La salute al femminile, tumori femminili - 2019


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La salute al femminile, tumori femminili - 2019

Messaggioda admin » gio 3 ott 2019 11:13

Avete domande sul la salute al femminile, tumori femminili?

Fino al 31 ottobre la Prof. Dr. med. em. Monica Castiglione, Dr. med. Laura Knabben, Signora Monika Biedermann, Dr. André Kind, risponderà alle domande scritte degli utenti. Trovate maggiori informazioni e il link per il formulario sulla
Pagina iniziale del forum.

Fino ottobre le vostre domande e le risposte saranno pubblicate qui.

Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch


Cordiali saluti dalle moderatrici.

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Dopo chemioterapia: Tinture chimiche si fissino ai nuovi capelli?

Messaggioda admin » mar 8 ott 2019 13:53

Domanda di Cati
Buona sera,
alla fine di maggio ho completato la mia ultima chemioterapia. Ora i miei capelli stanno ricrescendo bene e vorrei tingerli di nuovo. Ho provato con l’henné, ma non si è fissato bene e dopo due settimane era come se fosse stato sciacquato via. Ora vorrei tornare alle tinture chimiche, nella speranza che tengano meglio. Prima del cancro mi tingevo sempre, ma mi è stato detto che bisognerebbe aspettare un certo periodo prima di usare prodotti chimici. O potrebbe succedere che neppure le tinture chimiche si fissino ai nuovi capelli? Le sostanze chimiche potrebbero causare effetti collaterali?

Risposta del Dr. med. Castiglione
Fino a poco tempo fa Lei si sottoponeva a chemioterapia. Attualmente i Suoi capelli stanno ricrescendo bene e Lei si chiede se può tingerli come faceva prima.

Spesso, in caso di perdita di capelli in seguito a chemioterapia, i capelli che ricrescono sono deboli, hanno poche proteine e perciò vanno trattati con delicatezza. Prima di tingerli è bene aspettare 6 – 9 mesi dalla fine della chemioterapia. Inoltre, dovrebbe fare attenzione alla tintura e alla tecnica di colorazione che sceglie. La cosa migliore è farsi consigliare dal personale esperto in un salone di parrucchiere. Anche la scelta del prodotto recita un ruolo cruciale, poiché esistono prodotti a base di sostanze differenti. Probabilmente, a causa della terapia il cuoio capelluto e i capelli sono molto sensibili. Per evitare il diretto contatto tra il cuoio capelluto e i coloranti è consigliabile, ad esempio, utilizzare la tecnica della pellicola trasparente.

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Capezzolo protesico

Messaggioda admin » lun 14 ott 2019 10:10

Domanda di «Capezzolo protesico»:
Salve, la mia amica, operata al seno in seguito a un cancro, non ha più il capezzolo. Ha sentito parlare di Pink Perfect (capezzoli protesici su misura). Questi capezzoli si attaccano al seno con un adesivo medico abbastanza forte da resistere alle attività quotidiane e possono essere indossati in acqua. La mia domanda: non è pericoloso incollare questo capezzolo su una cicatrice? Grazie!

Risposta della Dr. med. L. Knabben:
La Sua amica è stata operata al seno in seguito a un cancro. Soffre dei cambiamenti fisici e desidera un capezzolo protesico per dare un aspetto naturale al seno operato.

Il capezzolo autoadesivo: vi sono diversi prodotti per donne operate al seno. Devono essere posizionati direttamente sulla protesi o sul seno. Ma è necessario che la cicatrizzazione sia in stato ben avanzato. I prodotti per le donne operate non presentano alcun rischio. Sono disponibili nei negozi di articoli sanitari.

La ricostruzione del capezzolo e dell'areola mediante operazione o tatuaggio sono opzioni aggiuntive. Di solito devono passare sei mesi o anche un anno tra l'operazione di ricostruzione del seno e questo intervento finale, se lo si desidera.

In caso di domande, consiglio vivamente alla Sua amica di parlare con il chirurgo e / o la Breast Care Nurse di un centro specializzato sul seno. La sosterranno e la consiglieranno sul suo percorso di guarigione.

Cordiali saluti

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Aspettare così a lungo?

