Avete domande sul la salute al femminile, tumori femminili?
I nostri esperti:
Dr. med. Anita Wolfer, specialista in oncologia senologica, Capo del dipartimento di oncologia ginecologica, medico responsabile del centro mammario dell'Ospedale Universitario di Ginevra (HUG),
Dr. med. Laura Knabben, specialista in predisposizione genetica, primario e responsabile del Centro senologico del Bürgerspital di Soletta,
Monika Biedermann, infermiera in senologia presso il servizio di ginecologia dell’Ospedale universitario di Berna (Inselspital),
Corinne Weidner, Fisioterapista MAS Riabilitazione, Docente Fisioterapia Linfologica, Membro del Consiglio di fondazione Lympha-Helvetica,
Dr. med. André Kind, medico responsabile del policlinico e del servizio specialistico per displasie cervicali dell’Ospedale universitario di Basilea.
risponderà alle domande scritte degli utenti dall'inizio settembre a fine ottobre 2024.
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La salute al femminile, tumori femminili - 2024
Pannello di Controllo Moderatore
Esami di controllo dopo cancro dell’ovaio
Domanda di L.P.
Com’è possibile vedere qualcosa negli esami di controllo dopo un cancro dell’ovaio?
Il mio carcinoma primario (3,5 cm) è stato trovato per caso in un’ecografia, né la TC né la risonanza magnetica hanno permesso di vedere gli altri piccoli carcinomi disseminati che sono stati poi trovati durante l’operazione principale. Che cosa mi devo aspettare dai controlli dopo l’intervento? Nemmeno i marcatori tumorali sono del tutto affidabili. Grazie della sua risposta.
Risposta della Dr. med. Anita Wolfer, oncologa, caposervizio della divisione di oncologia ginecologica dell’Ospedale universitario di Ginevra (HUG)
La Sua domanda è assolutamente giustificata. Ha ragione, la diagnostica per immagini spesso è insufficiente nel cancro dell’ovaio, ma purtroppo non disponiamo di metodi migliori. Pertanto, i controlli consistono in una combinazione di indagini: un colloquio approfondito con la paziente per portare alla luce eventuali anomalie della funzione corporea, un esame clinico, la determinazione dei marcatori tumorali e, appunto, una TC anche se non è perfetta.
È doveroso aggiungere anche che gli esami di controllo purtroppo non possono prevenire la comparsa di una recidiva.
Com’è possibile vedere qualcosa negli esami di controllo dopo un cancro dell’ovaio?
Il mio carcinoma primario (3,5 cm) è stato trovato per caso in un’ecografia, né la TC né la risonanza magnetica hanno permesso di vedere gli altri piccoli carcinomi disseminati che sono stati poi trovati durante l’operazione principale. Che cosa mi devo aspettare dai controlli dopo l’intervento? Nemmeno i marcatori tumorali sono del tutto affidabili. Grazie della sua risposta.
Risposta della Dr. med. Anita Wolfer, oncologa, caposervizio della divisione di oncologia ginecologica dell’Ospedale universitario di Ginevra (HUG)
La Sua domanda è assolutamente giustificata. Ha ragione, la diagnostica per immagini spesso è insufficiente nel cancro dell’ovaio, ma purtroppo non disponiamo di metodi migliori. Pertanto, i controlli consistono in una combinazione di indagini: un colloquio approfondito con la paziente per portare alla luce eventuali anomalie della funzione corporea, un esame clinico, la determinazione dei marcatori tumorali e, appunto, una TC anche se non è perfetta.
È doveroso aggiungere anche che gli esami di controllo purtroppo non possono prevenire la comparsa di una recidiva.
Vantaggi e svantaggi di una brachiterapia nel cancro del seno
Domanda di Sunny
Buongiorno,
in gennaio mi è stato diagnosticato un cancro del seno triplo negativo, e ora esco da 6 mesi di chemioterapia e immunoterapia con annessa operazione conservativa. In sede operatoria non sono state individuate cellule tumorali, per cui secondo gli oncologi io avrei una probabilità molto bassa di recidiva. Adesso devo cominciare la radioterapia: le prime 5 settimane irradiazione di tutto il seno compresi i linfonodi della clavicola. Successivamente un boost a dose più elevata, direttamente nel punto dov’era il tumore. Per questo boost mi è stata consigliata una brachiterapia, che richiede una degenza in ospedale di 4 giorni e un’anestesia generale: devo dire che la prospettiva non mi entusiasma. Il boost potrebbe essere somministrato anche tramite una «normale» radioterapia esterna. Che cosa mi può dire sui vantaggi e gli svantaggi?
