirittura fare le due terapie contemporaneamente? La ringrazio anticipatamente per la sua risposta.

Risposta del dottor Rostock:
Cara Sara,
Lei è stata operata di un tumore alle ovaie, per fortuna in uno stadio ancora precoce ed ora le vengono raccomandate due terapie diverse per influire nel modo più favorevole possibile sulla prognosi a lungo termine.
Purtroppo, con le poche informazioni a disposizione sullo stadio della malattia non posso valutare quale sia la soluzione migliore nella sua situazione specifica. Credo che la potrebbe aiutare procurarsi una seconda opinione in un centro ospedaliero di rilievo (potrebbe anche telefonare alla Lega contro il cancro per sapere quale centro potrebbe essere adatto nella zona in cui abita).
L'importante è non rimandare a lungo la decisione se sottoporsi o meno alla chemioterapia, poiché altrimenti si perde il momento ottimale per effettuarla. Pertanto la precedenza va data al chiarimento di questa questione e non di quella di un trattamento complementare. Sicuramente si può prendere in considerazione un trattamento complementare integrativo – preferisco questa designazione a quella di „medicina alternativa“, poiché nella maggior parte dei casi come anche nel suo, non si tratta di una terapia alternativa a quella convenzionale ma di un'integrazione. Qualora dovesse risultare necessaria la chemioterapia, esso potrebbe permettere di raggiungere una migliore tollerabilità. Se necessario potrebbe rivolgersi per esempio
Istituto di medicina complementare ed integrativa, Ospedale Universitario Zurigo , dove le sarà offerta una consulenza individuale in merito alla medicina naturale e complementare per la sua malattia.


Domanda di Yoga
Recentemente ho letto in internet che facendo yoga posso contrastare la mia stanchezza (in seguito al cancro del seno). È importante quale tipo di yoga faccio? Grazie della risposta.

Risposta del dottor Rostock:
Buongiorno Yoga,
più della metà delle pazienti affette da carcinoma del seno nel corso del trattamento antitumorale hanno disturbi di fatigue, in parte in forma molto accentuata, in parte perduranti lungo tempo, il che può provocare una notevole sofferenza. Fatigue è il complesso di sintomi che oggi per la maggior parte dei pazienti e delle pazienti affette da tumore provoca la maggior parte delle sofferenze, anche perché vi sono pochi possibili trattamenti veramente efficaci e che vengano percepiti d’aiuto.
Lo yoga ed altre terapie del movimento concentrato possono alleviare notevolmente i disturbi del complesso di fatigue, cosa dimostrata anche da vari studi sul tema. I risultati di studi scientifici dimostrano che lo yoga va praticato intensamente e per un lungo periodo di tempo per avere effetti positivi. L'importante è fare gli esercizi con consapevolezza, rispetto e considerazione del proprio corpo.

Alcune
leghe contro il cancro cantonali offrono corsi di yoga oppure possono fornire indirizzi di insegnanti che hanno esperienza di yoga in relazione a malattie tumorali. Anche nella Guida cancro della lega svizzera contro il cancro si trovano alcune offerte. Se lei vive nella zona di Zurigo può anche farsi consigliare personalmente dalla nostra collaboratrice, la dottoressa Myriam Rudaz che lavora nel settore della medicina Mind-Body ed è insegnante di yoga (Institut für komplementäre und integrative medizin, Universitätssital Zürich, Sonneggstrasse 6, 8091 Zurigo).


Domanda di esann
Dopo l'operazione del tumore intestinale, talvolta ho problemi di digestione - non gravi, ma la leggera nausea e la sensazione di pienezza sono davvero spiacevoli. Un naturopata mi ha consigliato il carciofo, in capsule o tintura. Lei che ne dice? Ogni tanto potrei anche prendere un amaro Appenzeller? O non serve a niente? La ringrazio della cortese risposta.

Risposta del dottor Obrist:
Buongiorno esann,
i carciofi stimolano l'appetito e favoriscono la digestione. La contengono una sostanza, la cynarina, che stimola il metabolismo del fegato e della cistifellea.
Lei domanda se l'amaro Appenzeller potrebbe avere lo stesso effetto. Un amaro ogni tanto sicuramente non nuoce, poiché stimola la digestione, ma l'effetto è dato dalle erbe e non dall'alcool. Contiene diverse sostanze amare, come la genziana, il carciofo, l'assenzio e il tarassaco.
Contro il senso di pienezza sono utili gli oli eterei della camomilla, della menta piperita e della melissa.
La camomilla ha un'azione antinfiammatoria e spasmolitica. Al posto della tisana di camomilla, dove la maggior parte dell'olio etereo va persa, sono da preferire gli estratti idroalcolici.
La menta piperita è spasmolitica e stimola l'attività del fegato e della cistifellea. La menta piperita può essere consumata in forma di tisana, tintura o sciroppo.
Anche la melissa ha un’azione spasmolitica e digestiva. È ottima la tisana.
Chi gradisce il cumino può provare a utilizzarlo come condimento per le pietanze con le quali si accompagna bene: anche il cumino può rimettere a posto il tratto gastro-intestinale.
Lo zenzero è utile principalmente contro la nausea e lo si usa anche per i disturbi del tratto gastro-intestinale. Sbucciare 2-3 cm di zenzero e tagliarlo in fettine sottili, metterle in un litro, un litro e mezzo di acqua bollente e far riposare per 5-10 minuti. La tisana si può bere in piccole dosi durante la giornata, fredda o calda.

E infine dopo un'operazione di cancro intestinale non dimentichi di sottoporsi alle visite di controllo previste.



