La nostra équipe di specialisti risponde alle vostre domande entro il 24 giugno 2024:
Monika Burkhalter, responsabile prevenzione & diagnosi precoce della Lega contro il cancro di Zurigo
Olivier Gaide. Prof. Dr. med. Dr., professore aggiunto, servizio di dermatologia e venereologia all'ospedale universitario di Losanna (CHUV).
Christian Surber, Prof. Dr. phil. nat. Senior Fellow Scientist degli ospedali universitari di Basilea e Zurigo, cliniche dermatologiche.
Trovate maggiori informazioni e il link per il formulario sulla Pagina iniziale del forum.
Le presenti risposte sono una presa di posizione di carattere generale e non sostituiscono il parere di un medico. Non si può infatti sostituire la consulenza personale con il parere di uno specialista qualificato in medicina. Se in un articolo vengono citati determinati medici, impianti terapeutici o prodotti, ciò non avviene a titolo di pubblicità o di raccomandazione, ma va inteso semplicemente come accenno ad altre fonti informative.
Alcune domande e risposte sono state tradotte in un’altra lingua nazionale. Se dovessero sorgere domande o ambiguità, favorite rivolgervi alle consulenti specializzate della Linea cancro. Numero gratuito 0800 11 88 11 oppure e-mail helpline@krebsliga.ch
Cordiali saluti dalle moderatrici.
2024 – Cancro della pelle e protezione solare
Pannello di Controllo Moderatore
Radiazioni UVA
Domanda di Luki
Salve.
Mi è stato asportato chirurgicamente un melanoma (T1a) nel novembre 2023 e da allora sono in cura dopo l'intervento. Per me è molto importante una protezione costante contro le scottature solari e l’esperienza mi dà ragione, dato che la mia pelle non è arrossata né abbronzata. Dalle mie ricerche ho appreso che occorre stare attenti anche alle radiazioni UVA, più costanti e presenti anche negli ambienti chiusi. Ma quando sono in casa o esco di casa solo la sera, per esempio per fare sport, non mi metto la crema. La mia domanda: è una misura proporzionata applicare la crema solare ogni giorno anche in ambienti chiusi come casa o ufficio (con finestre) e applicare o riapplicare la crema anche la sera, per esempio dopo le 18, per proteggersi dalle radiazioni UVA?
Risposta di Christian Surber
Il tema della «protezione solare negli ambienti chiusi» è stato molto tematizzato negli ultimi 3-5 anni. La questione è divenuta molto attuale in seguito alle notizie riportate dalla stampa e alle pubblicità dell'industria cosmetica, secondo cui la luce blu degli schermi dei computer potrebbe avere effetti negativi sulla pelle. La parte di luce blu degli schermi dei computer è minima rispetto alla luce del giorno all'aperto e non è significativa. La «protezione solare negli ambienti chiusi» viene promossa intensamente dalla stampa e dalla pubblicità dell'industria cosmetica. Immagini impressionanti – per esempio l'autista di un camion con la pelle estremamente invecchiata o i cambiamenti di colore di mobili e pavimenti esposti al sole per anni – mirano a dimostrare la necessità della «protezione solare negli ambienti chiusi». Non è possibile trarre conclusioni generalmente valide da tali osservazioni, soprattutto perché il carattere/la qualità del vetro può variare notevolmente. La maggior parte dei vetri delle finestre (case, automobili) assorbe completamente le radiazioni UVB (quindi niente scottature, niente produzione di vitamina D nella pelle), mentre le radiazioni UVA vengono assorbite solo parzialmente. Tuttavia, queste radiazioni UVA sono trascurabili se non si è esposti direttamente alla luce del sole attraverso i vetri delle finestre in un ambiente interno per un periodo di tempo molto lungo. Se un posto di lavoro in un ufficio è esposto alla luce solare diretta attraverso il vetro della finestra per un periodo di tempo lungo (cosa piuttosto insolita), è possibile applicare speciali pellicole UV all'interno del vetro della finestra o utilizzare tende e persiane. Quindi non è proporzionato applicare o riapplicare la crema solare in ambienti chiusi, come casa o ufficio (con finestre), oppure la sera, poiché la radiazione UVA presente è minima.
Salve.
