La salute al femminile, tumori femminili - 2023


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La salute al femminile, tumori femminili - 2023

Messaggioda admin » mer 23 ago 2023 9:47

Avete domande sul la salute al femminile, tumori femminili?

I nostri esperti:
Dr. med. em. Monica Castiglione
, specialista in oncologia senologica;
Monika Biedermann, infermiera in senologia presso il servizio di ginecologia dell’Ospedale universitario di Berna (Inselspital);
med. Laura Knabben, capo del servizio di ginecologia dell’Ospedale universitario di Berna (Inselspital),
Corinne Weidner, Fisioterapista MAS Riabilitazione, Docente Fisioterapia Linfologica, Membro del Consiglio di fondazione Lympha-Helvetica
med. André Kind, medico responsabile del policlinico e del servizio specialistico per displasie cervicali dell’Ospedale universitario di Basilea.

risponderà alle domande scritte degli utenti dall'inizio settembre a fine ottobre 2023.

Trovate maggiori informazioni e il link per il formulario sulla Pagina iniziale del forum.

Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale e non sostituiscono il parere di un medico. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.

Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch

Cordiali saluti dalle moderatrici.

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La sua esperienza con la terapia anticorpale Enhertu®

Messaggioda admin » mar 19 set 2023 12:36

Domanda di Sofia
Salve
Cosa può dire dell’esperienza dei pazienti con la chemioterapia Enhertu®?
Cosa significa se una paziente non risponde bene al farmaco? Mia madre ha già avuto una reazione molto negativa alla terapia infusionale e temiamo che il cancro possa colpire altri organi: il fegato e i polmoni sono già gravemente colpiti da metastasi, e anche i linfonodi e le ossa (scheletro). Quale dose viene somministrata?
Ha il seguente tumore al seno HER 2 Immunoistochimica 2+
Le sono stati somministrati tutti i tipi di farmaci in compresse che sono migliori per lei, ma senza successo.
Grazie per il suo feedback, una figlia preoccupata. Mia madre compie 70 anni e lotta contro il cancro al seno ormai da 3 anni.

Risposta della Prof. Dr. Monica Castiglione, oncologa e specialista del cancro al seno
Che cos’è Enhertu® (trastuzumab deruxtecan)?
Trastuzumab è un anticorpo che si lega al recettore HER2 e lo blocca, inibendo così la crescita delle cellule tumorali. Il principio attivo Deruxtecan è legato all’anticorpo Trastuzumab ed è quindi destinato a raggiungere e uccidere in modo specifico le cellule tumorali.

Nello studio iniziale su 184 pazienti abbondantemente pretrattate, è stata osservata una risposta del tumore nel 60% delle pazienti. Ciò significa che il 40% delle pazienti non ha risposto al farmaco. La risposta alla terapia è durata in media 14,8 mesi e le pazienti non hanno mostrato progressione del tumore per una media di 16,4 mesi.
In un altro studio, Enhertu® è stato confrontato con Kadcyla® (trastuzumab emtansine) in 699 pazienti. Il tempo intercorso fino alla progressione della malattia è stato di 28,8 mesi con Enhertu® e di 6,8 mesi con Kadcyla®.
Il dosaggio corrisponde a 5,4 mg per kg di peso corporeo. Il farmaco viene somministrato ogni 3 settimane.

Se sua madre non risponde alla terapia, significa che il tumore (cellule tumorali) è resistente al farmaco e continua a crescere.
È una situazione molto difficile per la paziente e per la sua famiglia quando un tumore non risponde o non risponde più alle terapie e continua a crescere.
Si rivolga ad
una psico-oncologa o a uno psico-oncologo per avere consigli e supporto, in modo che lei e la sua famiglia possiate affrontare meglio questa situazione.

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Dolori a gambe, piedi e caviglie dopo terapia per un tumore della cervice uterina : che fare ?