Domanda di Brownie
Salve, oggi il nostro oncologo ci ha comunicato che non restano che misure palliative. Breve anamnesi: nel 2003 carcinoma dell'esofago distale con radio-chemioterapia, studio SAKK, esofagectomia transiatale con pull up gastrico. Nel 2008 prima recidiva all'altezza dell'anastomosi cervicale con possibile infiltrazione nella tiroide e ostruzione della carotide destra, metastasi linfonodi cervicali destri livello 4, ripetizione della radio-chemioterapia. E ora, nel marzo 2014 adenocarcinoma invasivo moderatamente differenziato lobo polmonare inferiore sinistro, pT1b pN1 L1 V1 Pn1; R1 (ma piuttosto R2); G2. L'intero lobo polmonare inferiore sinistro è stato asportato. La radioterapia può essere applicata solo molto limitatamente (scopo palliativo), poiché la dose ammissibile è già stata raggiunta. La chemio non è sufficientemente forte per avere effetto curativo. Il mio partner ha 46 anni e ora vogliamo sondare tutte le possibilità. Ha consigli? Vi sono ancora possibilità curative? Cosa possiamo fare?

Risposta del dottor Obrist:
Buongiorno Brownie,
al suo partner è stata curata due volte con successo una grave affezione tumorale. Questa volta pare che siano possibili solo cure palliative. Non si può mai promettere una guarigione sicura, ma non si può neppure dire che la guarigione è impossibile. A tale proposito l'unico elemento scientifico disponibile sono le probabilità. A ogni medico capita spesso di avere sorprese, sia negative che positive. Dal punto di vista statistico le chance del suo partner sono poche, ma nonostante ciò si può sempre sperare che le cose vadano meglio del previsto.
Oltre alle misure terapeutiche palliative consigliate dai medici vi sono certamente opportunità nel settore della medicina complementare per sostenere il suo partner. Sicuramente avete già letto o sentito diversi consigli. Tuttavia, poiché in questo settore vi sono anche offerte non serie e poiché è molto importante che le diverse terapie siano armonizzate, le raccomandiamo di rivolgersi ad un medico dotato di molta esperienza, prima di avviare terapie complementari. Per domande sulla medicina complementare le raccomandiamo il nostro
Istituto per medicina complementare ed integrativa (Institut für komplementäre und integrative Medizin) oppure l'Institut für Komplementärmedizin der Universität Bern .
Nella vostra situazione la cosa migliore è comunque attenersi allo slogan inglese „prepare the wortst, hope for the best“. Vale a dire, prepararsi consapevolmente al peggio senza abbandonare la speranza che possa andare diversamente.



Domanda di masagh
Sono stata operata per un nodulo al seno nel 2010. Solo radioterapia non ho fatto chemio. Non mi è stato tolto nessun linfonodo fortunatamente. Sto prendendo Arimidex da allora fino al 2015. Poi nel gennaio 2013 mi è stato scoperto per caso un tumore alla tiroide. E quindi mi è stata asportata tutta la tiroide. Ho fatto una settimana di isolamento radioattivo. Ora prendo anche eutirox 125. Gli esami di controllo ogni 6 mesi. Mi domando se i due farmaci oltre l osteoporosi che tengo controllata prendendo vitamina d. E una dieta. Cosa altro possono causarmi e se sono loro la causa di questo affaticamento che sento. Ho 65 anni è sono stata sempre una grande sportiva e persona molto attiva. Ma ora mi affatica subito. Altra domanda quando sospendero arimidex.....rientrato nella normalità . Grazie

Risposta del dottor Obrist e il dottor Rostosck
Buongiorno Masagh,
lei tocca un argomento, quello della stanchezza o, in gergo „fatigue“ che interessa molti pazienti oncologici. Le voglio segnalare due pubblicazioni sul tema :
Senza forze e La fatigue

La sua stanchezza può essere causata da molteplici fattori:

- ha ricevuto due diagnosi di cancro in un breve lasso di tempo; ciò comporta un importante carico emotivo.
- ha subìto due trattamenti radioterapici e due interventi chirurgici.
- le è stata asportata la tiroide. Malgrado la sostituzione farmacologica degli ormoni tiroidei, può darsi che presenti un leggero ipotiroidismo che, a sua volta, può manifestarsi attraverso un senso di spossatezza cronica.
- Arimidex® (Anastrazol) può causare quale effetto collaterale spossatezza/stanchezza, debolezza e sonnolenza.

Sarebbe opportuno consultare il suo medico di base, l’oncologo o l’endocrinologo per valutare un eventuale adeguamento della terapia.

Un'accresciuta affaticabilità può derivare da una depressione di cui non si è consapevoli. Se sospettasse che ciò potrebbe essere il suo caso, può parlarne con il suo medico curante oppure può contattare la Lega contro il cancro per essere indirizzata a uno psico-oncologo o a una psico-oncologa, una figura professionale appositamente formata per accompagnare e sostenere chi deve affrontare una malattia oncologica.

Un’alimentazione equilibrata contrasta la stanchezza. Mantenga le sue sane abitudini alimentari e, se necessario, modifichi quelle meno salutari. Trova indicazioni utili al riguardo nel nostro opuscolo intitolato
Un’alimentazione equilibrata rafforza la salute

Il moto riduce la stanchezza. Vorrei perciò incoraggiarla a continuare a svolgere una moderata attività fisica, nonostante le difficoltà, per non entrare in un circolo vizioso : stanchezza-attività fisica ridotta-aggravamento della stanchezza-inattività. Legga a tale proposito il nostro opuscolo intitolato Attività fisica e cancro

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