Messaggioda admin » lun 14 ott 2019 11:22

Domanda di Momo
Carcinoma del seno triplo negativo, operazione con conservazione del seno rimanente (compresa asportazione dei linfonodi interessati) nel 2014, chemioterapia 6xTAC, radioterapia. PET-CT nel 2015 e nel 2017 andate bene. Dalla misurazione in gennaio 2017 il marcatore tumorale CA 15-3 DPC è rimasto costante a 23 con un aumento fino a 26 in gennaio 2018 e fino a 25 in aprile 2019. Ora è salito da 23 a 28. Il marcatore CA 125 (non sempre misurato) ora è salito a 25 (gennaio 2019 = 18, aprile 2019 = 22). Sono preoccupata per eventuali metastasi. Con il medico curante, sono rimasta d’accordo che tra due mesi si faccia un nuovo prelievo di sangue e quindi, se il marcatore è aumentato ulteriormente, si effettui un chiarimento mediante tecniche di diagnostica per immagini. Non sarebbe meglio non aspettare così a lungo con i chiarimenti per non perdere tempo? Grazie mille!

Risposta della Prof. Dr. M. Castiglione
Grazie della Sua domanda, alla quale non possiamo dare una risposta conclusiva, perché abbiamo troppo poche informazioni cliniche.
Comprendiamo perfettamente che Lei sia preoccupata e che non voglia aspettare 2 mesi.
Possiamo solo raccomandarle di discutere il problema con il Suo medico e parlargli delle Sue paure e preoccupazioni.

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adenocarcinoma in situ (AiS)

Messaggioda admin » gio 17 ott 2019 15:24

Domanda di Franci14
Salve, io sono stata operata a settembre di una lesione squamosa intraepitale di alto grado (CIN 2/ H-SIL secondo WHO 2014). Dopo un mese mi è arrivata la risposta dell’esame istologico e il mio chirurgo mi informa che oltre a questa lesione squamosa in sede di esame è stata rivelata un adenocarcinoma in situ (AIS) che raggiunge focalmente il margine di resezione esocervicale.
Devo ripetere la conizzazione perché nel primo intervento il chirurgo non è riuscito a vedere che c’era anche l’adenocarcinoma.
La mia domanda è: è stata una negligenza del mio chirurgo che non ha asportato tutto quello che doveva o è possibile che non fosse visibile? Quanto tempo bisogna aspettare per la 2a conizzazione? È urgente farla subito??

Risposta del Dr. Kind
Gli adenocarcinomi in situ (AiS) sono lesioni precancerose molto comuni. Spesso non sono individuabili nell’ambito della diagnosi precoce mediante lo striscio cervico-vaginale (o PAP test). Del resto ciò si è verificato anche nel Suo caso. Prima dell’esame era stata diagnosticata soltanto la neoplasia (squamosa) intraepiteliale cervicale (CIN).
Inoltre le alterazioni cellulari associate agli adenocarcinomi in situ, in generale, non sono visibili neppure nell’ambito dell’indagine ginecologica per mezzo della colposcopia (microscopio che rimane all’esterno dell’apparato genitale) perché si trovano nel canale cervicale e, per di più, spesso nei dotti ghiandolari dello stesso. Neppure durante l’intervento chirurgico è possibile individuare tali alterazioni cellulari poiché, per fortuna, non si tratta di un tumore maligno, bensì soltanto di una lesione precancerosa.
L’intervallo di tempo tra un intervento chirurgico e l’altro può essere definito individualmente. Se nulla lascia presupporre la presenza di un carcinoma oppure se non sussistono altri motivi per intervenire più tempestivamente, il secondo intervento può essere effettuato anche a 2-3 mesi di distanza dal primo.

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HPV: come si trasmette il virus?