Messaggioda admin » gio 5 ott 2023 10:00

Domanda di Concetta79
Gentili dottori,
mi chiamo Concetta e vi scrivo per avere un vostro parere. A causa di un tumore alla cervice uterina, sono stata sottoposta a 5 cicli di chemio con Taxolo, cisplatino e bevacizumab. Dopo a 25 sedute di Radio e chemio con cisplatino e Brachiterapia. Adesso sono libera da malattia e sto facendo mantenimento con Bevacizumab. Sto bene a parte forti dolori alle gambe, piedi e caviglie quando cammino. Nessuno mi sta sapendo indirizzare. Gli oncologi che mi seguono suppongono che siano effetti delle terapie, ma non mi aiutano. Sono andata da un ortopedico e ho fatto delle lastre, ma alle ossa non c'è niente. Sono ingrassata 20 chili, potrebbe anche essere il peso? Forse dovrei andare da un neurologo, fare una risonanza?

Risposta della Prof. Dr. Monica Castiglione, oncologa e specialista del cancro al seno
Cara Signora Concetta

Per prima cosa mi rallegro con lei per l’ottimo risultato del suo trattamento.

Penso che sia chiaro che non è possibile fare diagnosi e dare consigli terapeutici senza vedere la paziente e senza conoscere tutti i dettagli del suo trattamento nonché tutti i risultati del sangue e radiologici.
Malgrado ciò le posso dire che sia il Taxolo che il Bevacizumab possono fare effetti secondari simili a quelli che lei descrive. Questi problemi in molti casi migliorano quando le terapie terminano. Ne discuta apertamente con il suo oncologo.

Perdere peso sgraverebbe le sue articolazioni e contribuirebbe a prevenire una recidiva. Dimagrire da soli, senza incorrere in carenze nutrizionali non è facile. Chieda al suo medico un certificato di prescrizione dietetica. Un peso corporeo normale e una dieta varia ed equilibrata contribuiscono in modo significativo al benessere psicofisico e migliorano l’efficacia delle terapie.

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Risultato anomalo del Pap test

Messaggioda admin » ven 6 ott 2023 16:00

Domanda di Lisa
Buongiorno
La settimana scorsa sono andata dal ginecologo e oggi mi è arrivata una lettera. Dice che sono state trovate alterazioni cellulari al Pap test. Ho chiamato subito il mio ginecologo, ma è in vacanza fino alla prossima settimana. Voglio sapere cosa significa questo per me. Sto quasi per impazzire. Parole come « anomalo », « alterazione », "lesione" mi spaventano tantissimo. Sono preoccupata anche perché il Pap test precedente risale a due anni fa e questa volta sono andata dal ginecologo per dei disturbi: avevo continue perdite tra un ciclo e l'altro, a volte sanguinolente, a volte giallastre.

Risposta di Dr. med. André Kind, medico responsabile del policlinico e del servizio specialistico per displasie cervicali dell’Ospedale universitario di Basilea
Un risultato anomalo del Pap test non è una diagnosi di cancro. Di solito il cancro del collo dell'utero si sviluppa molto lentamente, sull’arco di diversi anni. I controlli periodici ginecologici sono fatti proprio per individuare per tempo eventuali alterazioni cellulari del collo dell’utero. Spesso si tratta solo di un'innocua infiammazione della cervice o di un'iniziale alterazione cellulare che può regredire spontaneamente. Solo se le lesioni non guariscono da sole, devono essere rimosse. Il resto della cervice e dell'utero sono risparmiati. Una volta che la ferita è guarita, non ci sono restrizioni da osservare. Può attendere tranquillamente il ritorno del suo ginecologo.

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Test genetici e familiarità - Quando sottoporsi a una risonanza magnetica per la diagnosi precoce del cancro al seno?

