2017 – Palliative Care


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2017 – Palliative Care

Messaggioda admin » ven 7 lug 2017 11:05

Danielle Pfammatter, Specialista cure palliative della Lega svizzera contro il cancro risponde dal 3 al 20 luglio alle vostre domande scritte.


Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch.

Ulteriori domande e risposte saranno pubblicate qui di seguito nei prossimi giorni.

Cordiali saluti dalle moderatrici.

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Terapia del dolore a base di morfina

Messaggioda admin » gio 13 lug 2017 13:24

Domanda di S.T.:
Che effetto ha una terapia del dolore a base di morfina sul mio stato di coscienza? Dovrei rifiutarmi di prendere degli analgesici così potenti?

Risposta di Danielle Pfammatter:
Buongiorno S.T.
La prego di non rinunciare in alcun caso alla terapia contro il dolore! È possibile che all’inizio gli oppioidi, tra cui la morfina, inducano una forte spossatezza, indipendentemente dalla loro forma di somministrazione. La terapia può influire anche sulla capacità di concentrazione, perciò nella fase iniziale è opportuno non guidare l’automobile. Attenda che la situazione si stabilizzi: la difficoltà di concentrazione e la stanchezza di solito si riducono dopo qualche giorno. Tuttavia, non si può trascurare l’eventualità che la progressione della malattia e il sovraccarico che ne deriva possano provocare stanchezza, la quale può a sua volta influire sullo stato di coscienza, ossia sulla lucidità, collegato alla Sua risposta alla terapia.

La morfina è indicata come potente analgesico in primo luogo quando analgesici più leggeri, come per esempio il Dafalgan® (paracetamolo) o altri medicamenti, non riescono a lenire sufficientemente il dolore. Il grande vantaggio della morfina è la sua disponibilità in diverse forme di somministrazione: liquida sotto forma di gocce e di soluzione per iniezione, solida sotto forma di compresse, capsule, capsule ad azione ritardata, e altro ancora. Nel caso in cui sia esclusa l’assunzione per via orale e le iniezioni non siano desiderate o indicate possono essere preparate anche supposte nei dosaggi corrispondenti. Inoltre, esistono cerotti che contengono come principio attivo il potente oppioide fentanil, indicati in determinate circostanze.

I preparati a base di morfina sono un‘ottima terapia a patto di osservare alcune precauzioni: questi medicamenti devono essere assunti regolarmente secondo un piano preciso per ottenere un effetto costante. Il dosaggio di base viene dapprima mantenuto basso per poi essere aumentato lentamente finché non si ha più bisogno di medicamenti di riserva, o se ne ha bisogno solo limitatamente. È importante curare sin dall’inizio i possibili effetti collaterali, che sono, inizialmente, nausea o vomito e stitichezza, un disturbo tipico della terapia con oppioidi. Anche in questo caso, i medicamenti prescritti devono essere assunti in modo conseguente, senza attendere che si manifestino gli effetti collaterali prima di prenderli.
Naturalmente, Lei può anche passare da un preparato a base di oppioidi a un altro se, malgrado la terapia di supporto, non riesce a tollerare il primo farmaco.

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La morfina - Potenziale di dipendenza

Messaggioda admin » gio 13 lug 2017 13:25

Domanda di Bu:
Ma la morfina non rende dipendenti e balordi?

Risposta di Danielle Pfammatter:
Buongiorno Bu
Come è stato spiegato nella precedente risposta, la morfina e gli oppioidi compromettono solo raramente la lucidità intellettuale se si rispettano determinate condizioni.
Il mito della morfina associata all’induzione di una dipendenza è ancora molto radicato nella società. Le posso assicurare che quando è impiegata come analgesico, la morfina non rende dipendenti poiché si lega ai recettori del dolore: è come una chiave che entra nella propria serratura.
Il potenziale di dipendenza sussiste quando non c’è dolore e l’oppio è utilizzato come droga.
Quello che può succedere è che nel corso del tempo sviluppi una tolleranza, la quale impone un aumento della dose della terapia di base. Ma questo non ha niente a che vedere con la dipendenza succitata.

Ai seguenti link trova ulteriori informazioni relative alle Sue domande:


Dolori da cancro e loro cura - Una guida della Lega conto il cancro

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La mia volontà - Direttive anticipate

Messaggioda admin » gio 13 lug 2017 13:32

Domanda di Jope:
Cosa posso fare affinché mia figlia possa decidere a mio nome quando io non sarò più capace di intendere e di volere o sarò in coma?

Risposta di Danielle Pfammatter:
Buongiorno Jope
A mio avviso sarebbe importante che Lei rediga delle direttive anticipate del paziente, in cui nomina Sua figlia come rappresentante nel caso di una perdita di conoscenza o di incapacità di discernimento. In questo modo, garantisce che sia rappresentata la Sua volontà presunta.
Per prima cosa, però, le consiglierei di parlare con Sua figlia. Si tratta anche di capire se Sua figlia desideri assumersi (o sia in grado di farlo) una responsabilità del genere nel caso in cui il Suo stato di salute si aggravi. Potrebbe essere uno stress eccessivo per lei. In tal caso la cosa migliore è che, assieme, prendiate in considerazione altre persone di Sua fiducia. Inoltre, è d’importanza fondamentale che Lei rediga le direttive anticipate assieme a uno specialista di fiducia (oncologo, medico di famiglia, infermiere, ecc.), affinché sia posta al centro la Sua situazione di salute specifica e si possa eseguire una pianificazione mirata e previdente che coinvolga tutte le parti in causa. Questa costituisce anche un’occasione per verificare cosa ha compreso della Sua malattia, cosa potrebbe succedere prossimamente nel decorso e cosa vorrebbe (o non vorrebbe) che fosse fatto. Bisognerebbe anche fare in modo che Sua figlia (o i Suoi congiunti, ossia le persone a Lei più vicine) partecipi al colloquio o perlomeno sia successivamente informata nel dettaglio. È importante che i Suoi rappresentanti ricevano una copia delle direttive anticipate.

