La nostra équipe di specialisti risponde alle vostre domande entro il 26 giugno 2023:
Monika Burkhalter, responsabile prevenzione & diagnosi precoce della Lega contro il cancro di Zurigo
Olivier Gaide. Prof. Dr. med. Dr., professore aggiunto, servizio di dermatologia e venereologia all'ospedale universitario di Losanna (CHUV).
Christian Surber, Prof. Dr. phil. nat. Senior Fellow Scientist degli ospedali universitari di Basilea e Zurigo, cliniche dermatologiche.
Trovate maggiori informazioni e il link per il formulario sulla Pagina iniziale del forum.
Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale e non sostituiscono il parere di un medico. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.
Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch
Cordiali saluti dalle moderatrici.
2023 – Cancro della pelle e protezione solare
Pannello di Controllo Moderatore
Misure di protezione solare in Nuova Zelanda
Domanda di Bauschele
Ho molte «voglie», una pelle chiara e tre anni fa ho avuto un melanoma, che comunque è stato rimosso senza problemi né ulteriori complicazioni. Sono in buona salute e da allora faccio un controllo della pelle ogni tre mesi.
Tra gennaio e marzo ho intenzione di fare un viaggio di tre mesi in Nuova Zelanda. So che il sole in quel paese è molto forte e ciò mi causa qualche insicurezza.
La mia domanda: secondo Lei, nel mio caso c’è una differenza se mi reco, ad esempio, in Spagna o in Ticino oppure se vado in Nuova Zelanda? In Nuova Zelanda devo fare ancora più attenzione o è la stessa cosa se uso una protezione solare e un abbigliamento adeguati?
Risposta del Prof. Christian Surber
Effettivamente, in Nuova Zelanda la radiazione UV può essere più intensa che in Ticino o in Spagna. Comunque, il fattore decisivo non è tanto il luogo quanto il Suo comportamento o l’adozione coerente di adeguate misure di protezione. Sarà protetto se si veste in modo appropriato: cappello a tese larghe che protegge anche le orecchie, il collo e il naso, occhiali da sole e magliette a maniche lunghe, pantaloni, ecc. E sulla pelle che resta scoperta applichi una crema solare con fattore SPF 50+ (in Europa con il logo UVA, un cerchio con la scritta UVA, mentre in Nuova Zelanda con la dicitura «broad spectrum», cioè ad ampio spettro). Intraprenda il viaggio senza timore e continui a fare controllare la pelle regolarmente da un dermatologo. Buon divertimento in Nuova Zelanda.
Ho molte «voglie», una pelle chiara e tre anni fa ho avuto un melanoma, che comunque è stato rimosso senza problemi né ulteriori complicazioni. Sono in buona salute e da allora faccio un controllo della pelle ogni tre mesi.
Tra gennaio e marzo ho intenzione di fare un viaggio di tre mesi in Nuova Zelanda. So che il sole in quel paese è molto forte e ciò mi causa qualche insicurezza.
La mia domanda: secondo Lei, nel mio caso c’è una differenza se mi reco, ad esempio, in Spagna o in Ticino oppure se vado in Nuova Zelanda? In Nuova Zelanda devo fare ancora più attenzione o è la stessa cosa se uso una protezione solare e un abbigliamento adeguati?
Risposta del Prof. Christian Surber
Effettivamente, in Nuova Zelanda la radiazione UV può essere più intensa che in Ticino o in Spagna. Comunque, il fattore decisivo non è tanto il luogo quanto il Suo comportamento o l’adozione coerente di adeguate misure di protezione. Sarà protetto se si veste in modo appropriato: cappello a tese larghe che protegge anche le orecchie, il collo e il naso, occhiali da sole e magliette a maniche lunghe, pantaloni, ecc. E sulla pelle che resta scoperta applichi una crema solare con fattore SPF 50+ (in Europa con il logo UVA, un cerchio con la scritta UVA, mentre in Nuova Zelanda con la dicitura «broad spectrum», cioè ad ampio spettro). Intraprenda il viaggio senza timore e continui a fare controllare la pelle regolarmente da un dermatologo. Buon divertimento in Nuova Zelanda.
Protezione solare per bambini
Domanda di Sun123
Buongiorno,
qual è la migliore protezione solare da applicare al mio bambino di 10 mesi?