Messaggioda admin » ven 13 ott 2023 10:31

Domanda di Liselotte
Buongiorno
Mi rivolgo a lei perché ho ricevuto pareri discordanti. Forse lei mi può aiutare.
A mia sorella di 54 anni è stato diagnosticato un cancro al seno di grado 3. Sono ancora in corso accertamenti per escludere metastasi.
Io ho 58 anni. Il mio seno è denso (C) e ho diverse cisti. Ogni anno e mezzo o due devo fare una mammografia e in seguito sottopormi a una sonografia.
Ho due figlie. Naturalmente ci siamo domandate che conseguenze questo abbia per noi. Tanto più che anche la loro zia (sorella di mio ex marito) ha il cancro al seno.
Abbiamo anche già parlato con le rispettive ginecologhe, ma ognuna di loro dice qualcosa d’altro.
Alla mia figlia più giovane è stato detto che la persona direttamente interessata dalla malattia può fare un test genetico. Alla mia figlia di mezzo, invece, è stato detto che io in quanto madre posso fare un test genetico.
Il test è molto caro e non è rimborsato d’emblée dalla cassa malati. Chi può fare un test genetico per finire?
Inoltre ho domandato alla mia ginecologa se non sia meglio per me sottopormi anche a una risonanza magnetica per poter vedere il seno a strati. La mia ginecologa mi ha risposto che la cassa malati molto probabilmente rifiuterebbe di pagare una risonanza magnetica, visto che ho già fatto una mammografia e una sonografia all’inizio di quest’anno. Però una conoscente malata di cancro al seno mi ha detto che lei era nella stessa mia situazione e che il suo tumore è stato individuato solo alla risonanza magnetica.
Che cosa è giusto fare?
Aspetto con ansia la sua risposta e la ringrazio già fin d’ora.
Con i migliori saluti.

Risposta dell’esperta, Dr. med. Laura Knabben, capo del servizio di ginecologia dell’Ospedale universitario di Berna (Inselspital)
Lei ha due figlie. Sua sorella e la zia paterna delle sue figlie si sono ammalate di cancro al seno. Vorrebbe sapere chi di voi potrebbe sottoporsi a un test per il riconoscimento di eventuali mutazioni genetiche predisponenti affinché si possano prevedere misure di diagnosi precoce adattate al rischio individuale.
Consulenze e test genetici sono indicati in caso di sospetto di malattie oncologiche ereditarie e/o di predisposizione genetica allo sviluppo delle stesse. Fattori di rischio, oltre a un numero elevato di casi di cancro registrato in una famiglia, sono determinati tipi di cancro (p. es. tre donne con cancro al seno), cancro in giovane età (<45 anni) o determinati sottotipi di cancro (p. es. cancro al seno triplo negativo).
Per il momento probabilmente non è ancora noto se Sua sorella è interessata da un cancro ereditario del seno. Una prima descrizione delle cellule tumorali è effettuata dall’istituto di patologia a partire dal tessuto prelevato in sede di biopsia. Un’ulteriore caratterizzazione definitiva è effettuata successivamente a partire dal tessuto prelevato durante l’intervento chirurgico. Il referto patologico definitivo (unitamente all’anamnesi familiare) forniscono le informazioni necessarie per poter valutare se un test genetico sia utile e sensato dal punto di vista medico. Se possibile il test genetico è eseguito innanzi tutto sulla persona che ha contratto il cancro del seno. In tal caso e a condizione che sia indicato, i costi del test genetico sono coperti dalla cassa malati.
La linea materna e la linea paterna vanno considerate separatamente. A tale proposito sarebbe utile sapere che età aveva la zia paterna delle Sue figlie al momento della diagnosi, se entrambi i seni erano interessati dalla malattia oppure solo uno, e di che tipo di cancro del seno si è trattato (tumore al seno positivo agli ormoni femminili ?).
All’inizio di quest’anno si è sottoposta a una mammografia di diagnosi precoce e a una sonografia. Vorrebbe sapere se è necessario fare, in più, anche una risonanza magnetica. La risonanza magnetica è indicata nel caso in cui la mammografia e/o la sonografia evidenziano lesioni sospette e da sole non bastano per escludere con un alto grado di attendibilità un cancro del seno. Inoltre una risonanza magnetica in combinazione con una mammografia e una sonografia è spesso utile nelle donne che presentano un rischio aumentato di cancro del seno. Per la popolazione generale di donne d’età compresa tra i 50 e i 70(-75) anni d’età, la mammografia è l’esame migliore per la diagnosi precoce del cancro del seno. Consulti un medico specialista in senologia e domandi quali esami di diagnosi precoce siano indicati nel Suo caso specifico e con quale frequenza siano da eseguire. Si rivolga a un centro di senologia certificato.