Mi è stato asportato chirurgicamente un melanoma (T1a) nel novembre 2023 e da allora sono in cura dopo l'intervento. Per me è molto importante una protezione costante contro le scottature solari e l’esperienza mi dà ragione, dato che la mia pelle non è arrossata né abbronzata. Dalle mie ricerche ho appreso che occorre stare attenti anche alle radiazioni UVA, più costanti e presenti anche negli ambienti chiusi. Ma quando sono in casa o esco di casa solo la sera, per esempio per fare sport, non mi metto la crema. La mia domanda: è una misura proporzionata applicare la crema solare ogni giorno anche in ambienti chiusi come casa o ufficio (con finestre) e applicare o riapplicare la crema anche la sera, per esempio dopo le 18, per proteggersi dalle radiazioni UVA?
Risposta di Christian Surber
Il tema della «protezione solare negli ambienti chiusi» è stato molto tematizzato negli ultimi 3-5 anni. La questione è divenuta molto attuale in seguito alle notizie riportate dalla stampa e alle pubblicità dell'industria cosmetica, secondo cui la luce blu degli schermi dei computer potrebbe avere effetti negativi sulla pelle. La parte di luce blu degli schermi dei computer è minima rispetto alla luce del giorno all'aperto e non è significativa. La «protezione solare negli ambienti chiusi» viene promossa intensamente dalla stampa e dalla pubblicità dell'industria cosmetica. Immagini impressionanti – per esempio l'autista di un camion con la pelle estremamente invecchiata o i cambiamenti di colore di mobili e pavimenti esposti al sole per anni – mirano a dimostrare la necessità della «protezione solare negli ambienti chiusi». Non è possibile trarre conclusioni generalmente valide da tali osservazioni, soprattutto perché il carattere/la qualità del vetro può variare notevolmente. La maggior parte dei vetri delle finestre (case, automobili) assorbe completamente le radiazioni UVB (quindi niente scottature, niente produzione di vitamina D nella pelle), mentre le radiazioni UVA vengono assorbite solo parzialmente. Tuttavia, queste radiazioni UVA sono trascurabili se non si è esposti direttamente alla luce del sole attraverso i vetri delle finestre in un ambiente interno per un periodo di tempo molto lungo. Se un posto di lavoro in un ufficio è esposto alla luce solare diretta attraverso il vetro della finestra per un periodo di tempo lungo (cosa piuttosto insolita), è possibile applicare speciali pellicole UV all'interno del vetro della finestra o utilizzare tende e persiane. Quindi non è proporzionato applicare o riapplicare la crema solare in ambienti chiusi, come casa o ufficio (con finestre), oppure la sera, poiché la radiazione UVA presente è minima.
Protezione solare per bambini
Domanda di MiLe
Buongiorno,
da quando ho figli sono diventata molto insicura riguardo al sole. Preferisco applicare la crema ai miei bambini (di 3 e 6 anni) una volta in più piuttosto che una volta in meno. Ora però girano voci secondo cui alcune sostanze presenti nelle creme solari (soprattutto quelle chimiche) sarebbero dannose per la pelle e troppa crema solare inibirebbe l’assorbimento di vitamina D.
Lei cosa consiglia? E a proposito della vitamina D?
Ad esempio, nei mesi invernali applico la crema quando splende il sole (in montagna comunque sempre), mentre a partire da aprile/maggio all’incirca dalle 10 quando il sole fa capolino tra le nuvole. Negli ultimi tempi, controllo spesso anche l’indice UV sull’app della meteo, ma non so quanto esso sia affidabile.
Risposta di Christian Surber
Buongiorno MiLe,
ai bambini piace muoversi e amano stare all’aperto. La cosa più importante è che non si espongano alla luce diretta del sole tra le 10 e le 15 se sono poco vestiti. Se proprio non lo si può evitare, si consigliano indumenti a trama fitta, cappellino e occhiali da sole. Sulle aree della pelle difficili o impossibili da coprire, come il viso e le orecchie, le mani e le braccia, così come il dorso dei piedi, va applicata la crema solare.
I filtri di protezione solare utilizzati nelle nostre creme solari sono approvati ufficialmente (allo stesso modo dei farmaci) e sono ritenuti sicuri. È comprensibile che Lei sia preoccupata per le notizie di stampa riguardanti le protezioni solari e i loro effetti collaterali. Purtroppo però la stampa si limita a dare la notizia («che mette paura») senza contestualizzarla. Ciò infonde preoccupazione. Considerato l’uso frequente di questi prodotti, il numero degli effetti indesiderati segnalati è molto basso. In linea di massima, qualsiasi prodotto che si applica sulla pelle può avere un effetto indesiderato. Ciò vale per i prodotti per la cura della pelle, così come per i cosmetici e i medicinali. Se si verifica un effetto indesiderato, bisogna consultare un medico.
