A colloquio con gli esperti – Fertilità
La dottoressa Rebecca Moffat Ecker, medico quadro di medicina riproduttiva e di ginecologia endocrinologica presso la Clinica di ginecologia dell’Ospedale universitario di Basilea, risponderà alle Sue domande dalla metà di gennaio alla metà di febbraio 2019.
Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.
Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch
Cordiali saluti dalle moderatrici.
Fertilità e cancro - 2019
Pannello di Controllo Moderatore
Fertilità dopo la terapia con cellule staminali
Domanda di Conny
Cari esperti,
nostra figlia è stata sottoposta a trapianto di cellule staminali all’età di 2 anni. È malata di JMML. Purtroppo a 4 anni ha avuto una recidiva, alla quale è seguito un secondo trapianto di cellule staminali. Ora ha 6 anni e siamo sulla buona strada. Si può eventualmente già formulare una prognosi relativa alla fertilità oppure bisogna davvero aspettare la pubertà (metabolismo ormonale) per capire se un giorno potrà esaudire il desiderio di maternità?
Grazie.
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
Sua figlia ha sei anni e alla tenera età di due anni, e poi ancora a quattro, ha avuto una leucemia che ha richiesto due trapianti di cellule staminali.
Adesso Sua figlia sta bene. Lei però desidera sapere se potrà un giorno avere figli oppure no.
In linea di massima, si dà per certo che una chemioterapia, o anche una radioterapia, sia meno dannosa se eseguita prima dell’inizio della pubertà rispetto a dopo.
Tuttavia il rischio è più elevato, soprattutto nei bambini che hanno ricevuto una chemioterapia ad alte dosi e un trapianto di cellule staminali.
Sul piano individuale di solito è impossibile formulare una previsione sul danno alla fertilità dopo una terapia intensiva. Nel caso di Sua figlia è pertanto ragionevole attendere la pubertà.
Cari esperti,
nostra figlia è stata sottoposta a trapianto di cellule staminali all’età di 2 anni. È malata di JMML. Purtroppo a 4 anni ha avuto una recidiva, alla quale è seguito un secondo trapianto di cellule staminali. Ora ha 6 anni e siamo sulla buona strada. Si può eventualmente già formulare una prognosi relativa alla fertilità oppure bisogna davvero aspettare la pubertà (metabolismo ormonale) per capire se un giorno potrà esaudire il desiderio di maternità?
Grazie.
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
Sua figlia ha sei anni e alla tenera età di due anni, e poi ancora a quattro, ha avuto una leucemia che ha richiesto due trapianti di cellule staminali.
Adesso Sua figlia sta bene. Lei però desidera sapere se potrà un giorno avere figli oppure no.
In linea di massima, si dà per certo che una chemioterapia, o anche una radioterapia, sia meno dannosa se eseguita prima dell’inizio della pubertà rispetto a dopo.
Tuttavia il rischio è più elevato, soprattutto nei bambini che hanno ricevuto una chemioterapia ad alte dosi e un trapianto di cellule staminali.
Sul piano individuale di solito è impossibile formulare una previsione sul danno alla fertilità dopo una terapia intensiva. Nel caso di Sua figlia è pertanto ragionevole attendere la pubertà.
Azoospermia dopo chemioterapia
Domanda di Pia
Dopo una chemioterapia e radioterapia, l’azoospermia riscontrata è destinata a migliorare dopo un certo periodo o per qualche anno?
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
Buongiorno,
Il rischio di azoospermia permanente dopo chemioterapia e radioterapia combinata dipende da diversi fattori. Hanno un ruolo cruciale il tipo, la combinazione e la dose dei medicamenti somministrati, mentre riguardo alla radioterapia sono importanti la dose di radiazioni e le regioni del corpo irradiate. Tuttavia, con il tempo la produzione di sperma può riprendersi. Dopo una chemioterapia a base di cisplatino (per esempio contro il cancro del testicolo), dopo due anni la produzione di spermatozoi si rigenera nel 50% degli uomini e dopo cinque anni si osserva un miglioramento della qualità dello sperma nell’80% degli uomini. Tuttavia la qualità degli spermatozoi può risultare ridotta: in questo caso c’è la possibilità di congelarli. Se l’azoospermia persiste cinque anni dopo la fine della chemioterapia, la prognosi non è buona.
In ogni caso, se si desiderano avere figli, si consiglia di eseguire precocemente uno spermiogramma e di ripeterlo a intervalli regolari. È importante rivolgersi a uno specialista di fertilità, poiché nelle coppie che vogliono avere figli anche la partner va esaminata tempestivamente (per es. pervietà delle tube, riserva ovarica).