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L'efficacia del tamoxifene è dimostrabile?

Messaggioda admin » mar 17 ott 2023 11:58

Springding
Buongiorno
Sto assumendo il Tamoxifen da quindici giorni e non avverto nessuno degli effetti collaterali spesso menzionati. Da un lato è bello, ma dall'altro mi fa sentire insicura, perché a quanto pare ci sono donne per le quali il farmaco non funziona. Ci sono modi per verificare l'efficacia?
Grazie mille per la risposta.

Risposta della Prof. Dr. Monica Castiglione, oncologa e specialista del cancro al seno
Spesso le pazienti non hanno effetti collaterali del tamoxifene.
L'efficacia del tamoxifene non è rilevabile nel sangue. Nella pratica clinica, l'efficacia del tamoxifene nelle singole donne viene controllata indirettamente durante le visite di controllo periodiche per individuare precocemente una possibile ricaduta (recidiva). L'efficacia del tamoxifene è stata dimostrata da studi clinici: riduce il rischio di recidiva e di mortalità dopo un tumore al seno sensibile agli ormoni.

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Predisposizione genetica al cancro del seno

Messaggioda admin » ven 20 ott 2023 13:30

Domanda di Sunneschiin
Buongiorno,
vorrei chiederle se io possa avere un rischio aumentato di cancro del seno.
Mia zia paterna ha avuto un cancro del seno. Nella famiglia di mia madre finora nessuno ha sviluppato questo tumore.
Grazie della sua risposta.

Risposta dell’esperta, Dr. med. Laura Knabben, capoclinica di ginecologia, Inselspital di Berna
Buongiorno Sunneschiin,
la sorella di Suo padre si è ammalata di cancro del seno. Ora Lei chiede se possa avere un rischio genetico più elevato di sviluppare lo stesso tumore. Comprendo bene che si preoccupi della Sua salute alla luce della malattia di Sua zia. Fortunatamente, spesso questi timori sono infondati. La maggior parte dei familiari non corre un rischio più elevato di ammalarsi di cancro. Tuttavia ci sono indizi che possono suggerire una predisposizione genetica in seno a una famiglia.

Nel nostro sito web, nella pagina Predisposizione genetica trova informazioni generali sulla predisposizione ereditaria al cancro, gli indizi che possono segnalare una predisposizione e come incide sullo sviluppo di determinati tumori (tra cui il cancro del seno).

Per approfondire l’argomento può leggere anche il nostro opuscolo «Il cancro ereditario del seno e dell’ovaio ». Gli specialisti del Gruppo Svizzero di Ricerca Clinica sul Cancro (SAKK) hanno redatto una linea guida per la Svizzera in cui sono definiti gruppi di rischio legati alla sindrome del cancro ereditario del seno e dell’ovaio (HBOC). In presenza di questi rischi è opportuno eseguire ulteriori accertamenti. A pagina 10 e 11 dell’opuscolo è riportato un elenco schematico degli indizi di predisposizione genetica a seconda delle costellazioni familiari. Gli indizi descritti non devono essere intesi come una valutazione definitiva.

Se dovesse riconoscersi in qualche indizio di predisposizione genetica, chieda consiglio al Suo ginecologo o al Suo medico di famiglia. Insieme potrete discutere sull’opportunità di ricorrere a una consulenza genetica.

