2015 - Cancro e ambiente


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2015 - Cancro e ambiente

Messaggioda admin » mer 29 lug 2015 14:35

La Dr.ssa Patrizia Frei, responsabile del progetto Ambiente e tabacco della Lega svizzera contro il cancro risponde alle vostre domande.


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch



Domanda di Tokio:
Buongiorno,
avendo visitato il vostro sito Internet, vorrei rivolgermi a voi in quanto esperti. Per farla breve, mi piacerebbe trascorrere 2 settimane di vacanza a Tokio, ma ho delle perplessità a causa della catastrofe di Fukushima. Prendo “con le pinze” i pubblici avvisi di cessato allarme del governo o del ministero degli esteri, dove penso che intervengano anche altri interessi. Il mio tentativo di informarmi diversamente in Internet non ha però avuto buon esito. Ho trovato di tutto, dagli annunci allarmistici ai messaggi tranquillizzanti di mettersi in viaggio senza problemi. Dato che non sono in grado di valutare la situazione e preferirei non espormi a rischi per la mia salute, mi affido al parere di un esperto. Come giudicate il rischio di radiazioni o di assorbimento di sostanze radioattive attraverso l’alimentazione? Cosa mi consigliate?
Grazie dell’aiuto.

Risposta della dott.ssa Patrizia Frei:
Buongiorno Tokio,
è fuor di dubbio che le radiazioni ionizzanti provocano il cancro, quindi capisco molto bene le sue perplessità. Ad esempio, dopo l’incidente di Chernobyl è stato accertato che le persone che vivevano nella zona del disastro e che all’epoca erano bambini o giovani, si sono ammalate con maggiore frequenza di cancro della tiroide. In fin dei conti il rischio è però legato alla dose accumulata nel corso della vita. A Chernobyl venne contaminata un’ampia zona e l’evacuazione fu lenta. La situazione a Fukushima sembra essere totalmente diversa: le operazioni di evacuazione hanno funzionato relativamente bene e solo poco terreno è risultato contaminato da elevata radioattività. Pertanto, in Giappone il numero di persone gravemente esposte è stato minimo.

Da un’indagine del «Tokyo Metropolitan Institute of Public Health» del 2014 è emerso che l’esposizione media alle radiazioni a Tokio è pari a 34 nSv/h, quindi a un livello analogo a quello rilevato prima dell’incidente e persino più basso dei valori riscontrati in altre città, ad es. a Londra. Al riguardo può consultare un resoconto pubblicato sul
«Japan Times». L’esposizione alle radiazioni è quindi inferiore anche a quella della maggior parte delle regioni svizzere, dove le radiazioni naturali di fondo provenienti dal suolo e dal cosmo in certi luoghi possono superare il livello di 400 nSv/h (vedere cartina all’indirizzo).

Spero che queste informazioni le siano utili per prendere una decisione in merito al suo viaggio a Tokio.



Domanda di healthy cooking:
Buongiorno,
quando cucino mi piace utilizzare spezie e salse orientali. Le salse di soia, di ostriche e di pesce sono sicure per la salute?
Grazie dell’aiuto.

Risposta della dott.ssa Patrizia Frei:
Buongiorno healthy cooking,
la ringrazio per la domanda. Per fornirle una risposta corretta, mi sono consultata con la nostra esperta in materia di alimentazione, la signora Kerstin Zuk.

Fondamentalmente in Svizzera gli alimenti possono contenere sostanze nocive solo in quantità non dannose per la salute dell’uomo. Di ciò rispondono le industrie alimentari, che utilizzano ad esempio ingredienti di qualità per evitare che nel prodotto finale non siano presenti sostanze indesiderate e che analizzano gli alimenti. Le autorità esecutive cantonali vigilano sul rispetto delle norme di legge.

In certe salse di soia è già stata riscontrata la presenza di cadmio, un metallo pesante, e/o del contaminante 3-MCPD (3-monocloro-1,2-propandiolo). Il 3-MCPD è presente anche in molti altri alimenti (la fonte principale sono i grassi e gli oli) e probabilmente è cancerogeno. Nell’ambito di una ricerca svolta da
K-Tipp nel 2012 (solamente in tedesco), queste sostanze non sono però state rinvenute in nessuna delle salse di soia analizzate.

Le salse possono essere tranquillamente utilizzate in cucina per un’alimentazione varia ed equilibrata. A causa dell’elevato tenore di sale devono però essere usate con parsimonia. Diminuire il consumo di sale o comunque mantenerlo a livelli contenuti è uno dei consigli che si danno per diminuire il rischio di ammalarsi di cancro:
Codice europeo dell’OMS contro il cancro (attualmente disponibile solo in inglese).

Le auguro buon divertimento nel cucinare piatti sani e variati!