Risposta della Dr. med. Anita Wolfer, oncologa senologa, direttrice del centro di senologia dell’Ospedale universitario di Ginevra (HUG)
Dopo una chirurgia conservativa del seno è effettivamente raccomandata una radioterapia. L’inclusione dei linfonodi è dovuta molto probabilmente all'individuazione di un linfonodo interessato dalla malattia al momento della diagnosi iniziale. Riguardo al «boost» (ossia una dose supplementare di radioterapia) sul letto tumorale, ci sono in effetti due possibilità. Da un lato, come dice lei, è possibile fare qualche seduta in più di radioterapia ambulatoriale, dall’altro si può ricorrere a una brachiterapia. La brachiterapia può avere il vantaggio di ridurre l’irradiazione di alcuni organi, come il cuore o i polmoni o l’altra mammella sana. D’altro canto richiede un ricovero in ospedale, dove vengono inseriti aghi o cateteri sottili nella mammella, direttamente nella zona da dove è stato asportato il tumore. La posa dei cateteri può essere sgradevole, ma di solito viene eseguita un’anestesia locale combinata con analgesici, per ridurre al minimo il dolore durante l’intervento. Riguardo all’efficacia, ossia la capacità di evitare una recidiva nella mammella, non sono state riscontrate differenze tra le due diverse forme di radioterapia. Se ha l’impressione che il Suo medico non Le abbia spiegato bene i vantaggi e gli svantaggi delle due procedure, Le consiglio di chiedere un secondo parere in un altro centro di senologia certificato.
Buongiorno,
in gennaio mi è stato diagnosticato un cancro del seno triplo negativo, e ora esco da 6 mesi di chemioterapia e immunoterapia con annessa operazione conservativa. In sede operatoria non sono state individuate cellule tumorali, per cui secondo gli oncologi io avrei una probabilità molto bassa di recidiva. Adesso devo cominciare la radioterapia: le prime 5 settimane irradiazione di tutto il seno compresi i linfonodi della clavicola. Successivamente un boost a dose più elevata, direttamente nel punto dov’era il tumore. Per questo boost mi è stata consigliata una brachiterapia, che richiede una degenza in ospedale di 4 giorni e un’anestesia generale: devo dire che la prospettiva non mi entusiasma. Il boost potrebbe essere somministrato anche tramite una «normale» radioterapia esterna. Che cosa mi può dire sui vantaggi e gli svantaggi?
Risposta della Dr. med. Anita Wolfer, oncologa senologa, direttrice del centro di senologia dell’Ospedale universitario di Ginevra (HUG)
Dopo una chirurgia conservativa del seno è effettivamente raccomandata una radioterapia. L’inclusione dei linfonodi è dovuta molto probabilmente all'individuazione di un linfonodo interessato dalla malattia al momento della diagnosi iniziale. Riguardo al «boost» (ossia una dose supplementare di radioterapia) sul letto tumorale, ci sono in effetti due possibilità. Da un lato, come dice lei, è possibile fare qualche seduta in più di radioterapia ambulatoriale, dall’altro si può ricorrere a una brachiterapia. La brachiterapia può avere il vantaggio di ridurre l’irradiazione di alcuni organi, come il cuore o i polmoni o l’altra mammella sana. D’altro canto richiede un ricovero in ospedale, dove vengono inseriti aghi o cateteri sottili nella mammella, direttamente nella zona da dove è stato asportato il tumore. La posa dei cateteri può essere sgradevole, ma di solito viene eseguita un’anestesia locale combinata con analgesici, per ridurre al minimo il dolore durante l’intervento. Riguardo all’efficacia, ossia la capacità di evitare una recidiva nella mammella, non sono state riscontrate differenze tra le due diverse forme di radioterapia. Se ha l’impressione che il Suo medico non Le abbia spiegato bene i vantaggi e gli svantaggi delle due procedure, Le consiglio di chiedere un secondo parere in un altro centro di senologia certificato.
Cure in un Paese limitrofo
Domanda di MM
Buongiorno!
Non si tratta di me, ma di mia cognata che vive vicino a Graz, in Stiria.
Circa 4 settimane fa le è stato diagnosticato un cancro infiammatorio al seno. Purtroppo è stato individuato tardi. Probabilmente ha metastasi nel fegato.
È in preda allo sgomento perché ha solo 40 anni e ancora molti progetti per la sua vita. È in uno stato di completa negazione. Continua ad andare avanti come prima e non le importa che non si stia facendo nulla per il momento. Finora è stata sottoposta solo a esami e non ha ricevuto nessun trattamento.