Alcuni mi hanno consigliato una crema solare minerale (Avene Baby), mentre altri me l'hanno sconsigliata a causa delle nanoparticelle e mi hanno consigliato una crema chimica (Mustela).
Lei che cosa mi può dire in merito?
Grazie mille e cordiali saluti
Risposta del Prof. Christian Surber
Gentile signora,
nei primi 2-3 anni di vita i bambini non andrebbero esposti direttamente alla luce solare. Rimanere all'ombra e indossare indumenti protettivi (se ci si trova alla luce diretta del sole) sono di gran lunga le misure di protezione più efficaci. Naturalmente, anche la protezione solare è efficace, ma non può sostituire le altre misure.
Nella Sua domanda, Lei utilizza tre termini che necessitano di una spiegazione: «minerale», «nanoparticelle» e «crema chimica».
Tutti i filtri solari sono sostanze chimiche e il meccanismo d'azione dei filtri solari – assorbimento, riflessione e diffusione – è un fenomeno fisico.
Il termine filtri solari «chimici» fu utilizzato nel 1990 dagli esperti di marketing per promuovere gli allora nuovi filtri – ossido di zinco e biossido di titanio – e per distinguerli dagli altri. L'ossido di zinco e il biossido di titanio (chiamati anche filtri fisici o minerali) riflettono la luce e per questo motivo appaiono bianchi sulla pelle. Tutti gli altri filtri furono allora chiamati filtri «chimici», con una connotazione negativa che li svalutava. Tutto ciò ha portato a una grande confusione e incertezza.
Il criterio più sensato per distinguere i filtri solari è quello di «solubile» o «non solubile». In breve, o il filtro è disciolto nella crema o è finemente distribuito (disperso) nella crema sotto forma di piccole particelle. L'ossido di zinco e il biossido di titanio (chiamati anche filtri fisici o minerali) sono piccole particelle non solubili finemente disperse nella crema.
Passiamo ora al termine «nanoparticella». Il termine «nano» suggerisce che la particella è estremamente piccola. Ciò è vero, ma è altrettanto vero tutti i filtri solari «disciolti» nella crema sono molto, molto più piccoli. La probabilità che una nanoparticella passi attraverso la pelle è quindi minima rispetto ai filtri «disciolti». Una nanoparticella non può passare attraverso lo strato superiore dell’epidermide (strato corneo): è troppo grande per farlo. Al contrario, un filtro a dissoluzione molecolare può penetrare molto bene in questo strato cutaneo, a seconda delle sue proprietà chimico-fisiche.
La mia raccomandazione generale per i prodotti solari è quindi: utilizzare creme solari che contengano filtri «non disciolti» (per esempio ossido di zinco e biossido di titanio). Anche i filtri solari nanoparticolati (ne esistono altri, oltre all'ossido di zinco e al biossido di titanio) sono preferibili ai filtri disciolti, in termini di assorbimento cutaneo.
Infine resta da osservare che tutti i filtri solari utilizzati in Europa e in Svizzera sono equiparati ai medicinali. Infatti sono approvati dalle autorità, vengono costantemente monitorati e sono perciò da considerarsi sicuri.
Cordiali saluti
Buongiorno,
qual è la migliore protezione solare da applicare al mio bambino di 10 mesi?
Alcuni mi hanno consigliato una crema solare minerale (Avene Baby), mentre altri me l'hanno sconsigliata a causa delle nanoparticelle e mi hanno consigliato una crema chimica (Mustela).
Lei che cosa mi può dire in merito?
Grazie mille e cordiali saluti
Risposta del Prof. Christian Surber
Gentile signora,
nei primi 2-3 anni di vita i bambini non andrebbero esposti direttamente alla luce solare. Rimanere all'ombra e indossare indumenti protettivi (se ci si trova alla luce diretta del sole) sono di gran lunga le misure di protezione più efficaci. Naturalmente, anche la protezione solare è efficace, ma non può sostituire le altre misure.
Nella Sua domanda, Lei utilizza tre termini che necessitano di una spiegazione: «minerale», «nanoparticelle» e «crema chimica».
Tutti i filtri solari sono sostanze chimiche e il meccanismo d'azione dei filtri solari – assorbimento, riflessione e diffusione – è un fenomeno fisico.