A seconda della causa precisa dell’azoospermia, in determinate circostanze è comunque possibile avere figli. Gli specialisti di oncologia e di medicina della riproduzione saranno pronti a discutere e valutare con Lei le rispettive opzioni e i rischi annessi.
Dopo una chemioterapia e radioterapia, l’azoospermia riscontrata è destinata a migliorare dopo un certo periodo o per qualche anno?
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
Buongiorno,
Il rischio di azoospermia permanente dopo chemioterapia e radioterapia combinata dipende da diversi fattori. Hanno un ruolo cruciale il tipo, la combinazione e la dose dei medicamenti somministrati, mentre riguardo alla radioterapia sono importanti la dose di radiazioni e le regioni del corpo irradiate. Tuttavia, con il tempo la produzione di sperma può riprendersi. Dopo una chemioterapia a base di cisplatino (per esempio contro il cancro del testicolo), dopo due anni la produzione di spermatozoi si rigenera nel 50% degli uomini e dopo cinque anni si osserva un miglioramento della qualità dello sperma nell’80% degli uomini. Tuttavia la qualità degli spermatozoi può risultare ridotta: in questo caso c’è la possibilità di congelarli. Se l’azoospermia persiste cinque anni dopo la fine della chemioterapia, la prognosi non è buona.
In ogni caso, se si desiderano avere figli, si consiglia di eseguire precocemente uno spermiogramma e di ripeterlo a intervalli regolari. È importante rivolgersi a uno specialista di fertilità, poiché nelle coppie che vogliono avere figli anche la partner va esaminata tempestivamente (per es. pervietà delle tube, riserva ovarica).
A seconda della causa precisa dell’azoospermia, in determinate circostanze è comunque possibile avere figli. Gli specialisti di oncologia e di medicina della riproduzione saranno pronti a discutere e valutare con Lei le rispettive opzioni e i rischi annessi.
Gravidanza dopo un sarcoma di Ewing?
Domanda di Julia
Gentile dottoressa Moffat Ecker,
Quattro anni fa, quando avevo 15 anni, mi è stato prelevato l’ovaio sinistro e posto in crioconservazione a Zurigo. In seguito, sono stata sottoposta a chemioterapia per trattare il mio sarcoma di Ewing. Durante la terapia ho ricevuto per circa un anno e mezzo un’iniezione ogni tre mesi, che ha provocato in me una specie di menopausa.
Dopo la fine della chemioterapia il ciclo è ripreso ed ora è regolare.
Mi è stato detto che è molto probabile che io entri in menopausa prima delle altre donne. È possibile fare qualche previsione in merito? Esistono studi sull’effetto sulla fertilità dei citostatici utilizzati nei sarcomi di Ewing? Ci sono molte persone che hanno avuto figli dopo una chemioterapia come quella che ho avuto io? La probabilità che questi figli subiscano danni è più alta?
È un argomento sul quale mi faccio molte domande e apprezzo molto l’opportunità di poterle rivolgerle a Lei in questo forum.
La ringrazio in anticipo.
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
Buongiorno,
All‘età di 15 anni Lei è stata colpita da un sarcoma di Ewing. Alla fine della terapia il suo ciclo mestruale è tornato regolare. Ma ci sono ancora molte domande senza risposta.
Più una donna è giovane quando viene sottoposta a chemioterapia, più sono alte le probabilità che le ovaie si riprendano. Anche il tipo di cancro ha un ruolo importante. Alcuni citostatici danneggiano solo marginalmente le ovaie, mentre altri sono molto nocivi. Su questo aspetto specifico ci sono sempre più studi (vedi link in basso). È importante sapere quali medicamenti ha ricevuto e a che dosi. Anche una radioterapia può avere un influsso considerevole sulla funzione delle ovaie e dell’utero.
Pronosticare quando una donna avrà le sue ultime mestruazioni (menopausa) è molto più difficile. Esistono dei marcatori (p. es. l’ormone antimulleriano AMH), ma parecchi studi hanno dimostrato che l’AMH non prevede in modo affidabile il momento della menopausa e la capacità o meno di rimanere incinta. Grazie a uno studio molto ampio (childhood cancer survivor study CCSS) in cui sono stati «osservati» per decenni bambini affetti da tumori e i loro fratelli non ammalati, sappiamo che le bambine che hanno ricevuto una chemioterapia tendono effettivamente ad entrare in menopausa prima rispetto alle loro sorelle non trattate.