Ho letto di una paziente qui sul sito web che ha avuto la sua stessa diagnosi ed è stata curata.
Volevo sapere se c'è la possibilità che anche mia cognata possa essere curata a Zurigo?
Cordiali saluti.
Risposta della signora Monika Biedermann, infermiera in senologia presso il servizio di ginecologia dell’Ospedale universitario di Berna (Inselspital)
Sua cognata ha il cancro al seno e vive a Graz. È preoccupata per Sua cognata. Il periodo che intercorre tra la diagnosi e l'inizio del trattamento è molto provante sia per le persone direttamente interessate dalla malattia, sia per chi le circonda e può durare diverse settimane. Ha letto la testimonianza di una paziente malata di cancro al seno che è stata curata per lo stesso tipo di tumore. Desidera sapere se Sua cognata ha la possibilità di farsi curare a Zurigo.
Probabilmente Sua cognata ha un'assicurazione sanitaria in Austria. Il trattamento in Svizzera non è consigliabile: Sarebbe comunque molto costoso. Sua cognata dovrebbe sostenere personalmente i costi del trattamento. È importante che sua cognata sia curata in un centro di senologia certificato (ad esempio presso l'ospedale universitario di Graz). Lì riceverà sicuramente un trattamento per tutto il corpo. Nei centri senologici austriaci si lavora secondo le linee guida internazionali, come in Svizzera e in Germania. Il trattamento può essere somministrato sotto forma di infusione o di terapia in compresse. Non è necessario che Sua cognata venga in Svizzera a farsi curare.
Constata che Sua cognata, da quando ha ricevuto la diagnosi di cancro al seno, è in stato di shock. Potrebbe essere utile che lei, come parente stretta, si offra di accompagnare Sua cognata agli appuntamenti. Esistono anche centri di consulenza. I centri di consulenza della Krebshilfe in Austria offrono consulenza e sostegno psico-oncologico e interventi in caso di crisi. Si raccomanda vivamente di fare capo a queste offerte di sostegno.
Buongiorno!
Non si tratta di me, ma di mia cognata che vive vicino a Graz, in Stiria.
Circa 4 settimane fa le è stato diagnosticato un cancro infiammatorio al seno. Purtroppo è stato individuato tardi. Probabilmente ha metastasi nel fegato.
È in preda allo sgomento perché ha solo 40 anni e ancora molti progetti per la sua vita. È in uno stato di completa negazione. Continua ad andare avanti come prima e non le importa che non si stia facendo nulla per il momento. Finora è stata sottoposta solo a esami e non ha ricevuto nessun trattamento.
Ho letto di una paziente qui sul sito web che ha avuto la sua stessa diagnosi ed è stata curata.
Volevo sapere se c'è la possibilità che anche mia cognata possa essere curata a Zurigo?
Cordiali saluti.
Risposta della signora Monika Biedermann, infermiera in senologia presso il servizio di ginecologia dell’Ospedale universitario di Berna (Inselspital)
Sua cognata ha il cancro al seno e vive a Graz. È preoccupata per Sua cognata. Il periodo che intercorre tra la diagnosi e l'inizio del trattamento è molto provante sia per le persone direttamente interessate dalla malattia, sia per chi le circonda e può durare diverse settimane. Ha letto la testimonianza di una paziente malata di cancro al seno che è stata curata per lo stesso tipo di tumore. Desidera sapere se Sua cognata ha la possibilità di farsi curare a Zurigo.
Probabilmente Sua cognata ha un'assicurazione sanitaria in Austria. Il trattamento in Svizzera non è consigliabile: Sarebbe comunque molto costoso. Sua cognata dovrebbe sostenere personalmente i costi del trattamento. È importante che sua cognata sia curata in un centro di senologia certificato (ad esempio presso l'ospedale universitario di Graz). Lì riceverà sicuramente un trattamento per tutto il corpo. Nei centri senologici austriaci si lavora secondo le linee guida internazionali, come in Svizzera e in Germania. Il trattamento può essere somministrato sotto forma di infusione o di terapia in compresse. Non è necessario che Sua cognata venga in Svizzera a farsi curare.
Constata che Sua cognata, da quando ha ricevuto la diagnosi di cancro al seno, è in stato di shock. Potrebbe essere utile che lei, come parente stretta, si offra di accompagnare Sua cognata agli appuntamenti. Esistono anche centri di consulenza. I centri di consulenza della Krebshilfe in Austria offrono consulenza e sostegno psico-oncologico e interventi in caso di crisi. Si raccomanda vivamente di fare capo a queste offerte di sostegno.
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