Il termine filtri solari «chimici» fu utilizzato nel 1990 dagli esperti di marketing per promuovere gli allora nuovi filtri – ossido di zinco e biossido di titanio – e per distinguerli dagli altri. L'ossido di zinco e il biossido di titanio (chiamati anche filtri fisici o minerali) riflettono la luce e per questo motivo appaiono bianchi sulla pelle. Tutti gli altri filtri furono allora chiamati filtri «chimici», con una connotazione negativa che li svalutava. Tutto ciò ha portato a una grande confusione e incertezza.
Il criterio più sensato per distinguere i filtri solari è quello di «solubile» o «non solubile». In breve, o il filtro è disciolto nella crema o è finemente distribuito (disperso) nella crema sotto forma di piccole particelle. L'ossido di zinco e il biossido di titanio (chiamati anche filtri fisici o minerali) sono piccole particelle non solubili finemente disperse nella crema.
Passiamo ora al termine «nanoparticella». Il termine «nano» suggerisce che la particella è estremamente piccola. Ciò è vero, ma è altrettanto vero tutti i filtri solari «disciolti» nella crema sono molto, molto più piccoli. La probabilità che una nanoparticella passi attraverso la pelle è quindi minima rispetto ai filtri «disciolti». Una nanoparticella non può passare attraverso lo strato superiore dell’epidermide (strato corneo): è troppo grande per farlo. Al contrario, un filtro a dissoluzione molecolare può penetrare molto bene in questo strato cutaneo, a seconda delle sue proprietà chimico-fisiche.
La mia raccomandazione generale per i prodotti solari è quindi: utilizzare creme solari che contengano filtri «non disciolti» (per esempio ossido di zinco e biossido di titanio). Anche i filtri solari nanoparticolati (ne esistono altri, oltre all'ossido di zinco e al biossido di titanio) sono preferibili ai filtri disciolti, in termini di assorbimento cutaneo.
Infine resta da osservare che tutti i filtri solari utilizzati in Europa e in Svizzera sono equiparati ai medicinali. Infatti sono approvati dalle autorità, vengono costantemente monitorati e sono perciò da considerarsi sicuri.
Cordiali saluti
Perché il solarium fa male?
Domanda di Johnwei
Il solarium fa davvero così male? Perché usare il solarium è più pericoloso che abbronzarsi al sole?
Risposta di Monika Burkhalter, responsabile Prevenzione e riconoscimento precoce della Lega zurighese contro il cancro
Innanzitutto è doveroso precisare che sono dannosi entrambi. I raggi UVA e UVB sia del sole sia del solarium aumentano il rischio di cancro della pelle e accelerano l’invecchiamento della pelle.
La differenza sta nell’intensità dei raggi UV. La quantità di raggi UVB erogata in una seduta di solarium corrisponde all’irradiazione solare a mezzogiorno in estate in Svizzera. La quantità di UVA può essere 15 volte superiore.
La Lega contro il cancro raccomanda le seguenti misure di protezione solare in ordine di priorità:
1. Stare all’ombra tra le ore 11 e le 15.
2. Indossare un copricapo, occhiali da sole e indumenti adatti.
3. Spalmare una crema solare.
4. Evitare il solarium
Il solarium fa davvero così male? Perché usare il solarium è più pericoloso che abbronzarsi al sole?
Risposta di Monika Burkhalter, responsabile Prevenzione e riconoscimento precoce della Lega zurighese contro il cancro
Innanzitutto è doveroso precisare che sono dannosi entrambi. I raggi UVA e UVB sia del sole sia del solarium aumentano il rischio di cancro della pelle e accelerano l’invecchiamento della pelle.
La differenza sta nell’intensità dei raggi UV. La quantità di raggi UVB erogata in una seduta di solarium corrisponde all’irradiazione solare a mezzogiorno in estate in Svizzera. La quantità di UVA può essere 15 volte superiore.
La Lega contro il cancro raccomanda le seguenti misure di protezione solare in ordine di priorità:
1. Stare all’ombra tra le ore 11 e le 15.
2. Indossare un copricapo, occhiali da sole e indumenti adatti.
3. Spalmare una crema solare.
4. Evitare il solarium
Rilevamento del melanoma tramite IA
Domanda di tuhtut :
Prima viene diagnosticato il melanoma, maggiori sono le probabilità di guarigione. Siccome la diagnosi avviene principalmente attraverso l’esame della pelle da parte di uno specialista, per far risparmiare tempo ai dermatologici e di conseguenza anche agli assicurati, ma anche per questioni di costi della salute, mi chiedevo se esistesse già o fosse ipotizzabile creare una fotocamera capace di identificare le anomalie della pelle con l’aiuto di un’intelligenza artificiale.