Messaggioda admin » gio 17 ott 2019 16:23

Domanda di C&S
Dopo che la mia fidanzata mi ha parlato del suo fibroma, ho voluto rassicurarla dicendole che c’era anche di peggio, visto che la mia ex ha avuto il cancro del collo dell’utero. All’epoca lei mi aveva spiegato che il tumore era insorto a causa dell’HPV, il virus del papilloma umano. Ecco quindi la domanda che Le rivolgo, Dr. Kind: cosa implica questo fatto oggi per me/per noi? Sono stato infettato e sono portatore di un HPV ad alto rischio? Dalla mia ex mi sono separato ormai sei anni fa. Il virus si trasmette solo per via sessuale o già con i baci? Possiamo proteggerci? La mia compagna teme estremamente di restare contagiata. Ho letto che l’organismo sconfigge il virus entro due anni, mentre lei afferma che lo porterò dentro di me per il resto della vita, anche se attualmente è dormiente. Che cosa ci consiglia?

Risposta del Dr. Med. André Kind
Buongiorno,

la Sua fidanzata ha ragione. Il cancro del collo dell’utero è provocato da alcuni tipi di virus del papilloma umano ad alto rischio e la probabilità che anche Lei sia portatore di questi virus è molto alta. Ma Lei non è di certo l’unico: almeno l’80% di tutte le persone attive sessualmente, nel corso della vita viene infettato da un tipo di HPV ad alto rischio. Ciò può accadere già dopo un rapporto sessuale occasionale. La stragrande maggioranza delle infezioni da HPV è completamente innocua. Solo raramente, sia negli uomini che nelle donne, da un’infezione da HPV si sviluppano delle verruche (Condylomata acuminata da tipi di virus a basso rischio) o delle lesioni precancerose sull’ano, sulle labbra vaginali, all’interno della vagina o sulla cervice uterina. Ancora più raramente, da queste lesioni precancerose si sviluppa un vero e proprio tumore.
Tutti i tumori femminili correlati all’HPV si sviluppano molto lentamente da infezioni precancerose e possono essere rilevati con degli esami preliminari. Perciò, è importante che la Sua fidanzata si sottoponga a controlli regolari dal ginecologo. In occasione della visita di controllo, vengono effettuate analisi per riconoscere questi stadi precursori. A seconda dell’età della Sua compagna, potrebbe essere opportuno anche procedere a uno striscio cervicale per rilevare l’HPV. Trova maggiori informazioni nell’opuscolo della Lega svizzera contro il cancro

«Il cancro del collo dell’utero e le lesioni precancerose».

Per gli uomini, l’infezione da HPV è generalmente senza conseguenze. In casi molto rari, l’infezione persistente da HPV provoca un cancro anche negli uomini. I tumori maschili che finora è stato possibile associare all’HPV sono i carcinomi dell’ano, della bocca, della faringe e del pene. Tuttavia, come detto, sono molto rari e per essi non esistono esami preliminari standardizzati.
In caso di anomalie, con o senza infezione da HPV, sia Lei che la Sua compagna dovreste consultare un medico.

Il più delle volte, in un rapporto di coppia, entrambi i partner sono colpiti dall’infezione da HPV, poiché gli agenti virali si trasmettono molto facilmente attraverso il contatto con le mucose. Per le infezioni da HPV non esistono precauzioni sicure durante i rapporti sessuali. Trova maggiori informazioni nel libretto tascabile della Lega svizzera contro il cancro
«Cancro del collo dell’utero – proteggersi e diagnosticare precocemente».

Come forse Lei sa, oggi a tutti gli adolescenti di entrambi i sessi si raccomanda la vaccinazione contro l’HPV. Essa, però, funziona solo contro i tipi di HPV dai quali non si è ancora stati infettati. La cosa più sicura, quindi, è vaccinarsi ancora prima del primo rapporto sessuale. Comunque sia, la vaccinazione è indicata fino ai 26 anni. Dopo questa età, la vaccinazione va valutata individualmente.

Per una valutazione della vostra situazione personale, propongo a Lei e alla Sua fidanzata di consultare un ginecologo. Se persistessero ancora dubbi, sarebbe meglio sottoporsi a una visita displasica in un consultorio della Sua regione.