Domanda di MoKram:
Buongiorno!
I miei figli hanno raggiunto un’età in cui si chiede il primo cellulare. Anni fa ho letto molto sui giornali sui rischi di tumori cerebrali a causa dell’uso dei cellulari. Oggi disponiamo di nuove conoscenze? I bambini sono particolarmente a rischio? Non credo di voler proibire il cellulare, ma vorrei insegnare ai miei figli a usarlo responsabilmente, facendolo anch’io in prima persona.
Grazie per l’aiuto.
MoKram

Risposta della dott.ssa Patrizia Frei:
Buongiorno MoKram,
oggigiorno il cellulare è diventato una presenza fissa nella nostra vita e questa tendenza sembra non fermarsi nemmeno di fronte ai bambini e ai ragazzi. Come da lei osservato, alcuni anni fa sono stati pubblicati numerosi articoli giornalistici riguardanti i cellulari e i tumori cerebrali. Ora la situazione si è un po’ calmata. Anche il numero di studi è diminuito.

In alcuni studi sull’uso dei cellulari e sui tumori cerebrali sono stati riscontrati segnali di un maggiore rischio di contrarre determinate forme di tumore cerebrale in persone che utilizzavano il cellulare da anni. Questa constatazione non è stata affatto confermata da tutti gli studi (di osservazione) e nemmeno dai test su animali e cellule. Nel 2011
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato i campi elettromagnetici ad alta frequenza (come quelli generati dai cellulari) come «possibilmente cancerogeni». Ciò significa che vi è il sospetto, ma nessuna prova dell’effetto cancerogeno. Si tratta di una procedura usuale per tutti i fattori di rischio non ancora valutati definitivamente. Il dibattito scientifico è ancora in corso.

Sul rischio di cancro nei bambini e nei ragazzi, purtroppo sono disponibili solo pochi dati. Qualche anno fa è stato pubblicato al riguardo uno studio con dati relativi a diversi Paesi europei, tra cui anche la Svizzera. Dall’indagine non è emerso, nei bambini e ragazzi di età compresa tra 7 e 19 anni, un rischio maggiore per assidui utilizzatori di cellulare rispetto a coloro che invece non ne fanno uso. Anche il tasso di morbilità del tumore cerebrale nei bambini e nei ragazzi è rimasto relativamente stabile dagli inizi degli anni ’90, quando ha iniziato ad aumentare vertiginosamente l’uso dei telefoni cellulari. Oggi è disponibile anche un altro studio in materia, il cosiddetto
«MOBI-KIDS», per il quale però finora non è stato pubblicato alcun risultato.

A fini precauzionali, un atteggiamento prudente in presenza di campi elettromagnetici ad alta frequenza certamente non è sbagliato. L’esposizione alle radiazioni può essere influenzata dal comportamento delle persone. Al riguardo può leggere anche le informazioni pubblicate sul
nostro sito, in particolare la scheda informativa contenente le raccomandazioni per telefonate a basse emissioni.


Domanda di AKW:
Buongiorno,
spesso si sente parlare di studi secondo cui nel raggio di 5 km da una centrale nucleare si verificano più casi di cancro e leucemia, soprattutto tra i bambini.
C’è da ritenere che anche tra gli adulti il tasso di incidenza di cancro e leucemia sia più alto nel raggio di 5 km da una centrale nucleare?
Grazie per l’aiuto.
Cordiali saluti.

Risposta della dott.ssa Patrizia Frei:
Buongiorno AKW,
dopo che negli anni Ottanta nei dintorni di due centrali nucleari in Gran Bretagna furono scoperti cosiddetti cluster di leucemie tra i bambini, sono stati effettuati numerosi studi sul cancro (in particolare sulla leucemia) nei bambini che vivono nei pressi di centrali nucleari. Nel complesso la maggior parte degli studi non ha individuato una correlazione tra la vicinanza delle abitazioni e il rischio di leucemia, ma molte di queste ricerche presentavano lacune dal punto di vista metodologico. Studi più recenti indicano invece che per un sottogruppo, ossia i bambini di età inferiore a 5 anni, la notevole vicinanza a una centrale nucleare (5 chilometri o meno) potrebbe determinare un lieve aumento del rischio di leucemia. L’ipotesi che questo maggiore rischio si spieghi con le radiazioni ionizzanti prodotte dalla centrale è già stata smentita da vari studi, in quanto la dose di radiazioni prodotta da una centrale è di gran lunga inferiore all’esposizione naturale di fondo a radiazioni ionizzanti. Finora non è stata individuata la causa dell’ipotetico maggiore rischio.

Purtroppo, che io sappia non esiste praticamente alcuna base di dati sul rischio di cancro negli adulti che vivono nei pressi di una centrale nucleare. L’attività di ricerca in questo senso non è nemmeno stata intensificata, in quanto a differenza dei riscontri tra i bambini, tra gli adulti non sono stati osservati cluster di questo tipo. Nelle mie ricerche ho trovato solo uno studio del 2012 svolto in Corea che non ha evidenziato un maggiore rischio di cancro nel raggio di 5 km da una centrale nucleare.

Mi auguro di esserle stata utile con le mie spiegazioni.

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