Risposta del Prof Olivier Gaide:
Il numero di applicazioni sanitarie che sfruttano l’IA sta esplodendo, anche nel campo della diagnosi del melanoma. Tuttavia, solo una minoranza di queste applicazioni è stata convalidata da dati scientifici. Nell’insieme, le loro prestazioni, i loro benefici ma anche i loro pericoli non sono ancora stati studiati adeguatamente. Rimangono preoccupanti gli errori diagnostici (soprattutto la sovradiagnosi), ma anche gli errori nella selezione delle lesioni presentate all’intelligenza artificiale e, infine, l’ansia generata da questi sistemi che non offrono alcuna assistenza né empatia.
In generale, è dal 2017 che stiamo aspettando un aiuto alla diagnosi che non arriva. È un peccato, perché è vero che il numero di esperti è insufficiente e l’IA potrebbe contribuire a risolvere questo problema.
Dal punto di vista medico-tecnico, diversi sistemi promettenti basati sull’IA sono in corso di valutazione o validazione, come i sistemi di fotografia 3D del corpo intero. In Svizzera si sta esaminando un apparecchio di questo tipo all’Ospedale universitario di Basilea. Lo studio naturalmente verte sulla valutazione tecnologica della precisione della combinazione di intelligenza umana e artificiale, ma tiene conto anche dell’esperienza soggettiva dei pazienti. Anche se lo studio dovesse dare risultati positivi, per i pazienti rimarrà essenziale essere seguiti da professionisti qualificati per il resto della loro assistenza.
Prima viene diagnosticato il melanoma, maggiori sono le probabilità di guarigione. Siccome la diagnosi avviene principalmente attraverso l’esame della pelle da parte di uno specialista, per far risparmiare tempo ai dermatologici e di conseguenza anche agli assicurati, ma anche per questioni di costi della salute, mi chiedevo se esistesse già o fosse ipotizzabile creare una fotocamera capace di identificare le anomalie della pelle con l’aiuto di un’intelligenza artificiale.
Risposta del Prof Olivier Gaide:
Il numero di applicazioni sanitarie che sfruttano l’IA sta esplodendo, anche nel campo della diagnosi del melanoma. Tuttavia, solo una minoranza di queste applicazioni è stata convalidata da dati scientifici. Nell’insieme, le loro prestazioni, i loro benefici ma anche i loro pericoli non sono ancora stati studiati adeguatamente. Rimangono preoccupanti gli errori diagnostici (soprattutto la sovradiagnosi), ma anche gli errori nella selezione delle lesioni presentate all’intelligenza artificiale e, infine, l’ansia generata da questi sistemi che non offrono alcuna assistenza né empatia.
In generale, è dal 2017 che stiamo aspettando un aiuto alla diagnosi che non arriva. È un peccato, perché è vero che il numero di esperti è insufficiente e l’IA potrebbe contribuire a risolvere questo problema.
Dal punto di vista medico-tecnico, diversi sistemi promettenti basati sull’IA sono in corso di valutazione o validazione, come i sistemi di fotografia 3D del corpo intero. In Svizzera si sta esaminando un apparecchio di questo tipo all’Ospedale universitario di Basilea. Lo studio naturalmente verte sulla valutazione tecnologica della precisione della combinazione di intelligenza umana e artificiale, ma tiene conto anche dell’esperienza soggettiva dei pazienti. Anche se lo studio dovesse dare risultati positivi, per i pazienti rimarrà essenziale essere seguiti da professionisti qualificati per il resto della loro assistenza.
Protezione solare per brevi e ripetute esposizioni al sole
Domanda di Sunshine
Non sono sicura della dannosità dei raggi solari e volevo chiederle se potesse darmi un parere da esperto.
Negli ultimi giorni sono stata diverse volte, anche sul mezzogiorno, esposta brevemente al sole e ritengo di avere un tipo di pelle intermedio (non molto chiaro ma neanche di tipo mediterraneo). Non sono sicura se questo tipo di esposizione sia già da proteggere con una crema solare.
Come valuta il mio caso concreto?
Bisogna proteggersi sempre e in ogni caso dai raggi solari oppure, a seconda dei vari fattori (durata, intensità, tipo di pelle, altro?), in linea di principio è possibile esporsi al sole anche senza crema solare senza temere conseguenze?