L’indice UV è un buon mezzo per stimare l’esposizione alle radiazioni prevista. Tuttavia, la situazione può cambiare rapidamente a seconda del luogo e del tempo. La cosa più semplice è quindi di usare il buon senso: un cielo azzurro, il riflesso dell’acqua o della neve sono indicatori di un’elevata esposizione alle radiazioni solari.
Nei Suoi bambini, la produzione di vitamina D nella cute è sviluppata completamente. Per la produzione della vitamina D necessaria, è sufficiente l’esposizione non protetta del viso e delle mani per 20 o 30 minuti alcune volte la settimana.
La cosa più importante è assicurarsi che i Suoi figli non incorrano in scottature. Può evitarlo facilmente tramite un corretto abbigliamento comprensivo di cappellino (a trama fitta) e occhiali da sole e riducendo l’esposizione diretta al sole nelle ore tra le 10 e le 15. La crema solare è un buon mezzo per proteggersi dai raggi solari, ma i due metodi sopra citati (vestirsi ed evitare le radiazioni dirette) sono di gran lunga più efficaci.
Distinti saluti.
Buongiorno,
da quando ho figli sono diventata molto insicura riguardo al sole. Preferisco applicare la crema ai miei bambini (di 3 e 6 anni) una volta in più piuttosto che una volta in meno. Ora però girano voci secondo cui alcune sostanze presenti nelle creme solari (soprattutto quelle chimiche) sarebbero dannose per la pelle e troppa crema solare inibirebbe l’assorbimento di vitamina D.
Lei cosa consiglia? E a proposito della vitamina D?
Ad esempio, nei mesi invernali applico la crema quando splende il sole (in montagna comunque sempre), mentre a partire da aprile/maggio all’incirca dalle 10 quando il sole fa capolino tra le nuvole. Negli ultimi tempi, controllo spesso anche l’indice UV sull’app della meteo, ma non so quanto esso sia affidabile.
Risposta di Christian Surber
Buongiorno MiLe,
ai bambini piace muoversi e amano stare all’aperto. La cosa più importante è che non si espongano alla luce diretta del sole tra le 10 e le 15 se sono poco vestiti. Se proprio non lo si può evitare, si consigliano indumenti a trama fitta, cappellino e occhiali da sole. Sulle aree della pelle difficili o impossibili da coprire, come il viso e le orecchie, le mani e le braccia, così come il dorso dei piedi, va applicata la crema solare.
I filtri di protezione solare utilizzati nelle nostre creme solari sono approvati ufficialmente (allo stesso modo dei farmaci) e sono ritenuti sicuri. È comprensibile che Lei sia preoccupata per le notizie di stampa riguardanti le protezioni solari e i loro effetti collaterali. Purtroppo però la stampa si limita a dare la notizia («che mette paura») senza contestualizzarla. Ciò infonde preoccupazione. Considerato l’uso frequente di questi prodotti, il numero degli effetti indesiderati segnalati è molto basso. In linea di massima, qualsiasi prodotto che si applica sulla pelle può avere un effetto indesiderato. Ciò vale per i prodotti per la cura della pelle, così come per i cosmetici e i medicinali. Se si verifica un effetto indesiderato, bisogna consultare un medico.
L’indice UV è un buon mezzo per stimare l’esposizione alle radiazioni prevista. Tuttavia, la situazione può cambiare rapidamente a seconda del luogo e del tempo. La cosa più semplice è quindi di usare il buon senso: un cielo azzurro, il riflesso dell’acqua o della neve sono indicatori di un’elevata esposizione alle radiazioni solari.
Nei Suoi bambini, la produzione di vitamina D nella cute è sviluppata completamente. Per la produzione della vitamina D necessaria, è sufficiente l’esposizione non protetta del viso e delle mani per 20 o 30 minuti alcune volte la settimana.
La cosa più importante è assicurarsi che i Suoi figli non incorrano in scottature. Può evitarlo facilmente tramite un corretto abbigliamento comprensivo di cappellino (a trama fitta) e occhiali da sole e riducendo l’esposizione diretta al sole nelle ore tra le 10 e le 15. La crema solare è un buon mezzo per proteggersi dai raggi solari, ma i due metodi sopra citati (vestirsi ed evitare le radiazioni dirette) sono di gran lunga più efficaci.