Il CCSS ha anche dimostrato chiaramente che i figli di donne che hanno ricevuto una chemioterapia in età infantile NON corrono un rischio più elevato di malformazioni o disabilità.
I sarcomi non precludono la possibilità di gravidanze spontanee. Pertanto, finché Lei non vorrà avere figli è opportuno che adotti una contraccezione.
Qui trova maggiori informazioni sullo studio FeCt (FeCt= fertilità dopo chemioterapia e radioterapia in età pediatrica)
La incoraggio a discutere le Sue domande con l’équipe di trattamento o a rivolgersi a un centro di fertilità per fare il punto della situazione. A questo indirizzo web trova il recapito di un centro nelle sue vicinanze.
Gentile dottoressa Moffat Ecker,
Quattro anni fa, quando avevo 15 anni, mi è stato prelevato l’ovaio sinistro e posto in crioconservazione a Zurigo. In seguito, sono stata sottoposta a chemioterapia per trattare il mio sarcoma di Ewing. Durante la terapia ho ricevuto per circa un anno e mezzo un’iniezione ogni tre mesi, che ha provocato in me una specie di menopausa.
Dopo la fine della chemioterapia il ciclo è ripreso ed ora è regolare.
Mi è stato detto che è molto probabile che io entri in menopausa prima delle altre donne. È possibile fare qualche previsione in merito? Esistono studi sull’effetto sulla fertilità dei citostatici utilizzati nei sarcomi di Ewing? Ci sono molte persone che hanno avuto figli dopo una chemioterapia come quella che ho avuto io? La probabilità che questi figli subiscano danni è più alta?
È un argomento sul quale mi faccio molte domande e apprezzo molto l’opportunità di poterle rivolgerle a Lei in questo forum.
La ringrazio in anticipo.
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
Buongiorno,
All‘età di 15 anni Lei è stata colpita da un sarcoma di Ewing. Alla fine della terapia il suo ciclo mestruale è tornato regolare. Ma ci sono ancora molte domande senza risposta.
Più una donna è giovane quando viene sottoposta a chemioterapia, più sono alte le probabilità che le ovaie si riprendano. Anche il tipo di cancro ha un ruolo importante. Alcuni citostatici danneggiano solo marginalmente le ovaie, mentre altri sono molto nocivi. Su questo aspetto specifico ci sono sempre più studi (vedi link in basso). È importante sapere quali medicamenti ha ricevuto e a che dosi. Anche una radioterapia può avere un influsso considerevole sulla funzione delle ovaie e dell’utero.
Pronosticare quando una donna avrà le sue ultime mestruazioni (menopausa) è molto più difficile. Esistono dei marcatori (p. es. l’ormone antimulleriano AMH), ma parecchi studi hanno dimostrato che l’AMH non prevede in modo affidabile il momento della menopausa e la capacità o meno di rimanere incinta. Grazie a uno studio molto ampio (childhood cancer survivor study CCSS) in cui sono stati «osservati» per decenni bambini affetti da tumori e i loro fratelli non ammalati, sappiamo che le bambine che hanno ricevuto una chemioterapia tendono effettivamente ad entrare in menopausa prima rispetto alle loro sorelle non trattate.
Il CCSS ha anche dimostrato chiaramente che i figli di donne che hanno ricevuto una chemioterapia in età infantile NON corrono un rischio più elevato di malformazioni o disabilità.
I sarcomi non precludono la possibilità di gravidanze spontanee. Pertanto, finché Lei non vorrà avere figli è opportuno che adotti una contraccezione.
Qui trova maggiori informazioni sullo studio FeCt (FeCt= fertilità dopo chemioterapia e radioterapia in età pediatrica)
La incoraggio a discutere le Sue domande con l’équipe di trattamento o a rivolgersi a un centro di fertilità per fare il punto della situazione. A questo indirizzo web trova il recapito di un centro nelle sue vicinanze.
Orgasmo senza eiaculazione
Domanda di alain
Buongiorno,
per 4 mesi ho ricevuto una chemioterapia intensiva.
Ora il problema è che raggiungo l'orgasmo, ma non ho un’eiaculazione.
È normale dopo una chemioterapia e poi passa con il tempo?
Grazie e cordiali saluti,
alain
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
È stato sottoposto a una chemioterapia intensiva per quattro mesi. Ora chiede se la mancanza di eiaculazione pur raggiungendo l'orgasmo possa essere una conseguenza della chemioterapia e se ci sia la possibilità di un recupero.