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Massaggi e cancro avanzato del seno

Messaggioda admin » mer 25 ott 2023 16:21

Domanda di Liesl
Buongiorno
Ho una domanda.
Il massaggio ayurvedico (Abhyanga) è controproducente nel carcinoma mammario metastatico (ormono-dipendente, metastasi ossee)? Quali massaggi potrebbero essere utili, soprattutto per il rilassamento?
Grazie per la risposta

Risposta dell’esperta, Prof. Dr. med. Monica Castiglione, specialista in oncologia senologica
Desidera sapere se un massaggio ayurvedico è possibile nella sua situazione.

La valutazione dei rischi e dei benefici compete al medico curante. Le regioni del corpo interessate dalla malattia non dovrebbero essere massaggiate. Le ossa sede di metastasi sono meno stabili di quelle sane. A prescindere dalla disciplina medica, i massaggi energici sono controindicati. I tocchi delicati, invece, sono consentiti e possono aiutare a sentirsi meglio e a migliorare la qualità di vita.

Il Servizio Tedesco di Informazione sul Cancro del Centro Tedesco di Ricerca sul Cancro ha effettuato ricerche e verificato le affermazioni relative all’ipotesi secondo cui attraverso un massaggio le cellule tumorali possano essere sospinte in tessuti ai quali altrimenti non si sarebbero estese ed è giunto alla seguente conclusione: "Oggi gli esperti ritengono che è concepibile che attraverso un massaggio si possa influire meccanicamente sull'evoluzione di una malattia tumorale, ma – in assenza di prove – per ora solo in teoria. Una cosa è chiara: un terapista professionale non massaggerà comunque la zona di una ferita chirurgica fresca o la zona irradiata, se è possibile evitarlo". Fonte
Non si può escludere del tutto che delle cellule si stacchino dal tessuto sottoposto al massaggio. Tuttavia, questo non significa che esse possano dare origine a nuovi focolai di malattia a distanza. Perché ciò avvenga, una cellula tumorale deve subire ulteriori cambiamenti.
È importante affidarsi a un terapista con comprovate competenze, che aggiorna e approfondisce periodicamente, e con un approccio responsabile nei confronti dei pazienti. Il Registro di Medicina Empiricia (RME) l'aiuta a trovare terapisti qualificati nel campo della medicina complementare nella sua zona.

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I compiti di una Breast Care Nurse

Messaggioda admin » lun 30 ott 2023 16:45

Domanda di Bienli

Buongiorno,
mi interesserebbe sapere quali sono i compiti di una Breast Care Nurse e in cosa differiscono da quelli di una “normale” infermiera?
Grazie mille per la Sua risposta
Bienli

Risposta di Monika Biedermann, Breast Care Nurse:
Buongiorno Bienli
La Breast Care Nurse è un’infermiera diplomata con una specializzazione supplementare in senologia, che consiglia e assiste le pazienti malate di cancro al seno e i loro familiari. La Breast Care Nurse fa parte dell’équipe del centro di senologia e conosce esattamente la diagnosi, gli approcci terapeutici e le relative conseguenze sulle persone colpite. Accompagna le pazienti lungo tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi fino alla conclusione della terapia e al periodo successivo. Inoltre, ha il tempo necessario per rispondere con calma alle domande riguardanti la patologia che ha colpito il seno. Può anche fornire contatti con i servizi sociali, i gruppi di auto-aiuto, i servizi psico(onco)logici e molto altro ancora.
Tutto ciò la distingue dall’infermiera diplomata, cui manca tale specializzazione.

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Misurazione della pressione sul braccio operato

Messaggioda admin » lun 30 ott 2023 17:07

Domanda di Sonnenblume

Ho un cancro al seno e mi sono stati rimossi i linfonodi sotto un’ascella. Mi è stato detto di non misurare la pressione sanguigna o effettuare prelievi di sangue sul braccio interessato.
È corretto e se sì perché?
Grazie per la Sua risposta

Risposta di Monika Biedermann, infermiera in senologia presso il servizio di ginecologia dell’Ospedale universitario di Berna (Inselspital) e Corinne Weidner, Fisioterapista MAS Riabilitazione, Docente Fisioterapia Linfologica, Membro del Consiglio di fondazione Lympha-Helvetica