Cordiali saluti

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Sport e integratori alimentari

Messaggioda admin » mar 29 ott 2019 15:19

Domanda di Beatrice:
Salve a tutte e grazie per questo forum.
Mi chiamo Beatrice ho 37 anni e il 1 aprile 2019 mi sono state diagnosticate metastasi ossee alla colonna vertebrale, in zona cervicale, spalla sx, articolazione osteo femorale di sx e femore dx a seguito di tumore al seno avuto nel 2014 (di tipo ormonale, intervento di quadrantectomia, enantone e tamoxifene per 5 anni). Io ormai credevo di esserne fuori e invece eccomi qui. Quale attività sportiva è possibile fare? Non ho avuto chiare risposte in questo senso. Assumo letrozolo, palbociclib e zometa. Sono sempre stanca e mi chiedo se sia possibile assumere qualche integratore a supporto.
Grazie mille

Risposta della Dr.ssa Monica Castiglione:
Buongiorno Beatrice

È una donna giovane e sente il bisogno di fare del movimento, ma finora non ha ricevuto indicazioni chiare sul tipo di attività fisica che è consigliabile svolgere nel Suo caso. Inoltre soffre di stanchezza e spera di porvi rimedio assumendo degli integratori alimentari.

Da qualche mese sono state diagnosticate delle metastasi ossee. In linea di principio un’attività sportiva non è sconsigliata in caso di metastasi ossee, però deve essere discussa approfonditamente con il Suo oncologo/la Sua oncologa per evitare di esercitare attività che potrebbero peggiorare lo stato della Sue ossa.

La marcia e il nuoto sono generalmente permesse a tutte le pazienti, altre attività come l’ippica, lo sci ecc. devono essere valutate individualmente.

È molto positivo il fatto che sia disposta a praticare dello sport. Infatti, i migliori risultati terapeutici in caso di stanchezza si sono ottenuti finora con l’allenamento fisico in combinazione con interventi di psiconcologia e meno con integratori alimentari. Difficilmente la stanchezza, che è presente in più della metà delle pazienti, si risolve con il sonno o con il riposo. Anzi, migliora con l’attività fisica. La stanchezza è invalidante, ma – in generale – reversibile. La psiconcologia è la disciplina che studia e cura le conseguenze psicologiche del cancro. Se è interessata a un sostegno psiconcologico, può rivolgersi alla Lega contro il cancro del Suo Cantone o della Sua regione (contatti) per essere indirizzata a una psiconcologa o a uno psiconcologo nelle Sue vicinanze. Il carico emotivo della malattia è una delle concause della stanchezza. Affrontare l’impatto della malattia sulla psiche con l’aiuto di una psiconcologa o di uno psiconcologo riduce il senso di stanchezza.

Allo scopo di ottenere delle risposte adeguate alla Sue condizioni fisiche che tengano conto, per esempio, di un eventuale rischio di fratture spontanee oppure di possibili incompatibilità farmacologiche legate all’assunzione di integratori alimentari, Le consiglio di rivolgersi, in primo luogo, al Suo oncologo o alla Sua oncologa curante. In secondo luogo, Le suggerisco di fissare un appuntamento con l’infermiera consulente per la riabilitazione oncologica ambulatoriale della Sua Lega contro il cancro. Questa figura professionale l’aiuterà a mettere a punto un programma personalizzato di attività fisica. Inoltre, se lo desidera, La indirizzerà a una dietista diplomata dedicata, in grado di consigliarle un’alimentazione variata ed equilibrata, secondo le Sue preferenze e le linee guida internazionali, che Le assicuri un sufficiente apporto di tutte le sostanze nutritive necessarie e renda superfluo l’uso di integratori alimentari.

Letture consigliate:
Cancro del seno
Attività fisica e cancro
Gruppi di sport: Attività fisica e cancro
Riabilitazione oncologica
Senza forze – Cause e gestione della stanchezza legata al cancro
Alimentazione equilibrata

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Come posso farmi del bene dopo la rimozione chirurgica del cancro del seno?

Messaggioda admin » mar 29 ott 2019 15:21

Domanda di Mi
Sono stata operata 14 giorni fa a causa di un cancro al seno. Il tumore è stato asportato, i linfonodi non sono stati colpiti. Ora il mio corpo è tornato alla normalità o dovrei ancora averne cura?
Che cosa posso fare per regalare al mio corpo qualcosa di buono prima della radioterapia?