Se non intende redigere le direttive anticipate ha la possibilità di comunicare al Suo team curante chi deve essere coinvolto nel processo decisionale in caso di perdita di conoscenza o d’incapacità di discernimento. Questa comunicazione sarà documentata, in modo che nelle situazioni di emergenza sia garantito che alle decisioni partecipino le persone che ha scelto Lei.

Ai seguenti link trova ulteriori informazioni relative alle Sue domande:


La mia volontà vincolante rispetto alla malattia, l’agonia e alla morte - Direttive anticipate della Lega contro il cancro

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Selenio

Messaggioda admin » lun 17 lug 2017 14:24

Domanda:
Dopo un’operazione di cancro intestinale, attualmente vengo sottoposto ogni due settimane ad una terapia a base di Erbitux e ad una chemioterapia. Inoltre, per rafforzare il sistema immunitario il mio medico di famiglia mi raccomanda di assumere: 500 microgrammi di selenio al giorno, mentre nei due giorni in cui effettuo la chemioterapia 1000 microgrammi di selenio, in forma di piccole pastiglie di 50 microgrammi l’una, da sciogliere in bocca. Si tratta di una dose adeguata?

Risposta di Danielle Pfammatter:
Buongiorno,
sono a conoscenza che il selenio possa essere utile in caso di debolezza oppure che può avere un effetto positivo sul sistema immunitario. Tuttavia, alla sua domanda specifica non posso rispondere. Se Lei non è sicuro che si tratti di una dose corretta, vale la pena mettersi in contatto con la sua équipe di oncologi e porre a loro la domanda. Secondo me è molto importante che l’oncologo curante sia informato riguardo agli integratori alimentari e altri medicamenti e che la possa consigliare in merito. Le auguro un buon miglioramento, che la terapia abbia pochi effetti collaterali e dei bei momenti nonostante la situazione molto gravosa.

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Metadone e cannabis come antidolorifici

Messaggioda admin » lun 17 lug 2017 14:30

Domanda di Hvielemin:
Gentile signora Pfammatter,
dopo sette anni di cancro alla prostata GS9 le mie opzioni terapeutiche si riducono. Allora comincio a pensare come andare avanti quando un giorno mi diranno che non ci sono più terapie applicabili. Lei ha già risposto a diverse domande sulla morfina. Il metadone da qualche tempo è il medicamento contro il cancro sulla bocca di tutti, ma a me interessa se è possibile impiegarlo anche come antidolorifico e se vi sono motivi fondati per ritenere che pur avendo la stessa efficacia della morfina abbia meno effetti collaterali. Lo stesso vale anche per la cannabis ovvero il cannabidiolo.
Grazie della sua risposta, Konrad Hvielemin

Risposta di Danielle Pfammatter:
Buongiorno signor Hvielemin,
Le sue frasi iniziali mi danno da pensare. Trovo terribile una situazione in cui non vi siano più terapie applicabili. So che vi sono specialisti che emettono questo verdetto, quando non vi sono più prospettive di guarigione da una malattia tumorale.
Tuttavia nel settore delle cure palliative vi sono molte possibilità d’intervento, nonostante la presenza di una malattia non curabile, allo scopo di migliorare la qualità della vita. Spero che a Lei non venga mai emessa la “sentenza” per la quale ha espresso i suoi timori!

Riguardo al metadone:
suppongo che Lei abbia letto la presa di posizione della Lega svizzera contro il cancro sul metadone e sul cancro. Riguardo alla discussione sul metadone nella terapia contro il cancro vorrei prendere le distanze da conclusioni affrettate fintanto non vi siano risultati certi.
Invece per quanto riguarda il metadone come provato antidolorifico le rispondo volentieri.
Il metadone è un potente antidolorifico, utilizzato con successo già da tempo nella medicina palliativa, anche là dove altri oppioidi, leggeri o forti non hanno effetti sufficienti. Il metadone fa parte del gruppo degli analgesici forti del tipo della morfina e, in dosi equivalenti, ha un effetto 3-4 volte superiore e di durata più lunga della morfina. Pertanto in alcune situazioni, passare al metadone può essere ragionevole. Il metadone ha anche un effetto positivo sullo stimolo della tosse.
Tuttavia gli effetti collaterali possono essere simili a quelli della morfina, visto che il metadone fa parte dello stesso gruppo di sostanze. Inoltre, essi dipendono dal dosaggio. La tollerabilità varia da persona a persona. Conosco persone che non soffrono di effetti collaterali da metadone o da altri oppioidi forti. È importante sapere che spesso si tratta di provare quale medicinale «è più adatto a me». Può succedere che un oppioide provochi effetti collaterali e un altro basato su principi attivi farmacologicamente simili sia tollerato molto meglio. È sempre molto importante assumere i medicamenti concomitanti secondo le prescrizioni, il cui obiettivo è quello di non far comparire i potenziali effetti collaterali oppure di contenerli al minimo.

Ancora un paio di parole sulla cannabis, commercializzata con la denominazione di Cannabidiol (nome commerciale: Sativex Lös). Questo principio attivo viene utilizzato nella terapia più che altro quando si presentano forti contrazioni o crampi muscolari, difficili da trattare. I crampi muscolari possono essere accompagnati da dolori, motivo per cui il Cannabidiol può essere percepito indirettamente come antidolorifico. Tuttavia non fa parte degli analgesici.


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