Buongiorno Sonnenblume
Non sono disponibili dati certi sulla questione della misurazione della pressione sul braccio operato. Tra gli esperti ci sono opinioni contrastanti sull’argomento. Ad esempio, la maggior parte degli specialisti, ancora anni dopo la fine del trattamento antitumorale, consiglia alle pazienti colpite da cancro al seno di non misurare la pressione, di non farsi prelevare sangue o inserire cannule nelle vene sul braccio interessato. Ritengono che il gonfiaggio del bracciale per la pressione arteriosa o la compressione di un laccio emostatico possa aumentare una congestione linfatica già esistente, causare minuscole lesioni e quindi favorire lo sviluppo e la progressione del linfedema. Altri specialisti ritengono, invece, che le saltuarie brevi congestioni con un bracciale per la pressione sanguigna o un laccio emostatico non provochino alcun danno.
Non è scientificamente provato che le misurazioni della pressione arteriosa o il prelievo di campioni di sangue sul braccio operato favoriscano il linfedema. Non vengono eseguiti studi comparativi perché sarebbe discutibile dal punto di vista etico.
Se il sistema linfatico è sovraccarico o danneggiato, la quantità di liquido che defluisce attraverso il sistema linfatico può aumentare e quindi peggiorare il linfedema.
Le persone colpite dovrebbero quindi discutere con la loro équipe di trattamento ciò che conviene fare nel loro caso personale.
L’opuscolo
«Il linfedema dopo un cancro» della Lega svizzera contro il cancro fornisce una panoramica sul funzionamento del sistema linfatico, sulle misure per ridurre il rischio di sviluppare un linfedema e sugli approcci terapeutici.

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Carcinoma mammario triplo negativo: domande sulla prognosi e le possibilità terapeutiche

Messaggioda admin » lun 13 nov 2023 16:33

Domanda di: Wuschel3
Buongiorno,
La mia compagna ha ricevuto qualche giorno fa questa terribile diagnosi: carcinoma mammario invasivo, NST. Triplo negativo. Indice di proliferazione 35 %. Segue istologia dettagliata.
La prognosi appare brutta e la prima chemioterapia dovrebbe iniziare già la settimana prossima.
Siccome non rimane molto tempo per studiare approfonditamente quest’argomento, vorrei chiedere:
quali sono le opzioni terapeutiche in un caso come questo? Oppure, non potrebbe essere meglio partecipare a uno studio?
Come si può sapere se i medici prendono la decisione giusta? C’è ancora una speranza?

Risposta della Prof. Dr. med. Monica Castiglione, oncologa e specialista in cancro del seno
Lei ha ragione: la prognosi del carcinoma mammario triplo negativo è peggiore rispetto ad altri sottotipi del cancro del seno. Tuttavia, la maggior parte delle persone colpite si riprende dopo il trattamento e si rimette in salute.
La terapia del carcinoma mammario triplo negativo dipende da vari fattori. In molti casi si inizia con una chemioterapia, spesso combinata con un’immunoterapia. Dopo alcuni cicli i pazienti sono operati, e se dopo l’operazione si rilevano ancora residui del tumore viene raccomandata una seconda chemioterapia.
La partecipazione a uno studio clinico, qualora ce ne sia uno adatto, è sempre l’opzione migliore.
Il cancro del seno dovrebbe essere trattato possibilmente in un
centro di senologia. Nell’ottica della garanzia della qualità, nei centri certificati tutti i casi sono discussi in una riunione di tutti gli specialisti coinvolti nel trattamento («tumor board»), anche nel contesto di un secondo parere. Al tumor board per un tumore del seno partecipano specialisti delle seguenti discipline: chirurgia ginecologa, oncologia (terapia farmacologica del tumore), radio-oncologia (radioterapia), patologia (determinazione precisa del tipo di cellule del tumore) e una breast care nurse (infermiera specializzata in senologia). Quest’approccio garantisce una maggior sicurezza che la paziente riceva la terapia più adatta.


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