Risposta di Monika Biedermann, Breast Care Nurse
Buongiorno Mi,

dopo l’operazione seguita a una diagnosi di cancro del seno, Lei desidera fare qualcosa per il Suo benessere e prepararsi alla radioterapia.
Chieda alla Sua équipe curante se esistono limitazioni di attività dovute al tipo di intervento. Inoltre, può chiederle anche come può curare la cicatrice.
Si rivolga al Suo medico per sapere quali limitazioni di movimento esistono attualmente per garantire una guarigione ottimale della ferita.
Il tessuto cicatriziale ricco di fibre è meno irrorato di sangue e meno elastico rispetto alla pelle circostante. Chieda alla Sua équipe curante qual è la cura per le cicatrici più adatta a Lei dopo la rimozione dei punti di sutura.

Gli studi lo dimostrano: un movimento fisico moderato durante e dopo la terapia può migliorare il benessere, ridurre gli effetti collaterali e attenuare il rischio di recidiva. Con movimento moderato si intende un’attività fisica “leggermente faticosa” come nordic walking, camminare a passo sostenuto, andare in bicicletta, ballare o simili. Adatti le Sue attività alle Sue preferenze e alle Sue attuali condizioni di salute.
Molte persone con il cancro riferiscono che per loro è più facile svolgere attività di gruppo. Il Suo centro di trattamento e la
Lega cantonale della Sua regione possono fornirle informazioni sui gruppi di sport per malati di cancro. Ci sono anche molti esercizi per pazienti con il cancro al seno da eseguire a casa o con l’assistenza di un fisioterapista.

Con i migliori auguri

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Terapia anti-ormonale – Scambio d’opinioni con altre donne

Messaggioda admin » mar 29 ott 2019 15:23

Domanda di Hannelore
Sto cercando contatto con donne che lavorano, che stanno facendo o dovrebbero fare una terapia endocrina (terapia anti-ormonale). I miei due mesi con il Femara sono stati, per così dire, una “discesa agli inferi”. Adesso sto provando l’Arimidex; le probabilità di tollerarlo bene sono di circa il 50%.
Il mio principale problema attuale è l’insonnia, mentre per fortuna i dolori ai muscoli e alle articolazioni si sono un po’ attenuati.

Risposta di Monika Biedermann, Breast Care Nurse
Buongiorno Hannelore,

Lei cerca un contatto con donne che, come Lei, stanno compiendo una terapia anti-ormonale e hanno una vita lavorativa. Dopo il passaggio dal Femara all’Arimidex, spera in una migliore tolleranza. Entrambi questi inibitori dell’aromatasi sono utilizzati da donne in post-menopausa che erano o sono affette da carcinoma mammario sensibile agli ormoni. Attualmente Lei soffre di insonnia, mentre i dolori muscolari e articolari sono diminuiti con la nuova terapia.

Un gruppo di sport per malati di cancro è un modo per allacciare contatti e, contemporaneamente, per prevenire e minimizzare eventuali effetti collaterali.
I corsi di attività fisica durante e dopo il cancro sono offerti in varie regioni della Svizzera.
Presso
Autoaiuto Svizzera trova gruppi, persone che cercano contatti, organizzazioni e proposte virtuali. Inoltre, Europa Donna offre tramite Tavola Rosa una possibilità di dialogo per donne colpite dal cancro. La Lega contro il cancro cantonale può informarla riguardo alle offerte nella Sua regione.

Con i migliori auguri

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Letrozole et Tamoxifene

Messaggioda admin » lun 4 nov 2019 16:33

Domanda di Romy
Da gennaio 2019 prendo il letrozolo. All'inizio non avevo quasi effetti collaterali o erano sopportabili (un po’ di rigidità articolare dopo i periodi di riposo). In seguito però sono gradualmente aumentati: estrema sudorazione, stanchezza, afte, aumento dei problemi articolari, difficoltà a prendere sonno. Le afte sono poi scomparse e riesco a tenere abbastanza sotto controllo il sudore con Menosan di A. Vogel. Attualmente mi limitano fortemente i dolori articolari sempre più intensi, in particolare ai polsi e ai piedi, e la stanchezza è estrema. Un passaggio al tamoxifene sarebbe associato a un rischio maggiore di recidiva? Tumore HER2-neu negativo, trovata una metastasi di 8 mm in 5 linfonodi lontani. Il seno è stato asportato con margini completamente liberi. Grazie per una risposta.