Risposta del Prof. Christian Surber
«Sole di mezzogiorno»
Se a mezzogiorno si espone brevemente al sole non ha nulla da temere. I raggi UV del sole sono vitali perché consentono la produzione di vitamina D nella nostra pelle. In considerazione di ciò, quindi, un’esposizione solare moderata è essenziale per la sopravvivenza. Il fattore decisivo è non subire una scottatura solare.
A questo proposito è importante ricordare che anche i prodotti solari con un fattore di protezione elevato non «schermano» completamente dai raggi UV e quindi non compromettono la produzione di vitamina D nella pelle.
«al sole anche senza crema solare»
Trova consigli pratici per la protezione solare all’indirizzo https://www.legacancro.ch/il-cancro/prevenzione/proteggersi-dal-sole.
I tre pilastri della protezione solare sono i vestiti, l’ombra e le creme solari. Indossare vestiti e restare all’ombra sono misure significativamente più efficaci dei prodotti solari, in altre parole, spalmare una crema non può sostituire gli indumenti e l’ombra. Sta a Lei decidere come attuare queste misure.
Quando pratica qualsiasi attività all’aperto, oltre a vestirsi adeguatamente è indispensabile che applichi una crema solare con SPF 50+ e logo UVA.
Applicare la crema solare ogni giorno per tutto l’anno, come sostengono alcuni, a mio avviso non ha senso.
L’essenziale è non subire mai scottature.
Non sono sicura della dannosità dei raggi solari e volevo chiederle se potesse darmi un parere da esperto.
Negli ultimi giorni sono stata diverse volte, anche sul mezzogiorno, esposta brevemente al sole e ritengo di avere un tipo di pelle intermedio (non molto chiaro ma neanche di tipo mediterraneo). Non sono sicura se questo tipo di esposizione sia già da proteggere con una crema solare.
Come valuta il mio caso concreto?
Bisogna proteggersi sempre e in ogni caso dai raggi solari oppure, a seconda dei vari fattori (durata, intensità, tipo di pelle, altro?), in linea di principio è possibile esporsi al sole anche senza crema solare senza temere conseguenze?
Risposta del Prof. Christian Surber
«Sole di mezzogiorno»
Se a mezzogiorno si espone brevemente al sole non ha nulla da temere. I raggi UV del sole sono vitali perché consentono la produzione di vitamina D nella nostra pelle. In considerazione di ciò, quindi, un’esposizione solare moderata è essenziale per la sopravvivenza. Il fattore decisivo è non subire una scottatura solare.
A questo proposito è importante ricordare che anche i prodotti solari con un fattore di protezione elevato non «schermano» completamente dai raggi UV e quindi non compromettono la produzione di vitamina D nella pelle.
«al sole anche senza crema solare»
Trova consigli pratici per la protezione solare all’indirizzo https://www.legacancro.ch/il-cancro/prevenzione/proteggersi-dal-sole.
I tre pilastri della protezione solare sono i vestiti, l’ombra e le creme solari. Indossare vestiti e restare all’ombra sono misure significativamente più efficaci dei prodotti solari, in altre parole, spalmare una crema non può sostituire gli indumenti e l’ombra. Sta a Lei decidere come attuare queste misure.
Quando pratica qualsiasi attività all’aperto, oltre a vestirsi adeguatamente è indispensabile che applichi una crema solare con SPF 50+ e logo UVA.
Applicare la crema solare ogni giorno per tutto l’anno, come sostengono alcuni, a mio avviso non ha senso.
L’essenziale è non subire mai scottature.
Crema solare per lattanti
Domanda di una consulente per la prima infanzia SPD
Ho una domanda concernente gli opuscoli sulla protezione solare della Lega contro il cancro https://shop.legacancro.ch/opuscoli-mat ... mio-figlio.
In precedenza per i lattanti si raccomandava distintamente di utilizzare prodotti solari contenenti solo filtri fisici. Nelle pubblicazioni della Lega contro il cancro questa restrizione non è menzionata, e dalle aziende interpellate ricevo risposte contrastanti.
Esistono ancora le creme solari con filtro esclusivamente fisico e sono adatte ai lattanti?
Risposta del Prof. Christian Surber
Questa domanda esige una risposta in più parti.
Ho una domanda concernente gli opuscoli sulla protezione solare della Lega contro il cancro https://shop.legacancro.ch/opuscoli-mat ... mio-figlio.