Distinti saluti.
Crema solare per bambini: allergia
Domanda di MiLe
Soffro di un disturbo d’ansia. L’anno scorso il mio bambino più piccolo (3 anni) ha avuto una reazione a diversi filtri solari. Quest’anno (metà aprile) gli abbiamo applicato una crema solare al mattino e al pomeriggio (Skinnies LSF 50), più il cappello e gli occhiali. Stava all’aperto di mattina verso le 11.15 e nel pomeriggio tra le 14 e le 16. Ma era sempre all’ombra o ogni tanto rientrava all’interno. La sera e il giorno successivo era rosso (fronte, guance e dietro le orecchie – le gambe e le braccia non erano colpite) e due giorni dopo aveva il prurito e piccoli «foruncoli» (come l’acne). Secondo il medico si trattava quasi certamente di un’altra reazione allergica, ma non ne era sicuro al 100%. Ora però mi sento in colpa e mi chiedo cosa può accadere se fosse invece una scottatura…
Risposta di Monika Burkhalter
Lei soffre di un disturbo d’ansia ed è particolarmente preoccupata per il benessere dei Suoi figli. Il Suo bambino più piccolo ha reagito in modo sensibile e probabilmente allergico alla crema solare, palesando un arrossamento della pelle. Lei dunque non può escludere che il rossore sia dovuto a una scottatura solare.
Sulla base dell’esposizione al sole da Lei descritta, con una buona protezione solare, è improbabile che Suo figlio si sia scottato, mentre il rossore anche dietro le orecchie lascia presupporre piuttosto una reazione allergica.
È importante proteggere la pelle dei bambini da ripetute scottature solari e soprattutto stare all’ombra nelle ore tra le 11 e le 15. Se nonostante tutto si dovesse verificare una scottatura solare, ciò non significa che in seguito Suo figlio si ammalerà di cancro della pelle.
Trova informazioni riguardanti la protezione solare per i bambini sul sito Internet della Lega svizzera contro il cancro.
Soffro di un disturbo d’ansia. L’anno scorso il mio bambino più piccolo (3 anni) ha avuto una reazione a diversi filtri solari. Quest’anno (metà aprile) gli abbiamo applicato una crema solare al mattino e al pomeriggio (Skinnies LSF 50), più il cappello e gli occhiali. Stava all’aperto di mattina verso le 11.15 e nel pomeriggio tra le 14 e le 16. Ma era sempre all’ombra o ogni tanto rientrava all’interno. La sera e il giorno successivo era rosso (fronte, guance e dietro le orecchie – le gambe e le braccia non erano colpite) e due giorni dopo aveva il prurito e piccoli «foruncoli» (come l’acne). Secondo il medico si trattava quasi certamente di un’altra reazione allergica, ma non ne era sicuro al 100%. Ora però mi sento in colpa e mi chiedo cosa può accadere se fosse invece una scottatura…
Risposta di Monika Burkhalter
Lei soffre di un disturbo d’ansia ed è particolarmente preoccupata per il benessere dei Suoi figli. Il Suo bambino più piccolo ha reagito in modo sensibile e probabilmente allergico alla crema solare, palesando un arrossamento della pelle. Lei dunque non può escludere che il rossore sia dovuto a una scottatura solare.
Sulla base dell’esposizione al sole da Lei descritta, con una buona protezione solare, è improbabile che Suo figlio si sia scottato, mentre il rossore anche dietro le orecchie lascia presupporre piuttosto una reazione allergica.
È importante proteggere la pelle dei bambini da ripetute scottature solari e soprattutto stare all’ombra nelle ore tra le 11 e le 15. Se nonostante tutto si dovesse verificare una scottatura solare, ciò non significa che in seguito Suo figlio si ammalerà di cancro della pelle.
Trova informazioni riguardanti la protezione solare per i bambini sul sito Internet della Lega svizzera contro il cancro.
Domanda sui più recenti prodotti di protezione solare
Domanda di Billy
Chiacchierando al parco giochi, è emersa la domanda su quali siano le creme solari migliori per i nostri bebè, bambini e bambini in età da asilo.
Durante una conversazione, alcuni miei amici mi hanno parlato di due nuovi prodotti che sembrano essere di moda al momento. Uno di questi è «Skinnies», una speciale crema solare proveniente dalla Nuova Zelanda, e una crema solare di Sensolar, a base di olio e proveniente dalla Svizzera.