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione
Buongiorno Romy,

da gennaio di quest’anno Lei assume il letrozolo per il trattamento di un tumore del seno ormono-dipendente. Gli effetti collaterali di questo medicinale le danno molte noie. In particolare i dolori articolari e la stanchezza limitano fortemente la Sua qualità della vita. Sta considerando un passaggio dal letrozolo al tamoxifene, ma si chiede se con il tamoxifene non aumenti il rischio di recidiva rispetto al letrozolo.

Purtroppo i disturbi che cita sono effetti indesiderati relativamente frequenti di una terapia con inibitori dell’aromatasi (come il letrozolo), a causa della soppressione degli estrogeni. Alcuni studi hanno mostrato che il movimento e lo sport possono alleviare nelle donne i disturbi di una terapia antiormonale: sia i dolori articolari sia la stanchezza.
Corsi di attività fisica durante e dopo il cancro sono offerti in diverse regioni della Svizzera.
Il dolore può essere alleviato anche con medicamenti, per esempio analgesici come i farmaci antireumatici non steroidei (FANS). Inoltre, in alcune donne per ridurre i disturbi si è dimostrata utile l’agopuntura. Come ha scritto Lei, una misura che può essere considerata è anche il passaggio a un altro preparato.

Talvolta si ottiene un miglioramento anche solo passando a un altro inibitore dell’aromatasi, oppure sostituendolo con tamoxifene. Ne ha già parlato al Suo oncologo curante? In ogni caso, proseguire una terapia antiormonale riduce il rischio di recidiva e la mortalità. Dal punto di vista scientifico, un inibitore dell’aromatasi è più efficace del tamoxifene nelle donne dopo la menopausa. Ciò nonostante, il solo fatto di proseguire la terapia è più importante e determinante rispetto alla scelta del singolo preparato. Le auguro tanta forza e coraggio.

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Germanio organico

Messaggioda admin » lun 4 nov 2019 16:35

Domanda di Ida
Buonasera,

due anni fa sono stata operata al seno con intervento conservativo (cancro maligno della mammella destra).
Mi sono state proposte una radioterapia e una terapia antiormonale, ma le ho rifiutate.
Prendo invece indolo-3-carbinolo.
Non ho né un oncologo né un medico esperto in metodi alternativi di trattamento.
Siccome sono assicurata per legge, devo assumermi tutti i costi della mia «terapia fatta in casa».
Di tanto in tanto ricevo un’infusione con Eumetabol + vitamina C (25-50 grammi) + DMSO. Raramente infusi di curcuma.
Ho una domanda sul germanio organico (ho letto un libro di Kazuhiko Asai): dove posso acquistarlo? (In Internet l’offerta è molto vasta...). Mi può consigliare medici o naturopati che lavorano con questa sostanza?

Grazie di cuore

Risposta della Dr. med. Monica Castiglione
Buongiorno Ida,
da paziente con cancro del seno, Lei ha deciso di non rivolgersi alla medicina convenzionale, ma di seguire un trattamento di medicina alternativa.

Composti organici del germanio sono disponibili come integratori alimentari. Dal punto di vista medico la loro assunzione è assolutamente sconsigliata: non esistono prove attendibili (evidenza scientifica) per quanto riguarda il beneficio di questa terapia nelle pazienti con un cancro. Per contro, comportano un rischio più elevato di danni agli organi in seguito a intossicazione.

Una cosa ben distinta è invece il Germanium metallicum presente nelle medicine omeopatiche, che invece sono omologate per l’uso. Una terapia di questo tipo è eseguita da un medico con formazione in omeopatia. Nell’elenco online doktor.ch trova i recapiti dei
medici omeopati.

Menziona anche altre terapie. Il progetto CAM Cancer fornisce informazioni in inglese sui metodi terapeutici di medicina complementare.

Cordiali saluti


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