Le poche informazioni pervenute non sono sufficienti per una risposta specifica e individuale alla Sua richiesta. Pertanto quella che segue è solo una valutazione generica. Il tipo e la dose della chemioterapia possono avere un effetto sulla produzione di spermatozoi e anche sull’eiaculazione in sé e per sé. L’assenza di eiaculazione può avere varie cause, tra cui anche un effetto collaterale dei medicamenti. Le consiglio di discutere di questo problema con il Suo oncologo e all’occorrenza di consultare uno specialista in medicina della riproduzione, che sarà in grado di valutare, sulla base della chemioterapia somministrata, se l’aneiaculazione (la mancanza di eiaculazione) è una conseguenza della terapia con medicamenti o se debba essere esaminata da un urologo.
Conosce gli opuscoli e le guide della Lega svizzera contro il cancro? Nella guida Il cancro e la sessualità maschile trova informazioni utili per affrontare i possibili problemi legati alla sessualità.
Buongiorno,
per 4 mesi ho ricevuto una chemioterapia intensiva.
Ora il problema è che raggiungo l'orgasmo, ma non ho un’eiaculazione.
È normale dopo una chemioterapia e poi passa con il tempo?
Grazie e cordiali saluti,
alain
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
È stato sottoposto a una chemioterapia intensiva per quattro mesi. Ora chiede se la mancanza di eiaculazione pur raggiungendo l'orgasmo possa essere una conseguenza della chemioterapia e se ci sia la possibilità di un recupero.
Le poche informazioni pervenute non sono sufficienti per una risposta specifica e individuale alla Sua richiesta. Pertanto quella che segue è solo una valutazione generica. Il tipo e la dose della chemioterapia possono avere un effetto sulla produzione di spermatozoi e anche sull’eiaculazione in sé e per sé. L’assenza di eiaculazione può avere varie cause, tra cui anche un effetto collaterale dei medicamenti. Le consiglio di discutere di questo problema con il Suo oncologo e all’occorrenza di consultare uno specialista in medicina della riproduzione, che sarà in grado di valutare, sulla base della chemioterapia somministrata, se l’aneiaculazione (la mancanza di eiaculazione) è una conseguenza della terapia con medicamenti o se debba essere esaminata da un urologo.
Conosce gli opuscoli e le guide della Lega svizzera contro il cancro? Nella guida Il cancro e la sessualità maschile trova informazioni utili per affrontare i possibili problemi legati alla sessualità.
Gravidanza dopo il congelamento degli ovociti?
Domanda di Pat
Qual è la probabilità dopo un cancro di avere un figlio sano grazie alla crioconservazione degli ovociti? Esistono criteri attendibili oltre all’età della donna?
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
A seconda della terapia contro il cancro, la capacità di avere una gravidanza può essere da intatta a fortemente compromessa. Grandi studi di lunga durata hanno evidenziato che i bambini sopravvissuti a una malattia tumorale hanno meno figli rispetto ai loro fratelli sani. Tuttavia, il tasso di malformazioni non è più elevato nei discendenti di persone che hanno ricevuto una terapia anticancro.
L’età è e rimane il criterio principale. Molti marcatori, come ad esempio i livelli di determinati ormoni (FSH, AMH), sono inattendibili nel prevedere una gravidanza. Se una donna di meno di 30 anni congela gli ovociti prima della terapia anticancro, il tasso di gravidanza per ovulo è del 4,5-12 %. Si assume che le donne sotto i 38 anni di età abbiano una probabilità del 2-12 % (per ovulo) di avere un figlio. Congelare gli ovociti dunque non è una garanzia di maternità.
Qual è la probabilità dopo un cancro di avere un figlio sano grazie alla crioconservazione degli ovociti? Esistono criteri attendibili oltre all’età della donna?
Risposta della Dr. med. Rebecca Moffat Ecker
A seconda della terapia contro il cancro, la capacità di avere una gravidanza può essere da intatta a fortemente compromessa. Grandi studi di lunga durata hanno evidenziato che i bambini sopravvissuti a una malattia tumorale hanno meno figli rispetto ai loro fratelli sani. Tuttavia, il tasso di malformazioni non è più elevato nei discendenti di persone che hanno ricevuto una terapia anticancro.
L’età è e rimane il criterio principale. Molti marcatori, come ad esempio i livelli di determinati ormoni (FSH, AMH), sono inattendibili nel prevedere una gravidanza. Se una donna di meno di 30 anni congela gli ovociti prima della terapia anticancro, il tasso di gravidanza per ovulo è del 4,5-12 %. Si assume che le donne sotto i 38 anni di età abbiano una probabilità del 2-12 % (per ovulo) di avere un figlio. Congelare gli ovociti dunque non è una garanzia di maternità.
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