Potrebbe dirmi qualcosa di più sull'efficacia o sui rischi per la salute di questi due prodotti «più recenti» rispetto alle creme solari convenzionali, come ad esempio Anthelios Sonnenmilch LSF 50+ per bebé e Anthelios per bambini LSF 50+ di La Roche Posay? E cosa pensa di prodotti Wet-Skin Gel?
Grazie mille della risposta.
Risposta del Dr. Christian Surber
Anche se i fornitori di creme solari offrono prodotti per neonati o bambini piccoli, è importante ricordare che i neonati e i bambini piccoli NON devono essere esposti alla luce diretta del sole. Esistono una serie di misure semplici ed efficaci, come NON esporsi alla luce diretta del sole nel parco giochi tra le 10.00 e le 16.00, indossare indumenti adeguati a prova di raggi UV o semplicemente andare al parco giochi più presto o più tardi. I bambini in età da scuola materna possono essere un po’ più esposti al sole durante le uscite. Ma ci si dovrebbe poter fidare che chi si occupa dei bambini faccia in modo che il programma per i bambini sia adattato alle condizioni meteorologiche, quando il tempo è bello. Se necessario, il viso e il dorso delle mani possono essere coperti con una crema solare, mentre il resto del corpo rimane protetto dagli indumenti.
Commenti sui prodotti
Non raccomando determinati prodotti. Tuttavia, posso commentare la presentazione dei prodotti.
Protezione solare Sensolar – SPF 50
I prodotti non dovrebbero mai essere pubblicizzati con «no claims» come «senza nanoparticelle», «senza paraffine», «senza parabeni», «senza alcol» o «senza emulsionanti». Sono fuorvianti e si rivolgono alle paure dei consumatori propagandate dalla stampa. Esistono linee guida ufficiali che spiegano il modo giusto di fare pubblicità.
Sotto la descrizione c'è scritto:
INFO: Con un FPS (fattore di protezione solare) di 15, il 93% di tutti i raggi UV viene scongiurato. Con FPS 50 sono già il 98%.
Questa affermazione è fuorviante. L'FPS si riferisce alla radiazione UV che penetra nella pelle, ossia il 7% per l'FPS 15 e il 2% per l'FPS 50, e non a quella assorbita dal prodotto. A tale proposito consiglio di guardare il seguente filmato su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=8cc8qRr7oMQ.
Si potrebbero avanzare altre critiche. Questa pubblicità è dubbia.
Skinnies Kids FPS50
Anche qui «no claim». Il claim «Reef Safe» e tutte le etichette che il prodotto dovrebbe rispettare non sembrano ispirare molta fiducia. Questa pubblicità è discutibile.
Prodotti ANTHELIOS
Almeno questi non hanno «no claim»! Non esistono prove clinicamente affidabili dell'effetto dell'acqua termale nei prodotti di protezione solare o della protezione contro i raggi infrarossi.
Chiacchierando al parco giochi, è emersa la domanda su quali siano le creme solari migliori per i nostri bebè, bambini e bambini in età da asilo.
Durante una conversazione, alcuni miei amici mi hanno parlato di due nuovi prodotti che sembrano essere di moda al momento. Uno di questi è «Skinnies», una speciale crema solare proveniente dalla Nuova Zelanda, e una crema solare di Sensolar, a base di olio e proveniente dalla Svizzera.
Potrebbe dirmi qualcosa di più sull'efficacia o sui rischi per la salute di questi due prodotti «più recenti» rispetto alle creme solari convenzionali, come ad esempio Anthelios Sonnenmilch LSF 50+ per bebé e Anthelios per bambini LSF 50+ di La Roche Posay? E cosa pensa di prodotti Wet-Skin Gel?
Grazie mille della risposta.
Risposta del Dr. Christian Surber
Anche se i fornitori di creme solari offrono prodotti per neonati o bambini piccoli, è importante ricordare che i neonati e i bambini piccoli NON devono essere esposti alla luce diretta del sole. Esistono una serie di misure semplici ed efficaci, come NON esporsi alla luce diretta del sole nel parco giochi tra le 10.00 e le 16.00, indossare indumenti adeguati a prova di raggi UV o semplicemente andare al parco giochi più presto o più tardi. I bambini in età da scuola materna possono essere un po’ più esposti al sole durante le uscite. Ma ci si dovrebbe poter fidare che chi si occupa dei bambini faccia in modo che il programma per i bambini sia adattato alle condizioni meteorologiche, quando il tempo è bello. Se necessario, il viso e il dorso delle mani possono essere coperti con una crema solare, mentre il resto del corpo rimane protetto dagli indumenti.
Commenti sui prodotti
Non raccomando determinati prodotti. Tuttavia, posso commentare la presentazione dei prodotti.
Protezione solare Sensolar – SPF 50
I prodotti non dovrebbero mai essere pubblicizzati con «no claims» come «senza nanoparticelle», «senza paraffine», «senza parabeni», «senza alcol» o «senza emulsionanti». Sono fuorvianti e si rivolgono alle paure dei consumatori propagandate dalla stampa. Esistono linee guida ufficiali che spiegano il modo giusto di fare pubblicità.
Sotto la descrizione c'è scritto:
INFO: Con un FPS (fattore di protezione solare) di 15, il 93% di tutti i raggi UV viene scongiurato. Con FPS 50 sono già il 98%.
Questa affermazione è fuorviante. L'FPS si riferisce alla radiazione UV che penetra nella pelle, ossia il 7% per l'FPS 15 e il 2% per l'FPS 50, e non a quella assorbita dal prodotto. A tale proposito consiglio di guardare il seguente filmato su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=8cc8qRr7oMQ.
Si potrebbero avanzare altre critiche. Questa pubblicità è dubbia.
Skinnies Kids FPS50
Anche qui «no claim». Il claim «Reef Safe» e tutte le etichette che il prodotto dovrebbe rispettare non sembrano ispirare molta fiducia. Questa pubblicità è discutibile.
Prodotti ANTHELIOS
Almeno questi non hanno «no claim»! Non esistono prove clinicamente affidabili dell'effetto dell'acqua termale nei prodotti di protezione solare o della protezione contro i raggi infrarossi.
Il ruolo dei biologici e delle malattie autoimmuni
Domanda di Vani
Ho 49 anni e diverse malattie autoimmuni. Mi scotto facilmente: pelle chiara, in passato capelli rossi e lentiggini. Da bambina/giovane adulta ho avuto spesso scottature solari. Negli ultimi anni ho avuto un melanoma (2022) e uno spinalioma (2019). A breve sarò operata a un dito per un nuovo sospetto tumore insorto poco dopo la sospensione del metotrexate (assunto per 2,5 mesi). Sembra che io sia incline al cancro della pelle e questo mi causa più problemi che non il dolore (che comunque non è scomparso). Tuttavia, dovrei assumere biologici che, per quanto ne so, favoriscono anch’essi lo sviluppo del cancro della pelle. Ho capito bene? Sa se il cancro della pelle può essere associato a malattie autoimmuni?
Risposta del Prof. Dr med. O. Gaide
Cara Signora,
Grazie per la Sua domanda. Vediamo pazienti con una storia simile, ma è difficile darle una risposta precisa. Ad esempio, non sappiamo di quali malattie autoimmuni Lei soffre o quali trattamenti Lei abbia ricevuto finora. Ad esempio, non sappiamo se i suoi primi due tumori (2019 e 2022) siano insorti sotto trattamento immunosoppressivo o meno.
Ci permetta quindi di risponderLe per sommi capi.
Alcune malattie autoimmuni inducono una relativa immunosoppressione, che riduce la capacità di difesa dal cancro, mentre altre, come la vitiligine, hanno un effetto protettivo. La Sua anamnesi suggerisce che le scottature solari e il Suo tipo di pelle giocano un ruolo più importante delle Sue malattie autoimmuni nell’insorgenza del cancro della pelle.
Il trattamento delle malattie autoimmuni può anch’esso avere un effetto predisponente ai tumori della pelle. La fototerapia utilizzata per trattare la psoriasi e la dermatite atopica favorisce chiaramente il cancro della pelle, ad esempio. Farmaci fortemente immunosoppressivi come ciclosporina, azatioprina, micofenolato mofetile e glucocorticoidi aumentano ancora di più il rischio di cancro della pelle. L'effetto di immunomodulatori come il metotrexato è ancora dibattuto. È probabile che, se predispongono al cancro della pelle e ne aumentano l’aggressività, l'effetto sia piuttosto debole. Abbiamo dati molto più affidabili per giudicare l'effetto dei biologici, che varia a seconda del loro tipo. Gli agenti anti-TNF hanno un effetto negativo, ma solo minimo, e questo è vero per coorti molto ampie (gruppi di pazienti seguiti da vicino).
Gli anti-CD20 e gli anti-Blyss hanno un effetto negativo, ma solo in misura ridotta. Gli anti-Il-23 e anti-Il-17 non sembrano aumentare significativamente il rischio di cancro.
Non sapendo cosa Le è stato proposto, non possiamo dire se questo La metterà a rischio o meno. Le consigliamo di parlarne apertamente con i Suoi medici, in modo che possano discutere con Lei in totale trasparenza. Spesso prendiamo questo tipo di decisione in accordo con i nostri pazienti, valutando i pro e i contro, perché ogni persona è unica. Se riteniamo che il rischio sia accettabile e il rischio è accettato dalla/dal paziente, allora introduciamo questo tipo di farmaco monitorandone la risposta.
Spero che questa risposta Le sia stata utile.
Con i migliori saluti.
Ho 49 anni e diverse malattie autoimmuni. Mi scotto facilmente: pelle chiara, in passato capelli rossi e lentiggini. Da bambina/giovane adulta ho avuto spesso scottature solari. Negli ultimi anni ho avuto un melanoma (2022) e uno spinalioma (2019). A breve sarò operata a un dito per un nuovo sospetto tumore insorto poco dopo la sospensione del metotrexate (assunto per 2,5 mesi). Sembra che io sia incline al cancro della pelle e questo mi causa più problemi che non il dolore (che comunque non è scomparso). Tuttavia, dovrei assumere biologici che, per quanto ne so, favoriscono anch’essi lo sviluppo del cancro della pelle. Ho capito bene? Sa se il cancro della pelle può essere associato a malattie autoimmuni?
Risposta del Prof. Dr med. O. Gaide
Cara Signora,
Grazie per la Sua domanda. Vediamo pazienti con una storia simile, ma è difficile darle una risposta precisa. Ad esempio, non sappiamo di quali malattie autoimmuni Lei soffre o quali trattamenti Lei abbia ricevuto finora. Ad esempio, non sappiamo se i suoi primi due tumori (2019 e 2022) siano insorti sotto trattamento immunosoppressivo o meno.
Ci permetta quindi di risponderLe per sommi capi.
Alcune malattie autoimmuni inducono una relativa immunosoppressione, che riduce la capacità di difesa dal cancro, mentre altre, come la vitiligine, hanno un effetto protettivo. La Sua anamnesi suggerisce che le scottature solari e il Suo tipo di pelle giocano un ruolo più importante delle Sue malattie autoimmuni nell’insorgenza del cancro della pelle.
Il trattamento delle malattie autoimmuni può anch’esso avere un effetto predisponente ai tumori della pelle. La fototerapia utilizzata per trattare la psoriasi e la dermatite atopica favorisce chiaramente il cancro della pelle, ad esempio. Farmaci fortemente immunosoppressivi come ciclosporina, azatioprina, micofenolato mofetile e glucocorticoidi aumentano ancora di più il rischio di cancro della pelle. L'effetto di immunomodulatori come il metotrexato è ancora dibattuto. È probabile che, se predispongono al cancro della pelle e ne aumentano l’aggressività, l'effetto sia piuttosto debole. Abbiamo dati molto più affidabili per giudicare l'effetto dei biologici, che varia a seconda del loro tipo. Gli agenti anti-TNF hanno un effetto negativo, ma solo minimo, e questo è vero per coorti molto ampie (gruppi di pazienti seguiti da vicino).
Gli anti-CD20 e gli anti-Blyss hanno un effetto negativo, ma solo in misura ridotta. Gli anti-Il-23 e anti-Il-17 non sembrano aumentare significativamente il rischio di cancro.
Non sapendo cosa Le è stato proposto, non possiamo dire se questo La metterà a rischio o meno. Le consigliamo di parlarne apertamente con i Suoi medici, in modo che possano discutere con Lei in totale trasparenza. Spesso prendiamo questo tipo di decisione in accordo con i nostri pazienti, valutando i pro e i contro, perché ogni persona è unica. Se riteniamo che il rischio sia accettabile e il rischio è accettato dalla/dal paziente, allora introduciamo questo tipo di farmaco monitorandone la risposta.
Spero che questa risposta Le sia stata utile.
Con i migliori saluti.
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