In precedenza per i lattanti si raccomandava distintamente di utilizzare prodotti solari contenenti solo filtri fisici. Nelle pubblicazioni della Lega contro il cancro questa restrizione non è menzionata, e dalle aziende interpellate ricevo risposte contrastanti.
Esistono ancora le creme solari con filtro esclusivamente fisico e sono adatte ai lattanti?
Risposta del Prof. Christian Surber
Questa domanda esige una risposta in più parti.
- I lattanti e bambini piccoli nel limite del possibile devono evitare l’esposizione diretta ai raggi solari. È molto semplice proteggere i bambini dal sole con vestiti adatti e leggeri.
- All’ombra, ad esempio sotto l’ombrellone in spiaggia, la pelle scoperta può essere colpita dai raggi UV riflessi. Le parti scoperte possono essere protette ulteriormente con prodotti solari.
- Filtro «fisico» («minerale») e «chimico» sono termini utilizzati spesso dalla stampa che hanno generato una grande incertezza.
Tutti i filtri di protezione solare sono sostanze chimiche e tutti i filtri si basano su un meccanismo d'azione fisico: l’assorbimento, la dispersione e la riflessione.
Pertanto, la distinzione tra filtri «fisici» e «chimici» è falsa. È stata inizialmente propagata negli anni 1990: gli specialisti di marketing hanno introdotto questi concetti per promuovere i nuovi filtri introdotti all’epoca – ossido di zinco e biossido di titanio – e distinguerli da tutti gli altri filtri. «Fisico» ha una connotazione positiva, e «chimico» negativa. L'ossido di zinco e il biossido di titanio sono definiti anche filtri «minerali» e negli ultimi anni spesso vantati anche come «naturali». L’aggettivo «minerale» (connotato positivamente) non è falso in sé ma sorvola sul fatto che l’ossido di zinco e il biossido di titanio impiegati nei prodotti solari vengono prodotti con un processo di fabbricazione fisico-chimico. Pertanto, la designazione «naturale» è inopportuna. - Quindi si pone la questione: come scegliere i prodotti solari adatti ai lattanti e ai bambini piccoli? I prodotti adeguati contengono esclusivamente ossido di zinco e biossido di titanio sotto forma di microparticelle, lasciano un colore bianco sulla pelle e sono quindi ben visibili. Sono poche le aziende che offrono prodotti contenenti solo questi due filtri. Nei prodotti solari, spesso all'ossido di zinco e al biossido di titanio sono aggiunti altri filtri per aumentare/estendere l’effetto del prodotto o migliorarne il gradimento estetico. I filtri utilizzati sono riportati nell’elenco degli ingredienti sul tubetto di tutti i prodotti solari.
- Un’ultima cosa! Un tema ricorrente nella scelta del prodotto è la questione delle nanoparticelle. Il termine «nano» è generalmente associato a «estremamente piccolo» (che in sé non è sbagliato). Pertanto è doveroso aggiungere un’osservazione sulla classificazione dei filtri di protezione solare. Si è già detto che la suddivisione tra filtri «fisici» e «chimici» è fuorviante. Un’altra suddivisione in filtri «organici» e «inorganici» (questi ultimi sono solo l’ossido di zinco e il biossido di titanio) è corretta, ma non ha alcuna rilevanza in termini di sicurezza del prodotto. È invece utile la distinzione tra filtri solari «solubili» e «insolubili» (vale a dire, solubili o insolubili nel prodotto solare). I filtri «insolubili», tra cui l'ossido di zinco, il biossido di titanio e altri quattro filtri solari, sono incorporati/formano una sospensione sotto forma di nanoparticelle o microparticelle nel prodotto solare. I filtri «solubili» invece si disciolgono nel prodotto solare, ossia, hanno una dispersione molecolare. Le molecole sono molto più piccole delle nanoparticelle o microparticelle, si parla di vari ordini di grandezza inferiori. Le nanoparticelle o microparticelle in quanto tali NON penetrano attraverso la pelle. In considerazione di queste caratteristiche, consiglio di preferire prodotti contenenti filtri con nanoparticelle o microparticelle. Diversamente dai prodotti con filtri a nanoparticelle, quelli con microparticelle possono produrre un risultato estetico meno elegante.
Torna a “Cancro della pelle e protezione solare: esperti rispondono”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti